Come a fine novembre 2020 e a inizio aprile 2021, verso la zona protetta nelle vie e nelle piazze del nucleo presso il mercatino di Natale
Si circolerà a piedi in centro ma soltanto con la mascherina fra qualche giorno a Lugano. Il Municipio, nella seduta odierna, ha deciso una serie di provvedimenti per limitare la diffusione del coronavirus cercando di non penalizzare troppo le attività commerciali del periodo di festività. Si ripete insomma lo stesso scenario dell’anno scorso a fine novembre e, quest’anno, fra fine marzo e inizio aprile. Tra le misure che non sono ancora state formalmente adottate in attesa delle comunicazioni previste domani, da parte di governo federale e cantonale, spicca l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto nelle piazze e nelle vie del nucleo, in particolare nelle aree dove sono posizionate le casette del mercatino natalizio. Anche se da Berna non dovesse arrivare una direttiva in tal senso, la Città avrebbe comunque facoltà di prendere tali misure e introdurre l’obbligo nei prossimi giorni.
La zona rossa comprende le piazze della Riforma, Manzoni, Cioccaro, Dante e Rezzonico e le vie del nucleo. «Abbiamo scelto l’obbligo di indossare la mascherina dove c’è il rischio che si affollino troppe persone perché non c’erano alternative per contenere la diffusione del virus – conferma Roberto Badaracco, vicesindaco di Lugano –. Abbiamo già applicato la misura in passato, non pensavamo di doverla riproporre, ma alla luce della crescita dei contagi, diventa quasi un obbligo di cautela per la Città. Non vogliamo correre il rischio di essere responsabili dell’aumento dei contagi. Il Cantone ha peraltro consigliato ai Comuni di prevedere limitazioni di questo genere negli spazi dove si potrebbero generare affollamenti». Quanto al veglione di Capodanno, la Città non ha ancora preso una decisione definitiva. Però, di fronte all’attuale andamento della pandemia, difficile credere che si possa tenere in piazza della Riforma. Verrà probabilmente organizzato al Padiglione Conza dalla sola Rsi, con lo spettacolo in diretta, alla presenza di un numero limitato di persone. La Città rinuncia anche alla cerimonia di Capodanno che probabilmente si terrà come l’anno scorso in diretta streaming.
Alcune zone, come le piazze della Riforma e Manzoni, sono davvero già strette, anche grazie alla possibilità concessa agli esercizi pubblici di occupare il 30% di spazio all’esterno e c’è il forte rischio di creare assembramenti. Avete deciso direttive nei confronti dei dipendenti dell’amministrazione cittadina? «Sì, abbiamo dato l’ordine di non organizzare aperitivi natalizi e momenti conviviali, perché vogliamo evitare che si riunisca troppa gente assieme – risponde Badaracco –. È un peccato annullare l’abitudine di organizzare feste di Natale ma cerchiamo di scongiurare potenziali assembramenti. Stiamo inoltre facendo attenzione nella concessione di spazi come la sala del Consiglio comunale, quella del Palazzo dei congressi o il centro esposizioni piuttosto che il capannone di Pregassona. Li concediamo solo per riunioni, serate o assemblee con l’obbligo di indossare la mascherina anche se si è seduti, come ha prescritto il Consiglio federale e senza autorizzare gli aperitivi post-serata».
Confermato l’obbligo di presentare il Covid Pass per accedere alle mescite in centro città, anche all’esterno dei locali del centro quindi verrà richiesto? «Credo che alla fine lo richiederanno all’esterno anche per i clienti seduti – sostiene il vicesindaco –. Il primo banco di prova è il prossimo fine settimana. Il Municipio vuole vigilare e monitorare la situazione, casomai saremo pronti a eventualmente intervenire». Fino ad annullare il mercatino come l’anno scorso? «Non credo, vorrebbe dire veramente penalizzare i mercatari e i commercianti. Se dovessimo constatare il persistere di affollamenti ingestibili nelle casette gastronomiche, magari anche senza mascherina, qualche riflessione dovremo farla in seduta. Tanto dipenderà anche dagli esercenti, che forse farebbero bene a introdurre un numero massimo di clienti all’interno dell’area controllata. Anche se gli avventori hanno il certificato Covid, per evitare situazioni difficilmente gestibili».