Un Wi-Fi che salva gli animali
Grazie al Wi-Fi oramai ci si può permettere di essere connessi praticamente ovunque: sia che si tratti di inviare e-mail da casa o di postare sui social media mentre si è in viaggio. E perché non usarlo allora per salvare gli elefanti? Una nuova tecnologia di comunicazione wireless, simile al Wi-Fi ma che utilizza una gamma di frequenze diverse, sta permettendo al WWF e ai suoi partner di testare nuovi modi per tracciare gli elefanti. Attraverso un progetto pilota che utilizza un tipo speciale di tecnologia wireless a lungo raggio nei collari degli elefanti, stiamo testando come questa nuova tecnologia funziona con il monitoraggio delle specie in aree ampie e remote. Questo nuovo mezzo, chiamato LoRaWAN, ovvero “Long-Range, Wide Area Network” potrebbe davvero cambiare le carte in tavola per il controllo della fauna selvatica. Questo sistema, infatti, per il momento verrà testato seguendo gli spostamenti dei pachidermi africani, ma in un vicino futuro potrebbe essere utilizzato ovunque nel mondo e su specie diverse. La rete wireless privata è progettata per la trasmissione di dati a lungo raggio e a bassa potenza tra dispositivi dotati della tecnologia a lungo raggio, in questo caso i collari ElephantEdge, sviluppati da SmartParks.
In cosa differiscono i nuovi collari utilizzati nel progetto pilota del WWF dai collari GPS usati a oggi? A differenza dei tradizionali collari GPS satellitari, questa tecnologia permette agli esperti di monitorare gli elefanti molto più frequentemente. Basti pensare che ora è possibile verificare la posizione dei pachidermi ogni cinque minuti invece che poche volte al giorno. Le batterie che alimentano i collari hanno una durata di circa sette anni, rispetto a uno o due anni tipici dei collari GPS, e pesano meno, riducendo lo stress per il singolo elefante.
Impostazione di una rete a lungo e ampio raggio: come per la maggior parte delle reti di comunicazione, è necessaria un’infrastruttura fisica per trasmettere i dati ai dispositivi collegati. Nell’arco di due anni, il WWF e i nostri partner, tra cui il Dipartimento dei Parchi nazionali e della Fauna selvatica dello Zambia e Game Rangers International, hanno costruito tre torri dotate di gateway, simili al router Wi-Fi di casa, che hanno fornito la copertura per i collari in gran parte del Parco nazionale Kafue e nelle aree comunitarie adiacenti. Una volta configurata, la rete può comunicare con tutti i sensori o i localizzatori GPS abilitati per inviare brevi messaggi su distanze superiori a 12 miglia, conservando la durata della batteria. Questo lo rende particolarmente utile per seguire gli spostamenti della fauna selvatica. Inoltre, così è più facile verificare se gli elefanti si stanno avvicinando troppo a villaggi abitati, azzerando praticamente i conflitti tra fauna selvatica e popolazioni locali.
Questo progetto pilota sta monitorando dieci giovani elefanti che fanno parte della struttura di salvataggio e rilascio di elefanti di Game Rangers International nel Parco nazionale di Kafue, in Zambia, poiché questo sistema lavora per reintegrare gradualmente i piccoli di elefante orfani nella natura. Il progetto, infatti, prevede che gli elefanti trascorrano sempre meno tempo nella struttura e che pian pianino inizino il proprio percorso all’interno di gruppi di elefanti che vivono liberi. Il test dei collari su questi elefanti che si affidano ancora alla struttura, ma che sono liberi di esplorare durante il giorno, può aiutare a tenerli lontani dai guai e ad avvisare i ranger se un elefante si avvicina troppo alle comunità. Molti di questi baby elefanti si sono ritrovati nella struttura di soccorso dopo aver perso le loro madri a causa del bracconaggio e del conflitto uomo-elefante e quindi si spera in futuro di evitare che i piccoli muoiano o – una volta adulti – finiscano nelle mani dei bracconieri. “Gli elefanti sono liberi di andare e venire durante il giorno, ma tornano alla struttura di notte”, ha dichiarato Eric Becker, specialista di ingegneria del WWF-USA per la conservazione della fauna selvatica. “Questo ci dà l’opportunità di monitorare e risolvere facilmente i problemi tecnici dei collari o di rimuoverli se stanno compromettendo la sicurezza degli elefanti. È più efficace dal punto di vista dei costi e ci permette di affrontare qualsiasi problema molto più rapidamente rispetto a quando monitoriamo gli elefanti selvatici”. Questi piccoli baby elefanti, dunque, aiutano gli esperti a comprendere meglio gli spostamenti e garantire la massima sicurezza per gli animali, visto che si può intervenire tempestivamente se dovessero esserci dei problemi.
Quali sono i prossimi passi per l’utilizzo di questa tecnologia per proteggere la fauna selvatica? Dopo aver monitorato e analizzato i dati, gli esperti del WWF valuteranno i dati raccolti e il sistema verrà adattato per determinare la fattibilità dell’uso di questa tecnologia su altri animali selvatici, come gli elefanti che vivono in libertà o i predatori come i leoni, e per la fauna selvatica di altre regioni del mondo. Per ora, gli esperti che lavorano all’interno del sistema Game Rangers International possono osservare i movimenti degli elefanti che indossano i nuovi collari e condividere con il WWF il feedback sulla manutenzione della nuova tecnologia. Grazie alla sua versatilità, alle capacità a lungo raggio e al basso consumo energetico, si tratta di una nuova ed entusiasmante soluzione tecnologica per altri interventi di conservazione. Il tracciamento dei veicoli, la gestione dei conflitti tra uomo e fauna selvatica e il monitoraggio dell’ambiente, come i flussi d’acqua, le condizioni meteorologiche e gli incendi, sono solo alcuni dei potenziali utilizzi. Pensiamo di utilizzare le informazioni raccolte per migliorare i piani di gestione, identificare i corridoi per la fauna selvatica e proteggere gli elefanti e gli altri animali selvatici dell’area. Ci aspettano dunque mesi di osservazione e valutazione per migliorare un sistema innovativo. Ma alla fine, quello che conta è garantire la sopravvivenza ad animali incredibili che rischiano di sparire dalla Terra e fare in modo che non ci siano più conflitti con le comunità locali.