Statica carente per le facciate del vecchio albergo in disuso di Bellinzona, secondo una perizia della Supsi chiesta dal proprietario Lettieri
Può un edificio protetto essere demolito e ricostruito fedelmente essendo le parti da conservare malconce a tal punto da risultare impossibile e inefficace, oltre che finanziariamente insostenibile, qualsiasi intervento di consolidamento? L'interrogativo si pone per lo stabile decadente che di fronte alla stazione ferroviaria di Bellinzona era un tempo l'Hotel Gioconda. Un complesso alberghiero imponente che da anni versa in pessime condizioni svilendo tutto il comparto Leon d'Oro. L'imprenditore Alessandro Lettieri lo aveva acquistato a suo tempo inserendolo nel suo progetto di rivitalizzazione dell'intera area che include anche la parte sottostante, quella lungo via Molo, dov'è previsto un nuovo complesso con negozi, appartamenti e uffici. Una piazza aperta collegherà questo edificio misto col futuro albergo a tre o quattro stelle.
La licenza edilizia è stata rilasciata l'anno scorso dal Municipio e ora Lettieri ha proposto (ed è in pubblicazione) una variante per poter demolire e ricostruire fedelmente le tre facciate principali appunto protette. Una perizia commissionata alla Supsi dallo stesso Lettieri, cui ha preso parte anche uno studio d'ingegneria di Bellinzona, ha accertato la presenza di strutture portanti realizzate in malo modo e con materiali di scarsa qualità. È vero che hanno sin qui resistito al trascorrere del tempo (svariati decenni) ma dalle analisi emerge che la statica accertata non rispetta i canoni odierni. Garantirla richiederebbe un lavoro immane difficilmente sostenibile dal profilo tecnico e finanziario. Da qui – perizia Supsi alla mano – la proposta di demolire tutto e ricostruire fedelmente. Parola al Municipio.