La coppia anglo-elvetica sollecita un cospicuo risarcimento per il progetto sfumato in merito alla realizzazione del centro turistico-alberghiero
Una notizia che ha del clamoroso. Confrontato con una richiesta di 4,6 milioni di franchi, il Municipio di Acquarossa ha licenziato un messaggio all’intenzione del proprio legislativo per chiedere l’autorizzazione “a stare in lite” per difendersi in una procedura di arbitrato avviata nientemeno che dalla Acquarossa Terme Sa (che fa capo alla coppia d'investitori anglo-elvetica formata dal sangallese Andreas Schweitzer, vicepresidente, e dalla compagna londinese Ashoob Cook, presidente) contro il Comune. Essendo interessati a realizzare un centro turistico-alberghiero ad Acquarossa – se ne parlò la prima volta dieci anni fa, nel febbraio 2010 – i due avevano sottoscritto dei contratti per un diritto di compera dapprima con BlenioTurismo (2010) e poi con il Comune di Acquarossa (2014 e 2017). Con questi contratti si è creata di fatto una società semplice che ora va sciolta, dato che il Comune ha allacciato rapporti di collaborazione con un altro partner privato. Da qui la pretesa di rimborso delle spese sopportate che la coppia quantifica in 4,6 milioni e indirizza anche all'Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat), nata nel gennaio 2015 e quindi subentrata a BlenioTurismo. Nel frattempo la Sa questa estate è passata dal suo precedente domicilio di Acquarossa a quello, nuovo, di Cham nel canton Zugo.
Poiché il Municipio ha contestato questa pretesa a fronte del “mancato rispetto di ben tre contratti sottoscritti”, lo scorso maggio l'Acquarossa Terme Sa, facendo capo al foro giudiziario previsto dal contratto del 2010, ha avviato una procedura di arbitrato davanti alla Camera di commercio di Zurigo e chiamato in causa il Comune bleniese. Il Municipio, continua il comunicato diramato oggi, “contesta su tutta la linea la tesi e la pretesa di risarcimento avanzata dalla società anonima; ora, davanti a una procedura giudiziale, si deve difendere poiché la decisione che ne scaturirà sarà a tutti gli effetti esecutiva”, e quindi anche impugnabile con ricorsi.
Il Municipio precisa che questa vertenza non influisce nei rapporti con gli attuali promotori del previsto villaggio turistico: a breve verrà inoltrata la domanda di costruzione per l’approvazione del Piano di quartiere la cui impostazione è stata preliminarmente condivisa con il Municipio e la Commissione Terme. Quanto invece alla coppia Schweitzer-Cook, le ultime loro notizie (pubbliche) risalgono all'estate 2016, quando sulla stampa ticinese emerse che sarebbero riusciti a trovare i 100 milioni di franchi necessari a concretizzare il loro progetto. Nessuna comunicazione in tal senso è però mai giunta ufficialmente al Municipio, poi orientatosi sulla soluzione oggi fase di pianificazione.
«Si tratta di una rivendicazione senza fondamento – dichiara alla 'Regione' il sindaco Odis Barbara De Leoni –. Acquarossa Terme Sa ha avuto tutto il tempo per rispettare i termini di ricorso. Ci sembra assurdo che si arrivi ora con simili pretese, quasi 8 mesi dopo la delibera al nuovo gruppo. I nostri avvocati ci hanno detto che non si può ignorare tale richiesta di risarcimento. La decisione del collegio arbitrale sarebbe infatti esecutiva, e dobbiamo quindi difenderci. Auspichiamo che la questione possa risolversi il prima possibile». Ma cosa è andato storto con il gruppo dei signori Schweitzer e Cook? «Avrebbe già dovuto ritirare il sedime nel 2014, anno in cui era stata stipulata una prima convenzione. Nel 2017 era poi stata aggiornata la convenzione del 2014: Acquarossa Terme Sa avrebbe infatti dovuto depositare delle garanzie che mai sono state presentate». Nello specifico avrebbe dovuto versare l'importo del diritto di compera (260mila franchi). Nel 2018 il Municipio si è quindi sentito libero di andare in un'altra direzione. «Alcuni gruppi si sono subito dimostrati interessati al terreno. Nel 2019 è nato il progetto attualmente in corso con la delibera ai nuovi investitori. A questo proposito voglio rimarcare che tutto sta procedendo secondo i piani. La domanda per il piano di quartiere sta per essere inoltrata agli uffici competenti ed entro aprile dovrebbe poi essere inoltrata la domanda di costruzione vera e propria, in modo da ottenerla verso la fine del 2021».
