Foreste pluviali, a rischio i polmoni della Terra!
Abbiamo un solo pianeta, che sfruttiamo ben al di là delle sue risorse. La crisi climatica, i mari invasi dai rifiuti o la perdita di biodiversità sono problemi che a volte sembrano lontani dalla nostra piccola realtà. Ma, purtroppo, non è così: gli effetti negativi di questi disastri ambientali hanno un impatto diretto su tutti noi, senza eccezioni. Ne sono ben coscienti i giovani di WWF Youth, che per questo motivo hanno deciso di passare all’azione. Si può restare fermi a guardare o intervenire per innescare un cambiamento. Loro hanno scelto la seconda opzione.
Nato appena due anni fa seguendo le orme di nazioni vicine, WWF Youth si è presto consolidato in un movimento attivo in tutta la Svizzera, composto da giovani tra i 14 e i 25 anni che si impegnano in azioni concrete a favore dell’ambiente e della sostenibilità. Il WWF fa da supporto offrendo strumenti e conoscenze necessari alla realizzazione di svariati progetti, ideati dall’inizio alla fine dai giovani stessi.
La sezione ticinese è la più piccolina, con una decina di membri attivi, eppure ha deciso di esordire con un’idea davvero ambiziosa: la creazione di una petizione dal titolo “Il divertimento può essere ecosostenibile”, per promuovere l’uso di stoviglie riutilizzabili durante gli eventi pubblici. In soli tre mesi sono state raccolte 6’700 firme, consegnate poi alle autorità cantonali e comunali nel maggio del 2019. Il rapporto di Commissione verrà presto discusso in plenum dal Gran Consiglio, con grande soddisfazione del gruppo.
Questo primo progetto ha permesso ai giovani non solo di impegnarsi attivamente per l’ambiente, ma anche di promuovere le loro idee a livello politico ed arricchire le proprie competenze professionali, scientifiche e comunicative. Praticamente sono diventati dei veri e propri esperti della plastica: hanno impiegato le conoscenze acquisite per promuovere, parallelamente alla petizione, altre piccole azioni come serate informative, presentazioni nelle scuole o clean-up.
I successi raccolti in un solo anno di attività hanno motivato i giovani ticinesi a mantenere vivo il gruppo, muovendosi verso nuovi ed entusiasmanti obiettivi. Al momento le energie sono concentrate nella realizzazione di un Label di ecosostenibilità, per identificare e valorizzare gli eventi pubblici più meritevoli che hanno luogo nella regione. L’impegno, la positività e la convinzione con cui questi ragazzi e ragazze portano avanti le proprie idee devono essere d’esempio per tutti noi: forse è proprio vero che, tutti insieme, possiamo cambiare il mondo. Noi ci crediamo.
Per chi volesse unirsi al gruppo: wwf.ch/youth.
