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Merlini: ‘Diedi le informazioni a Zanchi, ma lui non fece nulla’

Problemi in Polcom a Locarno: la versione dell’ex capodicastero Sicurezza, poi autore della prima interrogazione al vetriolo al Municipio

Simone Merlini
(Ti-Press)
5 novembre 2022
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«Tutto si può dire del sottoscritto, ma non che ho fomentato giochi politici». Non ci sta, Simone Merlini, consigliere comunale Plr a Locarno, ad essere paragonato a una sorta di burattinaio delle derive partitiche verificatesi attorno all’ormai ex comandante della Polcomunale Dimitri Bossalini.

In un nostro commento apparso giovedì su queste pagine, Merlini veniva indicato come "iniziatore", in quanto primo firmatario di un’interrogazione interpartitica sulla presunta fuga di agenti dalla Polizia comunale, dell’azione politica che ha portato al progressivo smantellamento del "ponte di comando" del Corpo: prima con il licenziamento del figlio di Bossalini, poi con il cambio di Dicastero da Zanchi a Giovannacci; infine, con la decisione di andare in prepensionamento comunicata a sorpresa da Bossalini. Decisione giustificata con l’esigenza di restituire un po’ di tranquillità al Corpo, dopo 9 mesi di tensioni iniziate in pratica con l’uno-due costituito da un articolo di stampa (sul "Cdt") molto critico rispetto alla situazione interna alla Polcom, seguito a stretto giro di posta dall’interrogazione che Merlini e il Ppd Simone Beltrame avevano poi fatto firmare a 20 colleghi del Consiglio comunale.

La particolarità, ricordiamo, stava nel fatto che dal novembre del 2020, per alcuni mesi, Merlini aveva assunto la responsabilità politica della Polcomunale, subentrando in corsa in Municipio a Niccolò Salvioni e rilevandone i compiti del Dicastero sicurezza.

Simone Merlini, cosa c’è nella nostra ricostruzione che secondo lei non corrisponde al vero?

La dinamica degli eventi e le responsabilità che mi vengono attribuite nel presunto "disegno" politico che sarebbe stato orchestrato per nuocere al comandante Bossalini e al suo ex capodicastero. Io non ho mai fomentato nulla e non mi interessa che Zanchi sia verde, rosso o blu. Visto come si erano messe le cose, anche se ci fossero state altre persone al posto del municipale e del comandante la mia posizione sarebbe stata identica.

Ovvero?

Una posizione del tutto orientata alla collaborazione, per risolvere i problemi oggettivi di cui sono venuto a conoscenza nei numerosi colloqui che ho avuto con decine di agenti, durante il mio breve periodo come capodicastero Sicurezza.

Si spieghi meglio.

Una cosa non è mai stata detta, e tengo a precisarla nei limiti della discrezione alla quale sono tenuto come ex municipale. Due settimane dopo le elezioni in cui non sono stato riconfermato, ho orientato personalmente il mio successore Zanchi sulle informazioni che avevo raccolto in merito alle cose che non funzionavano nella Polizia comunale. Volevo che cominciasse subito ad agire, per rispondere in qualche modo al malcontento diffuso fra gli uomini. Questo è accaduto un anno prima che io presentassi la famosa interrogazione interpartitica con il collega Beltrame.

La reazione di Zanchi come fu?

Inadeguata. E mi spiace doverlo dire. Il municipale prese atto degli elementi che gli furono presentati, disse che avrebbe fatto questo e quello, ma purtroppo non successe nulla.

Poi?

Poi a febbraio 2022 presentammo l’atto parlamentare sui motivi delle numerose partenze. All’inizio di marzo 2022 Beltrame e io avemmo un nuovo incontro con Zanchi, ma anche in questo caso non vi fu da parte sua una reazione convincente.

Del resto i motivi delle partenze voi li conoscevate già.

Esatto. Ed era una conoscenza non mediata, ma diretta. L’avevo potuta maturare nei mesi precedenti le elezioni comunali – dove non venni confermato in Municipio – in qualità di capodicastero della Sicurezza, al posto del dimissionario Salvioni.

Che esperienza fu?

Arricchente e coinvolgente, ma soprattutto significativa e illuminante. Lavorando anch’io al 100%, mi presentavo ogni qualvolta fosse possibile, anche al mattino presto o sulla pausa di mezzogiorno, nella sede della Polcomunale. Come responsabile politico, ho cercato sempre di puntare sul dialogo per sondare gli umori degli uomini, capire se ci fossero cose che non funzionavano e perché.

Cosa trovò?

Grande disponibilità al dialogo da parte di moltissimi agenti. Mi accorsi subito che c’era un gran bisogno di parlare, di "aprire il libro" su determinate situazioni che si erano verificate già negli anni e nei mesi precedenti, quindi non solo sotto il Comando attuale, ma anche quello precedente. Tengo a precisare che io ho condiviso e condivido l’approccio di prossimità voluto dall’ex comandante Bossalini.

Fatto sta che la vostra interrogazione ha innescato una valanga, ampiamente sfruttata a fini politici, che ha finito per travolgere Bossalini, suo figlio e anche Zanchi.

Se il tema sia stato sfruttato a fini politici e partitici non spetta a me dirlo. La nostra intenzione non era quella, e comunque a contare credo siano soprattutto i fatti. I problemi che avevo segnalato tempestivamente e con discrezione al mio successore esistevano, e non sono stati affrontati. A me non interessano i giochi politici, mi preme solo che la Polcomunale di Locarno prenda finalmente la strada giusta per uscire da questa brutta situazione. Ho molta fiducia nel nuovo capodicastero Davide Giovannacci, e non per questioni di partito: è una persona solida e pacata, abituata a risolvere problemi badando al concreto e nei suoi anni in Municipio ha sempre dimostrato molta attenzione ai rapporti umani.