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I pinguini reali

Tra l’Australia e l’Antartico

Pinguino reale dal ciuffo dorato
( © Shutterstock/WWF)
13 aprile 2024
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Chi riuscirebbe a nominare tutte le 18 specie di pinguini? Probabilmente solo gli esperti che amano e proteggono questi uccelli molto buffi e particolari. Sappiamo che alcuni di questi animali sono più famosi di altri, come il pinguino imperatore o il pinguino Adelie, entrambi diventati celebri grazie – anche – ad alcuni film della Disney, che hanno dedicato loro delle parti importanti. Ma che dire delle specie più rare, ma non per questo meno iconiche? Questa volta andremo a scoprirne uno di quelli meno conosciuti. Su un’isola a metà strada tra l’Australia e l’Antartide, ogni anno si riunisce la più nobile delle specie. Chiamato così per le corone nere e le vistose creste gialle che si estendono dal becco alla sommità del capo, il pinguino reale dal ciuffo dorato (Eudyptes schlegeli) è endemico, cioè limitato a una piccola area regionale, nei territori delle isole subantartiche australiane: l’Isola Macquarie e le vicine isole Bishop e Clerk. Sono proprio queste le zone che da anni sono di vitale importanza per gli esperti che studiano i pinguini e che lavorano per garantire la sopravvivenza di questa specie. Il WWF in primis ha avviato vari progetti per aumentare le aree protette, unico modo per mantenere alto il numero di nati.

Specie in ripresa

Come altre specie di pinguini, i pinguini reali sono animali altamente socievoli che formano grandi colonie per la riproduzione. Da settembre a marzo, sull’isola di Macquarie si trovano oltre 850.000 coppie riproduttive, uno dei più grandi raggruppamenti di uccelli marini del mondo. I pinguini reali che si riuniscono qui si nutrono nelle acque circostanti, spesso di krill, piccoli pesci e calamari. Durante la stagione riproduttiva, ogni coppia scava una piccola cavità o un nido in vista della deposizione di due uova. Il luogo in cui vivono rende la coppia un po’ “spietata”, che spesso spinge fuori dal nido la più piccola delle due uova e riserva le proprie energie per incubare l’uovo ritenuto “più forte”. Sebbene l’etica dello stile genitoriale del pinguino reale – agli occhi nostri - rimanga discutibile, deve essere considerato un successo. Questa particolare specie, infatti, è stata pesantemente sfruttata alla fine del XIX secolo: si stima che milioni di pinguini reali, pinguini Gentoo e pigoscelide antartici siano stati catturati per ricavarne olio. Le popolazioni dell’isola Macquarie si siano in gran parte riprese, nonostante abbiano dovuto superare un secolo di gravi minacce anche a causa di specie introdotte che competono per la vegetazione e predano i pulcini dei pinguini. In seguito al successo di un programma di eradicazione che ha eliminato dall’isola gatti selvatici, conigli e roditori, le popolazioni di uccelli marini sono di nuovo in fase di recupero. Ora emerge una minaccia grave e ancora più pressante per il futuro della popolazione di pinguini reali. L’isola Macquarie è vulnerabile alle conseguenze del cambiamento climatico.

Isola “bollente”

Nel febbraio del 2022, sull’isola Macquarie sono state registrate le temperature più calde mai registrate (17°C), tre gradi in più rispetto al record precedente. Con l’aumento delle temperature globali, viene incrementato anche il rischio di un riscaldamento delle acque subantartiche e di acidificazione degli oceani, che potrebbero avere un impatto sulla biodiversità di questa regione. L’isola di Macquarie è remota, a oltre 1.500 km a sud-est della Tasmania, senza altre masse terrestri consistenti nelle vicinanze. L’ecosistema marino è quindi interconnesso e sensibile ai cambiamenti: la diminuzione di una popolazione potrebbe avere effetti a cascata sui predatori, come la diminuzione dei pesci che si ripercuote sui pinguini e sulle foche o il declino dei pinguini che si ripercuote sulle orche. Il pinguino reale svolge un ruolo cruciale nel mantenere il delicato equilibrio del suo ecosistema. Essi fungono sia da predatori che da prede, contribuendo a regolare le popolazioni di altre specie nel loro habitat e la sua scomparsa risulterebbe dunque molto problematica. Esiste una chiara opportunità di offrire ai pinguini reali un’ulteriore protezione. Le riserve marine altamente protette che limitano le attività umane forniranno un rifugio alle specie iconiche dell’isola per adattarsi ai cambiamenti climatici. Nel febbraio 2023 il governo australiano ha annunciato la proposta di aumentare tre volte tanto le dimensioni dell’attuale parco marino di Macquarie Island che oggi si aggira attorno ai 162.000 chilometri quadrati. Il WWF ha accolto con favore questa proposta di maggiore protezione in una delle regioni più uniche del nostro pianeta e da un anno monitora la situazione sull’isola.

Scrigno di biodiversità

Il WWF ha una lunga storia di battaglie per la protezione dell’isola Macquarie e ha contribuito alla creazione del parco marino nel 1999 e nel 2007 ha attirato l’attenzione mondiale sui problemi legati agli animali non autoctoni che devastano la fauna selvatica. Ogni anno l’isola ospita un incredibile spettacolo della fauna selvatica, con numerose specie che arrivano dall’oceano meridionale per riprodursi. Ma non ci sono solo i pinguini reali dal ciuffo dorato su quest’isola così lontana e particolare. L’isola ospita anche pinguini Gentoo e i pinguini saltaroccia, così come quattro specie di albatros. Si stima che durante la stagione riproduttiva si riuniscano 80.000 elefanti marini. Macquarie è anche l’unica isola in cui si trovano tutte e tre le foche da pelliccia: antartica, subantartica e neozelandese. Per decenni pinguini e foche sono stati catturati e uccisi per produrre olio di grasso. Macquarie è stata dichiarata riserva naturale nel 1933, ma gli animali introdotti, come topi, ratti e conigli, distruggevano la vegetazione, causando frane che uccidevano la fauna selvatica. Una volta liberata l’isola dagli animali non autoctoni, il numero di pinguini è migliorato. Purtroppo, ora è la crisi climatica il prossimo problema. Il numero di coppie di pinguini Gentoo che si riproducono sull’isola Macquarie si è dimezzato negli ultimi vent’anni mentre il numero di pulcini di pinguino reale ha iniziato a diminuire gradualmente da quando è iniziato il conteggio annuale nel 2007. L’obiettivo, dunque, non è solo quello di aumentare le aree protette, ma attivarsi per diminuire il riscaldamento globale.