Al Naturiamo si cercano le tracce degli animali; si creano decorazioni con foglie, fiori e legnetti; si osservano da vicino gli insetti di un prato colorato, si cucina al fuoco e ci si siede sotto un albero a sentire suoni e odori del bosco. Queste sono solo alcune delle tante attività proposte al Naturiamo, uno stage in educazione ambientale destinato a tutte le persone interessate a scoprire o approfondire il tema delle attività in natura. Svolgere attività all’aria aperta è fondamentale sia per lo sviluppo personale sia per la protezione ambientale. Ce ne sono per tutti gusti: possono essere scientifiche, ludiche, sensoriali, artistiche, movimentate o rilassanti. Non c’è nulla di meglio che sperimentare in prima persona per comprendere il valore di queste attività. Un’occasione per approfondire il proprio rapporto con la natura e acquisire un ricco bagaglio di esperienze da sviluppare e, magari in futuro, riproporre. Lo stage vuole fornire gli strumenti e le conoscenze necessari a poter proporre attività in natura. Al suo interno vi sono dunque anche momenti di teoria dove vengono fornite le basi di educazione ambientale e di pedagogia attiva, si affrontano le dinamiche di gruppo e viene discussa la responsabilità e il ruolo dell’animatore. È altrettanto importante mettersi alla prova e non manca dunque anche un piccolo progetto di gruppo per la realizzazione di una proposta didattica. La formazione è utile a tutti, sia per chi è alle prime armi sia per chi ha già esperienza nel campo dell’educazione. Docenti, guide escursionistiche, animatori, divulgatori scientifici, genitori, educatori, nonni e forestali sono tutti benvenuti a partecipare allo stage che si terrà su tre momenti differenti: dal 15 al 18 ottobre 2020, il 23 gennaio e dal 19 al 22 marzo 2021. Maggiori informazioni e iscrizioni su www.cemea.ch
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale delle foreste pluviali. Questa giornata vuole ricordarci quanto siano preziose queste risorse naturali e incoraggia progetti e azioni per preservarle. Le foreste pluviali, infatti, sono vitali per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Dipendiamo dalla sola foresta amazzonica per il 20% dell’ossigeno che respiriamo e dell’acqua dolce che beviamo. Queste immense foreste assorbono la nostra anidride carbonica, stabilizzano i modelli climatici e ospitano la metà delle specie vegetali e animali del mondo (chissà quante altre specie di piante e animali devono ancora essere scoperte). Gli sforzi collettivi - che vengono messe in atto da organizzazioni come il WWF, ma anche da associazioni più piccole - possono avere un impatto positivo sulle foreste pluviali, sulla biodiversità e sul clima in tutto il mondo, contribuendo a preservare un futuro sano per tutti. Eppure, le foreste pluviali coprono solo il 6% della superficie terrestre. Snoccioliamo altri dati: più del 25% delle nostre medicine moderne e l’80% del cibo del mondo proviene dalle foreste pluviali tropicali, tra cui avocado, arance, limoni, banane, mais, patate, riso, cacao, cannella, caffè e vaniglia. Vi troviamo oltre 3’000 frutti diversi! Le foreste pluviali sono tra i luoghi più biodiversi della Terra, eppure ogni anno perdiamo foreste al ritmo di 13 milioni di ettari all’anno a causa dell’agricoltura, dello sviluppo e del disboscamento illegale. Cosa fare dunque? Aiutaci a proteggere questi luoghi. Acquista prodotti con l’etichetta FSC o RSPO e non sprecare carta.
Ogni anno aumenta la domanda di soia da foraggio, caffè, olio di palma, legno tropicale e carne bovina. Questa crescita esponenziale sta mettendo a rischio i polmoni verdi della nostra Terra, le foreste pluviali. Come avrete già letto, ogni anno spariscono 13 milioni di ettari di foresta pluviale. Si tratta dell’equivalente di 35 campi da calcio al minuto. Avete letto bene: al minuto. Queste foreste vengono distrutte per avidità dei grandi proprietari terrieri e per colpa di governi che non hanno interesse a proteggere a lungo termine il proprio territorio. Sono tantissime le multinazionali agricole che sfruttano questi luoghi, anche perché ci sono ancora troppi consumatori che non si chiedono da dove provengano i prodotti acquistati nei supermercati. Ma a lungo andare, questa visione miope porterà al collasso di queste foreste, che ospitano una varietà di biodiversità ancora tutta da scoprire. Come WWF creiamo zone protette, ma non solo: aiutiamo i piccoli produttori nella produzione e vendita dei loro prodotti e ci occupiamo della riforestazione di vaste aree. Entro il 2030 la metà delle foreste sarà sotto protezione o sottoposta ad una gestione più rispettosa. In questo modo vogliamo frenare il degrado dei boschi. Inoltre, sempre nei prossimi dieci anni si rivalorizzeranno 350 milioni di ettari di superficie forestale. Siamo operativi in ben 102 Paesi e insieme a vari partner puntiamo a proteggere quanta più superficie possibile. In questo modo si protegge la biodiversità, ma allo stesso tempo si garantisce la sopravvivenza a milioni di persone.