Come velocizzare la conservazione
Non possiamo gestire ciò che non possiamo misurare ed è particolarmente vero quando si parla di conservazione. Cercare di misurare la biodiversità – la varietà della vita in una determinata area – è una parte fondamentale del lavoro di conservazione del WWF. Dopo i devastanti incendi che hanno colpito l’Australia nel 2020, il WWF Australia ha deciso di dare vita a un progetto per misurare meglio eventi estremi di questo genere e, di conseguenza, per prevenire danni ulteriori. È stato chiesto aiuto ai colleghi del WWF USA e, con la collaborazione di Google, è stato avviato un progetto di monitoraggio della fauna selvatica chiamato “Eyes on Recovery”. L’idea era quella di creare una rete di telecamere che fungessero da occhi nella savana. Nel 2023 gli esperti si sono recati nel Parco nazionale delle Blue Mountains, nell’Australia orientale. Per una settimana hanno camminato con la dottoressa Emma Spencer, coordinatrice del programma del WWF Australia, sul paesaggio incendiato per fissare le telecamere intorno ai tronchi. Il WWF e altre 20 organizzazioni hanno installato più di mille dispositivi su tutto il territorio. Poi il momento dell’attesa: cosa sarà stato immortalato?
Le fototrappole sono uno degli strumenti principali che gli esperti di tutto il mondo usano per raccogliere dati sulla biodiversità. Conosciamo tutti le potenti immagini della fauna selvatica che girano in rete. Ma forse non ci rendiamo conto che, con ogni bella foto, vengono raccolte anche migliaia di foto dello sfondo, senza alcun animale. Con il miglioramento della tecnologia, i sensori delle fotocamere diventano più veloci, le schede di memoria più grandi e le batterie durano più a lungo, il che significa che la quantità di dati che è possibile generare è diventata enorme. Tuttavia, in molti progetti, fino al 90% delle immagini catturate sono “falsi inneschi”. Immagini “vuote” di piante che si muovono al vento, di pioggia o neve che cade che attiva il sensore inutilmente. Non ci vuole molto quindi ad arrivare a numeri esorbitanti, soprattutto in un progetto colossale come “Eyes on Recovery” in Australia. Ad oggi, sono state raccolte più di 7 milioni di immagini, tra le quali magari si cela un solo koala che si arrampica su un giovane albero o una mamma vombato seguita dal suo cucciolo. Se una persona si prendesse anche solo due secondi per ogni immagine (durante una normale settimana lavorativa) ci vorrebbero circa quattro anni per esaminarle tutte. Ovviamente, non abbiamo tutto questo tempo se vogliamo portare avanti i progetti di conservazione. Il WWF, dunque, ha unito le forze con altre organizzazioni ambientaliste e Google, per sviluppare un modo migliore di gestione dei dati. Si tratta di un sistema di intelligenza artificiale e si chiama Wildlife Insights.
La nuova tournée del Pandamobil è ai blocchi di partenza! Il progetto di educazione ambientale più longevo del WWF Svizzera sta per immergersi in un nuovo e incredibile viaggio alla scoperta delle profondità marine. A partire da quest’autunno le classi di scuola dell’infanzia ed elementare potranno avventurarsi fino al punto più profondo del pianeta Terra, un ambiente misterioso e ancora poco esplorato, ma abitato da creature affascinanti e sorprendenti, un fragile ecosistema ricco di biodiversità che va protetto.
Ad accogliere le classi in questo viaggio ci saranno le animatrici e gli animatori del Pandamobil che, accompagnati dal Pesce remo – la mascotte del Pandamobil –, proporranno attività ludiche e sensoriali per scoprire i curiosi abitanti degli abissi e conoscere quali sono le sfide a cui devono far fronte. Il Pesce remo (Regalecus glesne), con i suoi 11 metri di lunghezza e la sua curiosa nuotata verticale, è solo una delle intriganti creature che abitano gli abissi. Non c’è dunque da stupirsi che questi luoghi siano sempre stati fonte d’ispirazione per miti e leggende su creature misteriose.
Chi desidera far arrivare il Pandamobil nella propria scuola può prenotarsi da subito iscrivendosi tramite un formulario online. Il Pandamobil è un container espositivo che attraversa tutta la Svizzera, fermandosi nel cortile delle scuole per qualche giorno o settimana. Le animazioni sono accompagnate da un dossier didattico per introdurre il tema e approfondirlo con schede per le allieve e gli allievi.
Dal suo lancio nel 1978, il Pandamobil ha circumnavigato il globo già cinque volte. Oltre 366’000 allieve e allievi hanno partecipato alle sue attività di sensibilizzazione.
Tutte le informazioni per prenotare il Pandamobil: wwf.ch/pandamobil
IA e la conservazione
Wildlife Insights è una piattaforma online che utilizza l’intelligenza artificiale per filtrare automaticamente tutte le immagini “vuote”, trovare quelle che contengono animali selvatici e identificare la specie presenti in una foto, anche se si tratta solo della fine di una coda o della punta di un naso! Wildlife Insights è attualmente in grado di identificare 1’300 specie diverse. Un sistema, dunque, che riesce a far risparmiare tempo agli esperti che operano sul territorio. Ma torniamo in Australia. Cosa è successo alle 7 milioni di immagini raccolte nella savana? Queste foto sono state caricate su Wildlife Insights e ordinate grazie all’intelligenza artificiale in poche settimane. Tra queste sono state individuate più di 150 specie diverse. Con l’aiuto di strumenti come Wildlife Insights, le informazioni arrivano più rapidamente, il che è fondamentale per specie come l’aliante maggiore, a rischio di estinzione. Un terzo del loro habitat è andato distrutto durante gli incendi, comprese le cavità degli alberi, che possono richiedere fino a 250 anni per formarsi. Come misura di emergenza, il WWF Australia e i suoi partner hanno installato delle cassette-nido artificiali e monitorando anch’esse con l’ausilio delle telecamere. Dopo aver analizzato le foto in Wildlife Insights, hanno scoperto con stupore che gli alianti stavano usando ogni singola cassetta-nido installata. Con le sfide sempre più grandi che la biodiversità deve affrontare, è essenziale continuare a trovare metodi innovativi di salvaguardia e monitoraggio attraverso la tecnologia e le partnership come in questo caso. L’accesso veloce a dati utili ci permette di prendere decisioni più rapide ed efficaci in materia di conservazione.