Dopo le preoccupazioni espresse da una parte del legislativo, il Municipio ha deciso di affidare esternamente una valutazione sulla “salute” del Corpo
Se all’interno della Polcomunale di Locarno vi siano effettivamente delle criticità significative lo dirà un "audit" indipendente che il Municipio ha deciso di far svolgere a una ditta esterna. La delibera è arrivata nell’ultima seduta del martedì – anticipata al mattino – dopo settimane di voci, polemiche e preoccupazioni che avevano trovato il loro apice nell’interrogazione interpartitica incentrata su una presunta "fuga di agenti" dal Corpo. L’interrogazione era stata presentata da Simone Beltrame (Per Locarno) e Simone Merlini (Plr), e sottoscritta da altri 20 consiglieri comunali di tutti gli schieramenti.
«Devo sottolineare che il Municipio non ha al momento nulla di specifico da rimproverare al comandante Dimitri Bossalini, né mette in dubbio la strategia gestionale da lui messa in atto in seno al Corpo – dice alla "Regione" il capodicastero Sicurezza, Pierluigi Zanchi –. Anzi, con il Comando c’è comunità d’intenti e per quanto mi riguarda si lavora molto bene. L’"audit" esterno che abbiamo deciso di far avviare non è quindi da intendere come atto di sfiducia verso l’operato del Comando, quanto piuttosto come strumento importante, e dovuto, per capire se in effetti all’interno del Corpo di polizia ci sia qualcosa che non funziona, e se questo eventuale "qualcosa" debba determinare dei provvedimenti da parte della Città».
Obiettivo dell’interrogazione di Merlini, Beltrame & Co. era capire come intendesse procedere il Municipio per "fermare l’emorragia di agenti di polizia dal nostro Corpo". Un’emorragia, stando ai consiglieri desiderosi di chiarimenti, traducibile nella partenza di una dozzina di agenti, fra prepensionamenti, vittime di malcontento e/o interessati a cambiare datore di lavoro. Sulle prime, alla "Regione", Zanchi aveva risposto che in realtà i partenti non erano 12, ma 8, e che fra i motivi di addio non ve ne sarebbero stati di tali da indurre a credere in particolari scompensi interni. Tuttavia, queste precisazioni non avevano fatto altro che soffiare sulla brace di un presunto malcontento, e spinto il "Cdt" a riferire di blocchi delle promozioni, nonché – pur senza definirne i contorni – di mobbing, favoritismi e, più in generale, di mancanza di dialogo fra il Comando e il resto del Corpo.
«Credo – prosegue Zanchi – che in casi simili una valutazione indipendente possa aiutare a capire se, ed eventualmente fino a che punto, in un determinato ambiente di lavoro si stiano verificando determinate situazioni indesiderabili. Faccio notare a questo proposito che personalmente ricopro la carica di capodicastero Sicurezza da pochi mesi e che in questo periodo, grazie alla collaborazione del comandante, abbiamo "portato a casa" diversi risultati significativi, mentre per altri stiamo attualmente lavorando. Non posso escludere che alcune delle presunte criticità sollevate da una parte del Consiglio comunale, se effettivamente esistono, possano avere radici nel passato». L’indipendente eletto nella lista dei Verdi aggiunge che «l’"audit" toccherà tutte le parti in causa, a tutti i livelli, perché un servizio come quello di polizia non può prescindere da una visione chiara dello stesso, tanto più considerando l’estrema attenzione con cui viene oggi valutato il lavoro degli agenti, il cui impegno ha un peso morale chiaramente maggiore rispetto a quello svolto in altri ambiti meno sensibili».