Luganese

Lugano, in quattro anni 18 inquinamenti al riale Scairolo

Da inizio 2018 a fine 2021, ci sono state tre morie di pesci, due delle quali sono sfociate in una denuncia contro ignoti al Ministero pubblico

Nella foto alcuni pesciolini morti nella Roggia Scairolo nel 2003
(Ti-Press/Archivio)
11 aprile 2022
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Fuoriuscite di liquami, perdite d’idrocarburi, intorbidamenti da materiale inerte, smaltimento improprio di acque derivanti da lavori di pittura, Interventi di tracciamento con l’impiego di fluorescina e immissione di acque cementizie. Sono le origini più frequenti degli inquinamenti segnalati al riale Scairolo da inizio 2018 alla fine dell’anno scorso. Il Nucleo operativo incidenti (Noi) della Sezione protezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio, nel giro di quattro anni, è intervenuto ben 18 volte. Tra questi interventi, tre segnalazioni sono state caratterizzate da una moria di pesci nella roggia Scairolo, mentre in 14 casi (su 18) le cause sono state chiarite. Nonostante queste cifre, dal rapporto statistico allestito dal Cantone, si evince un miglioramento della situazione, visto che il numero di interventi all’anno è diminuito. È invece aumentata la percentuale degli episodi per i quali il Noi è riuscito è risalire alle cause.

Si studia un altro modo di monitorare

C’è quindi un miglioramento, ma gli inquinamenti continuano lungo il riale. Ne riferisce il Municipio di Lugano nella risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera comunale Marisa Mengotti (Verdi). L’esecutivo fa sapere inoltre che nel 2017 è stato istituito un gruppo di lavoro volto a prevenire gli inquinamenti nella roggia. Ne fanno parte la Città di Lugano, e i Comuni di Collina d’Oro e Grancia, il Consorzio depurazione acque del Pian Scairolo, il corpo Pompieri e il Cantone. Il gruppo ha l’obiettivo di sensibilizzare industrie e proprietari lungo il riale, monitorare la qualità dell’acqua e tracciare le canalizzazioni gravitanti il corso d’acqua. A tal proposito, si legge nella risposta, la raccolta di dati di catasto di quanto esiste. Rispetto invece all’utilità della posa delle sonde per monitorare la qualità dell’acqua, solo tre casi (su 18) non sono stati rilevati. Sulla scorta dell’esperienza fatta di questo progetto pilota, è allo studio un’altra possibilità di monitoraggio.

Ecosistema, danno non quantificabile

Negli ultimi due anni, sono state aperte due procedure amministrative dall’Ufficio protezione acque e approvvigionamento idrico della Spaas. Due dei tre casi nei quali è stata rilevata una moria di pesci, sono sfociato in una denuncia contro ignoti sporta al Ministero pubblico. Per l’ultimo episodio, fa sapere il Municipio, sono in fase di ultimazione i rapporti interni del Noi e anche questo sfocerà molto probabilmente in una segnalazione alla Procura. Impossibile invece quantificare il danno all’ecosistema e alle biodiversità di ogni inquinamento.