Uno studio rivela i rischi per centinaia di animali
Hong Kong, metropoli costiera di 1’100 km² all’estuario del fiume Zhujiang nella Cina subtropicale, è un sorprendente scrigno di biodiversità. Nonostante secoli di sviluppo urbano, la città ospita ancora una varietà di specie, alcune delle quali minacciate a livello globale. Tuttavia, questa ricchezza naturale è sempre più a rischio. Per affrontare questa sfida, il WWF Hong Kong ha lanciato un ambizioso progetto di studio sulla biodiversità locale. Un team di esperti in ecologia e tassonomia ha condotto una valutazione approfondita della fauna. Lo studio ha preso in esame 1’197 specie, valutandone 886 appartenenti a otto gruppi faunistici principali. E purtroppo i risultati sono allarmanti: oltre il 25% delle specie analizzate è a rischio moderato o alto di estinzione locale. Il progetto non si è limitato a identificare le specie a rischio, ma ha anche mappato gli hotspot di biodiversità al di fuori delle aree protette ufficiali. Queste zone, spesso trascurate dalle politiche di conservazione, sono cruciali per la sopravvivenza di molte specie. L’obiettivo di questo studio è duplice: da un lato, fornire una base scientifica solida per le azioni di conservazione; dall’altro, sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità.
Nonostante le sue dimensioni ridotte e la fama di metropoli frenetica, Hong Kong vanta una ricca biodiversità, frutto della sua posizione geografica, topografia complessa, diversità di habitat e vasta rete di aree protette terrestri, tra cui Country Park, Aree Speciali e Aree Ristrette. La fauna non marina documentata include 18 specie di mammiferi di medie e grandi dimensioni, 584 uccelli, 71 rettili, 24 anfibi, 70 pesci d’acqua dolce, 272 farfalle, 134 libellule e 24 crostacei d’acqua dolce. Alcune specie locali, come il pangolino cinese, la tartaruga scatola cinese trifasciata (rarissima e purtroppo ancora oggi usata nella medicina cinese), sono in pericolo critico a livello globale, rendendo le popolazioni di Hong Kong di grande importanza. Tuttavia, essendo una delle aree più densamente popolate al mondo, Hong Kong affronta sfide significative nella conservazione della sua biodiversità. Le attività umane hanno avuto un impatto negativo sulla fauna locale, portando al declino delle specie e persino a estinzioni locali. L’annuncio recente della Strategia di Sviluppo della Metropoli Settentrionale e di altri megaprogetti di sviluppo minaccia ulteriormente le già vulnerabili popolazioni di fauna selvatica. Per questo motivo il WWF Hong Kong ha coinvolto 24 esperti per lo studio. Sono stati identificati vari hotspot e possibili soluzioni per garantire la sopravvivenza della ricca fauna selvatica della zona, senza frenare troppo i progetti degli amministratori. Questo per dimostrare che la convivenza è possibile. Inoltre, sono state create delle serate informative per la popolazione, per renderla più consapevole dello scrigno di biodiversità che la circonda.
Il recente studio sulla biodiversità di Hong Kong ha rivelato dettagli cruciali sullo stato della fauna locale. Tra i gruppi faunistici esaminati figurano mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e crostacei d’acqua dolce, farfalle e libellule. Questi gruppi, pur non rappresentando l’intera biodiversità del luogo, sono considerati dalla comunità scientifica ottimi indicatori della salute degli ecosistemi. L’analisi ha evidenziato che le specie più a rischio sono quelle dipendenti dagli habitat di pianura, come gli uccelli delle zone umide e i pesci d’acqua dolce. Questa situazione è largamente dovuta al fatto che il sistema di aree protette è fortemente sbilanciato verso le zone collinari, lasciando gran parte delle pianure rurali e delle valli remote esposte a minacce come il cambiamento dell’uso del suolo e il degrado degli habitat. Lo studio ha anche preso in considerazione le nuove sfide emerse negli ultimi anni, come l’espansione urbana e l’annuncio di ambiziosi piani di sviluppo locali e regionali. Questi fattori hanno portato a cambiamenti drammatici nello stato di conservazione di molte specie. Il rapporto prodotto da questo studio si propone, da una parte, come riferimento chiave per funzionari governativi, ricercatori, consulenti ambientali, gruppi ecologisti e altre parti interessate. Inoltre, il progetto incoraggia la partecipazione attiva dei cittadini. Gli appassionati di natura sono invitati a segnalare osservazioni di specie a rischio e potenziali minacce come il bracconaggio e la distruzione degli habitat. Questo approccio partecipativo mira a creare una rete di monitoraggio diffusa e a coinvolgere la comunità negli sforzi di conservazione. Solo in questo modo, infatti, si possono portare avanti progetti di conservazione a lungo termine.
Le specie invasive rappresentano oramai ovunque una grave minaccia per la biodiversità e Hong Kong non ne è esclusa. Queste specie possono competere con quelle native per risorse limitate o predarle direttamente, risultando estremamente difficili da eradicare una volta insediate. Nei corsi d’acqua e nei bacini locali, la proliferazione di specie introdotte come i ciclidi africani e sudamericani, il pesce gatto africano, i pesci testa di serpente tropicali, il pesce rampicante e il pesce gatto succhiatore sudamericano sta impattando significativamente sulla biodiversità acquatica e alterando l’equilibrio ecosistemico. Queste specie predatorie divorano numerose piante e animali acquatici nativi. Inoltre, il rischio di ibridazione tra specie strettamente imparentate, come i gechi tokay o le rane toro, richiede un’indagine approfondita. Ma anche cani e gatti che vivono allo stato selvatico stanno mettendo a rischio la fauna. Basti pensare che ogni anno i gatti uccidono miliardi di uccelli in tutto il mondo. A Hong Kong ci sono stati casi di lontre eurasiatiche e pangolini cinesi, entrambe specie ad alto rischio, uccisi o feriti da cani. Per questo motivo il WWF Hong Kong chiede che vengano effettuati più controlli sulle importazioni dell’acquacoltura, degli acquari e degli animali domestici. Inoltre, serve condurre uno studio a livello territoriale per valutare la situazione attuale delle specie invasive negli ecosistemi terrestri e acquatici, e preparare programmi di gestione per eradicare quelle che rappresentano gravi minacce per la biodiversità locale. E poi: promuovere una gestione responsabile degli animali domestici e installare telecamere di sorveglianza contro il bracconaggio.