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Se proprio vuoi piantare una palma scegli quella giusta!

Per i Confederati, la palma “ticinese” è il simbolo del “Sonnenstube”

22 agosto 2021
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La palma di Fortune (Trachycarpus fortunei), o palma “ticinese”, è in realtà una specie esotica invasiva proveniente dalla Cina molto diffusa nei nostri parchi e giardini, dai quali con il tempo è fuggita grazie alla complicità degli uccelli, per andare ad invadere diversi ambienti naturali, creando vari problemi.
Questa pianta sempreverde di origine asiatica, che nel secolo scorso ha preso sempre più piede nelle località a vocazione turistica dell’area insubrica, è considerata un simbolo esotico del clima mediterraneo, molto apprezzato soprattutto dai turisti d’Oltralpe, motivo per cui è chiamata anche, impropriamente, “palma ticinese”.
La specie presenta fiori femminili e maschili su individui separati. I numerosi semi sono raccolti in grappoli carichi di centinaia di bacche nere che giungono a maturazione a fine estate: vengono quindi raccolti dagli uccelli che ne sono ghiotti e trasportati nelle aree circostanti, soprattutto in ambienti forestali e aree golenali.

La sua propagazione al di fuori dei giardini è pericolosa, dato che è una specie in grado di formare popolamenti monospecifici molto densi, in concorrenza con la vegetazione indigena, che riducono fortemente la biodiversità degli ecosistemi locali. Crea inoltre problemi alla funzione protettiva dei boschi, facilitando l’erosione del suolo a causa delle sue radici piccole e corte, che non permettono la stabilizzazione del terreno in profondità. Inoltre, le fibre che ricoprono il fusto possono aumentare la forza degli incendi.

La soluzione più efficace per controllarla sarebbe il taglio delle piante mature e l’estirpazione delle giovani piantine cresciute nei loro dintorni, ma non sempre i privati sono disposti a tagliarle al piede; in alternativa si può pensare di eliminare solo quelle che fruttificano (esemplari femmina) lasciando in vita le altre, per evitare quantomeno la dispersione di semi e quindi l’espansione della specie.

Una regolare manutenzione è uno strumento molto efficace per evitarne la diffusione: si procede recidendo le infiorescenze durante i mesi primaverili, prima della produzione dei semi: quelle maschili ricche di polline sono a pannocchia, di colore giallo intenso, mentre quelle femminili sono verdastre. Questa importante operazione può essere eseguita facilmente con l’ausilio di una cesoia da giardino oppure, nei primi stadi, tirando le infiorescenze verso il basso rompendole con le mani.
I residui possono essere smaltiti nel compostaggio o con gli scarti vegetali; se invece sono presenti infruttescenze della stagione precedente, queste vanno smaltite con i rifiuti solidi urbani (quindi incenerite). Il Cantone, grazie al Gruppo di lavoro organismi alloctoni invasivi (GL OAI), lotta a tutto campo contro il propagarsi della palma di Fortune, coinvolgendo enti pubblici e privati.
In futuro la battaglia potrebbe farsi più serrata; infatti con una modifica della legge sulla protezione dell’ambiente, il Consiglio federale mira ad allargare la lotta alle neofite invasive, coinvolgendo direttamente anche i privati (proprietari ma anche inquilini o gestori di sedimi) che saranno tenuti ad eseguire o tollerare misure di sorveglianza sui loro fondi (giardini, boschi, piazzali, parcelle di terreno non edificate o aree industriali dismesse).
Per il momento il GL OAI raccomanda il taglio delle infiorescenze e delle infruttescenze come misura di lotta all’espansione di questa pianta invasiva.

La palma di Fortune è una delle palme che meglio tollerano il freddo, tuttavia, per mantenere il carattere esotico di un giardino, può essere sostituita con alcune specie affini tra cui Phoenix canariensis, Jubaea chilensis, Brahea armata, Washingtonia fi- lifera, Washingtonia robusta, Yucca gloriosa, Yucca filamentosa, Cordyline australis e Musa basjoo. Il Comune di Paradiso, nell’ambito della riqualifica dei giardini a lago, ha scelto di rimpiazzare molti esemplari di Trachycarpus fortunei con altre specie di palma. Naturalmente la scelta di specie autoctone resta la migliore.

PRO NATURA DIPARTIMENTO DEL TERRITORIO
Gisella Novi e Mauro Togni
Collaboratori del Dipartimento del Territorio e Coordinatori del Gruppo di Lavoro Organismi Alloctoni Invasivi (GL OAI)