Il campione in carica della cronometro analizza la prova olimpica di domani: ‘Van Aert una spanna sugli altri, ma tutto può succedere, sarà una gara difficile’
Cinque anni fa a Rio aveva di fatto scritto la parola fine alla sua straordinaria carriera, mettendosi al collo la terza medaglia olimpica dopo l’oro a cronometro e l’argento nella corsa in linea conquistati a Pechino. Grazie il secondo titolo olimpico contro il tic-tac, Fabian Cancellara è rimasto il Signore degli anelli per cinque anni, ma adesso è venuto il momento di rimettere in palio il titolo. Mercoledì, lungo le strade del Fuji International Speedway, si chiuderanno le Olimpiadi del ciclismo su strada con l’assegnazione dei titoli maschile e femminile dello sforzo solitario. La svizzera nutre ambizioni di medaglie in entrambe le prove, con Stefan Küng e Marlen Reusser. Ancora campione per poche ore, Cancellara prova a leggere la prova giapponese… «Credo sarà una gara molto difficile per tutti, perché saranno numerose le domande per le quali è difficile trovare una risposta. C’è il fuso orario, che non tutti assorbiscono con la medesima velocità, c’è una situazione climatica inusuale, con tanto caldo e umidità elevatissima, e c’è anche un percorso non particolarmente lungo (44,2 km), tutti fattori che contribuiscono a rendere questa prova molto difficile, sia da correre, sia da analizzare. Nel complesso, ritengo che il novero dei favoriti possa essere piuttosto ampio, con sette o otto uomini in grado di lottare per i tre posti sul podio».
Tra questi figura senza tema di smentite anche il turgoviese Stefan Küng, bronzo all’ultimo campionato del mondo e vincitore dell’Europeo: «Le condizioni meteo giocano un ruolo molto importante – afferma Küng –. Una volta entrati in riserva, non si recupera più. Proprio per questo motivo è importante saper ascoltare il proprio corpo e gestire bene la gara».
Per Cancellara un chiaro favorito esiste… «Ovviamente si chiama Wout van Aert. Diciamo che a lui darei cinque stellette, mentre a Küng, Ganna, Evenepoel, Roglic, Dennis, McNulty o Asgreen ne assegnerei quattro. Insomma, Van Aert è senza dubbio l’uomo da battere, ma in un’Olimpiade sono molti i fattori che possono entrare in gioco e tutti devono trovare una loro collocazione proprio in quel preciso giorno. Vedo sette o otto corridori giocarsi i tre posti sul podio, con Van Aert una spanna davanti a tutti».
D’altra parte, nella gara in linea di sabato, il belga si era già dimostrato il più forte di tutti, beffato però dallo spunto di Carapaz e dalla mancata collaborazione degli altri big, timorosi di fare il gioco di un avversario già forte di suo. Bisognerà capire se i molti chilometri passati a inseguire (prima per ricucire l’attacco in salita di Pogacar, poi per provare a chiudere su Carapaz) gli hanno bruciato troppe energie. Anche perché nelle gambe ha pur sempre un Tour de France corso da protagonista, con la vittoria nella tappa del Mont Ventoux, sui Campi Elisi e, soprattutto, nella cronometro del penultimo giorno, dove aveva rifilato 38” in 30 km a Küng.
In campo femminile (un solo giro di 22,1 km per 425 metri di dislivello) la svizzera punta su Marlen Reusser, argento un anno fa a Imola. «Avrò a disposizione una bici tutta nuova – afferma la 29.enne bernese – e posso avvantaggiarmi dei test di aerodinamica effettuati nella galleria del vento. Il percorso è interessante, non c’è un solo metro di pianura».
Ma torniamo a Cancellara, che le Olimpiadi le segue e non soltanto le prove di ciclismo… «Innanzitutto, sarei dovuto essere a Tokyo, ospite del presidente del Cio Thomas Bach, per assistere alla cronometro. Purtroppo, la situazione legata al Covid-19 ha costretto a cancellare questa opportunità. Spero di rifarmi a Parigi, magari assistendo pure alla cerimonia di apertura. Comunque, in questi giorni le le competizioni le guardo, in particolare se coinvolgono atlete e atleti svizzeri».
Domenica, Spartacus ha preso parte alla decima edizione della Granfondo del San Gottardo, con la quale ha iniziato una collaborazione… «Con la nostra agenzia Sette Sports, portiamo avanti numerosi progetti legati al mondo della bicicletta, con lo scopo di invogliare il maggior numero di persone a montare in sella a una due ruote. Abbiamo diversi progetti, a livello di ragazzini, come il Kids On Wheels e seguiamo altri progetti con lo scopo di aumentare l’interesse per la bicicletta. Per quanto riguarda la Granfondo del San Gottardo, a partire dall’anno prossimo verrà integrata nelle nostre proposte. Per noi si tratta di un accordo importante, in quanto apre un nuovo segmento per attirare sempre più gente verso la bicicletta che, come dice il nostro motto, non è soltanto un’attività, ma un modo di vivere. La potenzialità di sviluppo della Granfondo è importante, anche perché è incentrata su una salita unica al mondo come la Tremola. Dall’anno prossimo, inoltre, vi sarà l’ulteriore atout della nuova pista del ghiaccio di Ambrì che potrà rendere ancora più godibile quella che è una giornata sportiva, ma anche culturale, perché non va dimenticato che, anche sotto questo aspetto, la regione di Airolo può dare molto. La corsa, però, continuerà ad avere i suoi tratti distintivi, la sua anima, il suo nome. Assieme agli organizzatori cercherò di dare qualche impulso per garantirle ancora maggiore attrattività».