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Spezie, che varietà

Tanzania, un progetto innovativo

Piantagione di peperoncino in Tanzania
(© Michel Günther/WWF)
15 giugno 2024
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La cannella, il pepe nero, i chiodi di garofano e molte altre spezie fanno parte degli usi dell’umanità da secoli, con le prime testimonianze nelle culture egizia, cinese e indiana. Gli esseri umani hanno usato le spezie come medicine nelle loro cucine e persino per la mummificazione nell’antico Egitto. Ma la conoscenza più antica dell’uso delle spezie come condimento risale al periodo neolitico. Resti delle erbette, infatti, sono stati trovati in tombe e grotte. Nel mondo antico e medievale, le spezie erano i prodotti di maggior valore. Erano così importanti da dare il via a lunghi viaggi per scoprire nuove rotte commerciali. Per non parlare delle spezie ed erbe che non conosciamo. La FAO ha segnalato anche il problema della perdita di sapere millenario: visto che diverse tribù, ma anche comunità minoritarie, stanno pian piano scomparendo, si va a perdere la loro conoscenza. Nonostante l’enorme patrimonio erboristico presente nelle foreste o presso diverse comunità, in futuro non saremo in grado di utilizzare spezie ed erbe meno conosciute, ma delle volte più resistenti e con più benefici per la biodiversità. Queste piante, semplici e importanti, sono oggi protagoniste di interventi mirati alla conservazione degli ecosistemi e coltivate usando soluzioni basate sulla natura.

Chiodi di garofano

Attraverso il progetto Africa Sustainable Investment and Infrastructure e l’amministrazione del distretto rurale di Morogoro, il WWF Tanzania ha distribuito 10’000 piantine di chiodi di garofano alle comunità dei distretti di Konde, Kinole, Tegetero, Tawa e Mtombozi. Durante la distribuzione delle piantine, il Segretario amministrativo della Regione di Morogoro, Dr. Mussa Ali Mussa, ha espresso la sua gratitudine al WWF Tanzania per i suoi sforzi nella conservazione e nel ripristino delle risorse naturali. “Sono molto colpito dalla preziosa collaborazione del WWF nella nostra missione comune di salvaguardare l’ambiente, con particolare attenzione alla conservazione delle fonti idriche vitali. Insieme, ci dedichiamo a migliorare il benessere delle comunità promuovendo pratiche agricole sostenibili, con particolare attenzione alla coltivazione di colture da reddito ecologiche come i chiodi di garofano. Sono convinto che i nostri sforzi congiunti, compreso il programma di ripristino delle piantine di spezie, siano molto promettenti per la popolazione di Morogoro rurale. Attraverso un’attenta manutenzione e cura, quest’iniziativa ha il potenziale per produrre molteplici benefici per tutti noi”. Herena Nikola è una delle beneficiarie, possiede una fattoria vicino a un fiume e ha ricevuto le piantine alcuni mesi prima. È entusiasta e spera che le cose cambino in meglio. “Questo progetto è incredibilmente vantaggioso per noi; ci ha dato la speranza di un futuro migliore. Siamo incoraggiati a continuare a conservare le nostre fonti d’acqua, sperando che presto saremo in grado di ottenere un reddito dai nostri sforzi attraverso la vendita delle spezie”.

Proteggiamo una riserva

Il WWF Svizzera italiana e Pro Natura Ticino organizzano tre giornate di ecovolontariato per contrastare le neofite invasive presso la riserva naturale di Cugnoli Curti a Quartino.

Un’azione di volontariato estivo in un luogo molto speciale sul piano di Magadino nel quale vivono molte specie di uccelli, tra cui l’usignolo e l’upupa. Troviamo inoltre piccoli animali come anfibi, scoiattoli e ricci oltre a delle piante rare.

La palude di Cugnoli Curti fa parte dell’Inventario federale delle paludi d’importanza nazionale e si trova dove un tempo vi era un braccio laterale del fiume Ticino. L’estrazione di ghiaia ha inoltre creato due grossi stagni comunicanti, oggi molto apprezzati dall’avifauna.

La riserva naturale è purtroppo invasa da tempo da diverse neofite, tra cui il poligono del Giappone o il bambù. Per proteggere la biodiversità locale è essenziale eliminarle dalla riserva poiché fanno concorrenza in modo considerevole alle specie autoctone. WWF e Pro Natura propongono questa attività perché solo con l’aiuto di molti, grandi e piccini, possiamo iniziare a controllare la loro presenza favorendo piante e animali locali. Le giornate (dalle 10 alle 16 con spuntino offerto) si terranno il 22 giugno, il 13 luglio, il 17 agosto.

Un ecovolontariato non è solo un’attività a favore della biodiversità, è anche un’occasione di apprendimento su tematiche ambientali, scoperta del territorio e aggregazione. Attivarsi per la natura è un’esperienza essenziale per concretizzare progetti ambientali permettendo anche di uscire dalla routine quotidiana.

Volete fare un gesto per la natura? Iscrivetevi e partecipate. Per domande e iscrizioni potete contattare lisa.boscolo@www.ch.

Il progetto in Tanzania

“La collaborazione tra le comunità della Tanzania e il WWF è stata fruttuosa per il futuro della conservazione sostenibile delle fonti d’acqua e dell’ambiente nel suo complesso, perché le piante che stiamo coltivando danno risultati a lungo termine, portando benefici alle comunità dal punto di vista economico e garantendo al contempo che le fonti d’acqua e l’ambiente rimangano sicuri”. Dice Juma Baraka del Wami Ruvu Basin Water Board di Morogoro. L’anno scorso il WWF ha distribuito 20’000 piantine di chiodi di garofano a diverse comunità selezionate, che sono state piantate su 340 ettari lungo gli argini di due fiumi che attraversano le quattro circoscrizioni selezionate. Quest’anno il WWF ha ampliato il progetto a causa di un’ampia area degradata individuata lungo gli stessi fiumi che deve essere ripristinata. Quest’iniziativa non solo garantisce pratiche sostenibili e salvaguarda il prezioso ecosistema, ma incrementa anche il business delle spezie. Massimizzare le sinergie tra la salute dell’ecosistema e il benessere umano, fornendo al contempo vantaggi economici interessanti e riducendo i rischi associati a una cattiva gestione ambientale, si è rivelato fondamentale per il ripristino della biodiversità. Il progetto verrà seguito ancora per alcuni anni e periodicamente verrà stilato un bilancio e, se andrà a buon fine, si potrà “esportare” in altre zone dell’Africa. Il progetto prevede che le comunità coinvolte ricevano, durante delle serate informative, tutte le informazioni su come avviare la vendita della spezia e di come inserirla in un contesto che vada a proteggere l’ecosistema.