Il Cantone risponde ai dubbi del gruppo Mps-Pop-Indipendenti e fornisce i numeri di un settore che nel ramo tessili e abbigliamento conta 182 aziende
Il nuovo Centro professionale tecnico del settore tessile (Cpt) che prenderà forma a due passi dalla stazione Ffs di Chiasso è oggi la risposta a chiare necessità, innanzitutto strutturali e logistiche. Non ha dubbi il Consiglio di Stato (CdS) sulla bontà di questo progetto che nella cittadina dà slancio, altresì, all’ambizione di ripensare il comparto ferroviario, guadagnando in più un parcheggio sotterraneo. I dubbi sollevati dal deputato Matteo Pronzini a nome di Mps- Pop-Indipendenti – anche a fronte di un investimento imponente, di 53 milioni di franchi – non hanno scalfito, insomma, le convinzioni del Cantone. Cifre alla mano (quelle che mette in discussione il gruppo), il governo conferma le potenzialità del settore per gli studenti che scelgono il percorso formativo oggi assicurato dalle sedi di Biasca e di Lugano-Viganello del Cpt. Istituti, questi ultimi, che presentano ormai entrambi “problemi di funzionalità e di adeguatezza alle esigenze scolastiche”.
E a proposito di numeri, tra il 2015 e quest’anno sono stati 291 i giovani che hanno completato il ciclo di formazione e ottenuto un attestato o un diploma a Viganello. Dati puntuali sull’accesso al mondo del lavoro, per contro, non ve ne sono. Ciò che l’autorità può confermare è che circa tre ragazzi su quattro che concludono la formazione di base proseguono gli studi centrando l’obiettivo di un attestato federale di capacità, una maturità professionale o una formazione terziaria nelle Scuole specializzate superiori. Non solo, si annota nella risposta a Pronzini, alcuni avviano un’attività indipendente. Un approccio e un accompagnamento, si sottolinea ancora, che danno quindi modo di “costruirsi un percorso formativo e professionale di successo”. Come dire che di opportunità professionali non ne mancano e i percorsi proposti “permettono di trovare sbocchi professionali nell’intera filiera della moda e non solo nel comparto produttivo”, quindi nell’ambito dei tessili e dell’abbigliamento. Il ventaglio di attività e professioni, ribadisce il Cantone, è ampio.
A rafforzare questo spaccato tra formazione e lavoro sono gli elementi forniti dalla Rilevazione della struttura dei salari (Rss). “Secondo gli ultimi risultati disponibili, relativi all’anno 2018 – si fa sapere –, la struttura del comparto ‘Fabbricazione di tessili e abbigliamento’ illustra una quota di addetti equivalenti al tempo pieno salariati con formazione primaria del 63,6 per cento, rispetto al 24,5 per cento con formazione secondaria e il 12 per cento terziaria”.
I dati del settore, invece, sul versante della fabbricazione di tessili e abbigliamento restituiscono, come indica l’Ufficio cantonale di statistica, una realtà operosa composta da 182 aziende, 2’090 addetti e 1’878 addetti equivalenti a tempo pieno. Certo, riconosce lo stesso CdS, negli ultimi anni questo ramo ha accusato qualche colpo. In effetti, dal 2011 al 2016 il numero di addetti equivalenti al tempo pieno è calato da 2’449 a 1’844 per poi assestarsi andando a toccare nel 2019 appunto quota 1’878.
E a livello salariale come stanno le cose? A livello di retribuzione, nel 2018, chiarisce il Cantone “risulta che il salario mediano dello stesso comparto – tessili e abbigliamento, ndr – era di 3’320 franchi. In particolare, quello per gli addetti con formazione di tipo secondario era del 15,5 per cento superiore (3’833 franchi). Per i gruppi con formazione primaria e terziaria il dato invece non risulta pubblicabile, a causa del numero ridotto di aziende in oggetto”. E qui qualche passo avanti è stato fatto: “Nel 2010 si registrava un valore mediano pari a 3’064 franchi”.
Questo ambito, in ogni caso, apre anche ad altre strade lavorative come le formazioni di tecnologo/a del tessile e creatore/trice di tessuti proposte al Centro scolastico per le industrie artistiche (Csia) – qui gli apprendisti che si muovono tra scuola e azienda sono sei al momento – o ancora tutte le declinazioni legate al design della moda. Come dire che non resta che cogliere le varie opportunità.