Un rapido declino che va fermato
Il WWF ha lanciato il suo tredicesimo Living Planet Report (Lpr). Rappresenta una panoramica completa dello stato dei sistemi naturali, e attraverso l’Lpi (Living Planet Index) monitora l’abbondanza di fauna selvatica globale. All’indagine hanno contributo oltre 125 esperti di tutto il mondo. L’indice Lpi viene calcolato grazie al database della Zoological Society of London (Zsl). Negli ultimi 50 anni si è registrato un calo medio del 68%. Un dato catastrofico secondo il dott. Andrew Terry, direttore conservazione della Zsl. “Questa è una chiara prova del danno che l’attività umana sta arrecando al mondo naturale. Se non cambia nulla, le popolazioni continueranno senza dubbio a diminuire. Ma sappiamo che agendo sull’attività di conservazione delle specie possiamo allontanarci da questo baratro. Servono impegno, investimenti e competenza per invertire queste tendenze”. Il Lpr offre anche delle soluzioni e ha individuato i vari hotspot, dove è necessario agire. La più recente mappatura rivela che solo una manciata di Paesi ospita la maggior parte delle aree ancora libere dall’impronta umana, le ultime aree selvagge terrestri rimaste sul nostro pianeta. Sono: Russia, Canada, Brasile e Australia.
Le foreste bruciano, le zone umide scompaiono, i ghiacciai si sciolgono e il livello del mare si innalza. Conosciamo queste immagini e sentiamo istintivamente che qualcosa sta andando storto. Non può essere vero. Eppure… le nostre impressioni e le immagini dei media coincidono con quanto afferma la scienza. Lo conferma anche l’edizione 2020 del Living Planet Report del WWF: la perdita di biodiversità continua. Tutto è in espansione, solo la biodiversità è in declino. L’indagine mostra un calo medio del 68% per mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci. Qui i numeri dettagliati per regione: 24% di riduzione per Europa e Asia occidentale; 33% in Nord America; 45% Asia orientale e Pacifico; 65% in Africa e infine Sud America e Caraibi che detengono il triste record di una perdita pari al 94%. Ma possiamo fermare questo declino? Sì, la perdita di biodiversità terrestre può essere arrestata e persino invertita: a condizione che si creino ulteriori aree protette (sia terrestri che marine) e si modifichi l’uso del territorio e il sistema alimentare ad esso associato.
Dobbiamo ridurre l’uso di pesticidi, dobbiamo rivalutare il modo in cui mangiamo. Infine, bisogna spostare le agevolazioni che al momento vanno all’industria del fossile e investire quel denaro nell’energia rinnovabile. I governi possono stabilire la strada da seguire? Fino a poco tempo fa, sembrava inconcepibile mobilitare enormi somme di denaro per combattere i cambiamenti climatici. Eppure, lo si sta facendo con la pandemia Covid19. Le persone hanno dimostrato che è possibile fare uno sforzo in più. Abbiamo l’obbligo morale di farlo.
Le cause principali del drammatico declino delle popolazioni di specie terrestri sono la perdita e il degrado degli habitat, inclusa la deforestazione, influenzata anche dal modo con il quale l’umanità produce cibo. Le specie in via di estinzione analizzate includono il gorilla di pianura orientale, il cui numero nel Parco Nazionale Kahuzi-Biega (Repubblica Democratica del Congo) ha visto un calo stimato dell’87%, principalmente a causa della caccia illegale, e il pappagallo cenerino in Ghana sud-occidentale, il cui numero è diminuito fino al 99% a causa delle trappole usate per il commercio di uccelli selvatici e della perdita di habitat. Sono state monitorate oltre 4’000 specie di vertebrati. Anche le popolazioni di fauna selvatica che si trovano negli habitat di acqua dolce hanno subito un calo dell’84%. Lo storione cinese per esempio, nel fiume Yangtze in Cina, è diminuito del 97% a causa dello sbarramento del corso d’acqua. La situazione è drammatica in Sudamerica e ai Caraibi, dove la popolazione di vertebrati è diminuita complessivamente del 94%. Come se non bastasse anche i più piccoli del regno animale sono a rischio. Gli insetti dominano il regno animale visto il numero incredibile di specie (si parla di oltre 5,5 milioni di specie di insetti). La maggior parte di loro è di casa ai Tropici. Svolgono un ruolo fondamentale in tutti gli ecosistemi terrestri: impollinano le piante, regolano i parassiti, lavorano il suolo e forniscono cibo ad altri animali. Ora, le osservazioni e gli studi a lungo termine in Europa occidentale e Nord America mostrano un calo rapido e continuo del numero di insetti e della loro biomassa. Solo in Europa è scomparso il 39% di tutte le farfalle. Se l’uso del suolo rimane invariato, gli insetti sono minacciati anche in altre parti del mondo.
Crea un gruppo con gli amici e i parenti; se sei uno
studente, puoi coinvolgere i tuoi compagni di classe a scuola; se sei un genitore, valuta insieme ad altre mamme ed altri papà cosa si può fare per aiutare il nostro pianeta. Perché non scambiarsi i vestiti dei più piccoli? Perché non essere attivi sui social media, sensibilizzando altri ragazzi? Fai una riflessione sul cibo: meglio mangiare più frutta e verdura di stagione! Per un chilo di carne bovina occorre 70 volte più terra che per 1 chilo di verdura. Si potrebbe ridurre il consumo di carne e pesce e prendere una cassetta biologica della regione. Scrivi ai politici: spiega loro come vorresti che fosse la politica climatica. Chiedi loro cosa sono disposti a fare per proteggere un habitat prezioso della tua zona! Chiedi loro come vogliono migliorare le cose. Crea un habitat per gli animali nel tuo giardino o sul tuo balcone - ad esempio con piante da fiore per api e farfalle o potresti ospitare un hotel per insetti. Utilizza meno plastica e se proprio non si può evitare, utilizzala più volte. Porta sempre con te una borraccia dell’acqua o un sacchetto in stoffa della spesa. Cerca di scoprire se nella tua zona ci sono negozi di generi alimentari “sfusi”. Acquista oggetti che durano a lungo e che possono essere riparati o riutilizzati. Scopri se nella tua zona ci sono gruppi che danno in prestito oggetti che si usano poco e niente: se ti serve il trapano, mica devi comprarlo visto che lo userai una o due volte all’anno. Esci, vai in un bosco, in montagna, lungo il lago e respira. Scopri le piccole meraviglie della natura che puoi trovare ovunque intorno a te e aiutaci a preservarle.