Dopo la partenza di Alma Sartoris la Fondazione ha designato il noto titolare di un'azienda vitivinicola di Gudo: ‘Profilo ideale per i nuovi progetti’
Un uomo del territorio per il territorio. La Fondazione Parco del Piano di Magadino ha designato Giovanni Antognini nuovo direttore. A partire dal primo agosto il noto imprenditore vitivinicolo gudese colmerà il vuoto lasciato da Alma Sartoris, la prima direttrice che aveva dimissionato nel febbraio 2020 basando la decisione su sensibilità diverse con i vertici dell'organizzazione. Giovanni Antognini è stato scelto tra diversi candidati che avevano risposto al concorso lanciato negli scorsi mesi dalla Fondazione presieduta da Giacomo Zanini. Sono molteplici i motivi che hanno spinto il comitato a indirizzarsi sul suo profilo, “ma decisiva – viene spiegato in un comunicato – è stata la sua grande esperienza nel settore primario e la sua approfondita conoscenza del Piano di Magadino”.
Domiciliato a Gudo, classe 1968, sposato e padre di due figli, la sua attività lavorativa si è sviluppata attorno ai temi agricoli, ma non solo. Infatti dopo aver ottenuto la licenza all’Università di Zurigo con indirizzo economia aziendale, dal 1995 al 2001 è stato collaboratore nel marketing e responsabile dei prodotti agricoli per Migros Ticino. Dal 2001 al 2007 ha diretto la Federazione orto-frutticola ticinese (Foft). La sua carriera si è quindi spostata nell’amministrazione cantonale come direttore della Sezione dell'agricoltura dal 2007 al 2013. Negli ultimi anni è tornato nel settore privato lavorando con funzioni dirigenziali per due aziende ticinesi (di cui una basata proprio nel Piano di Magadino) attive nella produzione e nel commercio di vini.
Nei ruoli professionali e nella vita privata Giovanni Antognini “ha anche dimostrato una sensibilità per l'ambiente che gli permetterà di affrontare con competenza i delicati equilibri fra le diverse componenti del Parco”. La sua esperienza professionale formatasi in diversi settori pubblici e privati “gli hanno permesso di conoscere, sotto diversi punti di vista, il territorio di cui dovrà occuparsi” dall'estate 2021. Tra i vari aspetti ha peraltro fatto parte del gruppo di progetto che, a suo tempo, ha elaborato il Piano di utilizzazione cantonale (Puc) del Parco del Piano di Magadino e cioè lo strumento pianificatorio che regola in modo vincolante l’uso di quel particolare territorio d’interesse sovracomunale.
Come spesso succede, si cerca un nuovo direttore il cui profilo corrisponda a un’idea precisa di progetto. «In effetti è andata così», conferma alla ‘Regione’ il presidente Giacomo Zanini. Prima di lanciare il concorso per l’assunzione, cui hanno partecipato 36 candidati, «abbiamo voluto tracciare un piano delle iniziative da mettere in cantiere sul lungo termine. Una strategia sviluppata partendo da una valutazione di quanto avviato e concretizzato durante il primo quadriennio di vita del parco. Lo abbiamo fatto ascoltando il parere molto qualificato di Mario Colatrella, già direttore di Coop Ticino. La sua consulenza ha indicato la necessità di aggiustare il tiro, di guardare lontano nel tempo con gli obiettivi e di lavorare su alcune filiere prioritarie affinché il parco diventi un ‘soggetto evidente’ sia per chi lo frequenta abitualmente, sia per chi lo visita la prima volta e desidera vivere un'esperienza unica. Per arrivarci occorre il concreto coinvolgimento del settore agricolo in più ambiti, non solo quella produttivo, nonché un’adeguata promozione attraverso il marketing territoriale».
Stabilito questo, è risultato altrettanto chiaro ‘cosa’ avrebbe dovuto essere il nuovo direttore: «Al termine della decina di audizioni fatte dopo la prima scrematura – annota Zanini – abbiamo ritenuto che il profilo ideale fosse quello di Giovanni Antognini. Tra i vantaggi, oltre al suo percorso formativo e professionale, oltre alla sua attitudine personale e alle capacità manageriali, vi è anche il fatto di essere già bene inserito in una realtà che conosce alla perfezione avendovi operato in più ambiti. Questo faciliterà enormemente la presa di contatto con i vari attori. E difatti proprio la moltitudine di attori coinvolti è uno dei punti più sensibili richiedendo buone doti d'interazione, ascolto, comunicazione e coordinamento».
A sua volta Antognini ha chiesto garanzie che potesse iniziare l’incarico partendo da una base consolidata di rapporti. «Che c’è», assicura Zanini: «Con Foft e con la Tior Sa, ossia la società commerciale di distribuzione della produzione dei soci Foft, abbiamo costituito una ‘piattaforma agricola’ che riunisce un insieme di settori e professionisti con ruoli diversi. In questo ambito uno dei progetti che sta prendendo corpo è la promozione dei prodotti agricoli nella ristorazione locale». Una sorta di marchio, come per esempio il ‘Piatto del parco’, aiuterebbe la clientela turistica e locale a identificare il progetto anche dal profilo culinario. Un secondo pilastro è rappresentato dalle visite guidate al parco, un’offerta più volte sollecitata dagli enti turistici: «Miriamo a un’esperienza che lasci il segno, che si distingua chiaramente da altre offerte simili».
Ritenuta di fondamentale importanza è anche la qualità del materiale didattico stampato per le scuole primarie: «Volendo rivolgerci adeguatamente alle nuove generazioni, stiamo collaborando sia col Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi, sia con il Decs». Sul piano naturalistico, inoltre, da quest’anno la gestione degli interventi sono stati appaltati alla Fondazione Bolle di Magadino «che dispone di personale professionale». Infine il capitolo svago: se mezzo secolo fa questo non era un tema, annota Zanini, «oggi rappresenta invece un fenomeno che va adeguatamente gestito. Le stesse aziende agricole possono giocare un ruolo attivo gestendo per esempio il bike sharing o le griglie a disposizione per i pic nic». E mentre uno studio è stato avviato per individuare soluzioni utili a una corretta gestione dei sempre più numerosi e famelici ungulati, nel capitolo svago e agricoltura richiederà uno sforzo collettivo la risoluzione del traffico parassitario e delle strade a disposizione dei rispettivi ambiti, considerando l’equilibrio labile su cui si regge la circolazione (e sarà così ancora per un paio di decenni, aspettando il collegamento veloce A2/A13) lungo le congestionate strade cantonali nelle due sponde del Piano di Magadino.
Si estende su otto Comuni: Bellinzona (in origine Bellinzona, Giubiasco, Gudo e Sementina aggregatisi nel 2017), Cadenazzo, Cugnasco-Gerra, Gambarogno, Gordola, Locarno, S.Antonino e Tenero-Contra.
Ha una superficie di 2'350 ettari
Il potenziale bacino di utenza è di 100'000 abitanti
Conta 76 aziende agricole con 326 impiegati, 24 aziende con attività agrituristiche
Fornisce il 43% della produzione lattiera ticinese in estate e il 23% in inverno
Il 70% della superficie utile è agricola
Il 75% della produzione orticola ticinese in valore proviene dal Piano di Magadino
Conta 63 oggetti inventariati a livello cantonale, nazionale e internazionale