Che si debba far capo a un tribunale arbitrale con sede a Zurigo, con tanto di nomina della corte giudicante (presidente e due membri), lo indica l’accordo segreto siglato nel 2010 fra l’allora Blenio Turismo e la Sa della coppia anglo-elvetica. Una clausola compromissoria escludeva, in presenza di vertenze, la competenza dei tribunali civili ordinari. Ma oggi il Municipio, assistito dall’avvocato Filippo Gianoni, contesta che quell’accordo sia valido anche per il Comune, non essendo quest’ultimo in nessun modo subentrato all’ente turistico. È, questo, uno dei punti principali evidenziati dall'Esecutivo locale nello scambio degli allegati nel frattempo intercorso fra le parti dopo che il presidente della corte arbitrale ha chiesto loro di anticipare 150mila franchi già solo per aprire e istruire l’incarto; scambio nel quale il Comune, chiamandosi fuori, si rifiuta di versare la parte di anticipo indicando che la materia sarebbe semmai di diritto amministrativo e che, in definitiva, fra esso e la controparte non è mai sorta alcuna società semplice. Il contratto fra Acquarossa Terme Sa e BlenioTurismo riconosceva l’esclusiva, a favore della prima, sul pacchetto azionario della società in precedenza detentrice dei terreni, ossia la ‘Centro Benessere Terme di Acquarossa Sa’ con alla testa, all’epoca, l’imprenditore kosovaro Behgjet Pacolli. Poiché, come detto, il Comune si è poi visto costretto a dover ritirare i terreni su cui è previsto il nuovo progetto turistico (lo ha fatto non avendo la coppia anglo-elvetica mai versato le garanzie necessarie), Schweitzer e Cook ritengono ora che il Comune medesimo debba essere chiamato alla cassa per risarcire le presunte spese da loro sopportate.
Il messaggio municipale pubblicato sul sito del Comune chiarisce ulteriormente la vicenda. Nel coso del 2018 il Municipio ha avuto degli incontri con alcuni potenziali interessati ed ha mantenuto i contatti con At Sa che voleva proporre il suo quarto progetto. Ai tre gruppi interessati sono state indicate le condizioni da rispettare per poter essere considerati (progetto e preventivo di massima, businessplan indicativo e obbligo di deposito di una caparra di 260mila franchi). Risultato: uno dei gruppi si ritira, il gruppo attualmente in corsa rispetta le condizioni mentre At Sa, pur non rispettando le condizioni, viene considerata in via provvisoria. Qui scatta la minaccia da parte di At Sa di richiedere un risarcimento di 4,72 milioni di franchi se il Comune avesse assegnato il mandato ad altri promotori. Secca la risposta del Municipio: il progetto non poteva essere considerato. L’At Sa non ha però impugnato quella decisione, passata in giudicato a fine agosto 2019. Nell’autunno seguente è poi iniziato uno scambio di lettere con il nuovo legale zurighese dell’At Sa che confermava la volontà di vedersi riconosciute le spese assunte durante gli anni e quantificate in 3,9 milioni di franchi. Nel frattempo le spese sono lievitati a 4,6 milioni, quelli che ora vengono chiesti al Comune.
Anche l’Otr-Bat, rappresentata dall’avvocato Mario Molo, rinvia al mittente le richieste di Schweitzer e Cook. Due i punti che il legale, interpellato dalla 'Regione', mette in luce: dapprima, nessun articolo della Legge cantonale sul turismo ha sancito che l’Organizzazione turistica regionale, operativa dal gennaio 2015, dovesse ritirare attivi e passivi dei vecchi enti turistici. Già solo questo punto dovrebbe porre l’Otr-Bat al riparo dalle pretese milionarie. In secondo luogo, la procedura avviata davanti al Tribunale arbitrale di Zurigo ha buone probabilità di sfumare sul nascere poiché l’anticipo delle spese giudiziarie per 150mila franchi ricade integralmente sulla coppia anglo-elvetica dal momento che i convenuti Otr-Bat e Comune di Acquarossa (più la vecchia Centro benessere terme di Acquarossa Sa, di cui il Comune detiene il pacchetto azionario) non intendono minimamente versare la metà di loro competenza. In questo caso, l’arbitrato indica che la parte attrice debba assumersi l’intero onere. Da notare infine che la coppia avrebbe ‘suggerito’ la possibilità di chiamare in causa anche il Cantone; ma anche in questo caso Comune e Otr-Bat hanno risposto picche.