Un problema globale, che va affrontato
Qualche anno fa uno dei temi principali sui social media erano le cannucce di plastica. Praticamente erano diventate le nemiche numero uno. Questo dopo che il video di una tartaruga con una cannuccia infilata nel naso aveva fatto il giro del mondo. Avevamo davanti agli occhi il problema e quindi si decise che tutti dovevano smettere di usare le cannucce di plastica. Ma il problema della plastica che inquina i nostri fiumi e gli oceani è molto più grande. Oggi come oggi, camminando per qualsiasi città del mondo, si trovano qua e là mascherine sanitarie gettate a terra. Il loro utilizzo è prezioso e protegge noi e gli altri dal virus che ha cambiato in poco tempo la vita di tutti noi. Ma il loro smaltimento corretto è essenziale per non appesantire ulteriormente la situazione nei nostri mari. Eppure, già oggi arriva l’allarme da ogni angolo del mondo: in alcune zone ci sono più mascherine e guanti in lattice in mare che meduse. Secondo uno studio, se anche solo l’1% delle mascherine finisse per sbaglio nei mari, ogni mese si avrebbero 10 milioni di mascherine disperse in natura. Quindi, quando possibile meglio optare per le mascherine lavabili e soprattutto, bisogna smaltire in maniera corretta quelle sanitarie.
Il WWF si è prefissato un obiettivo: No Plastic in Nature entro il 2030. Troppo audace? Forse, ma se iniziassimo tutti a prendere parte a questo grande progetto, la situazione potrebbe cambiare. “Oggi la scienza ci dice che una riduzione del 50% è possibile – spiega Erin Simon, direttore della ricerca e sviluppo per la sostenibilità del WWF –. Il WWF vede l’urgenza di cambiare mentalità e giorno dopo giorno osserva gli impatti diretti sui nostri ecosistemi. Quello che viene fatto al momento non è sufficiente. Per questo penso che dobbiamo essere ambiziosi, perché il problema è veramente enorme”. E con la crisi sanitaria la situazione è peggiorata. Le mascherine sono essenziali per la nostra protezione e per la protezione degli altri, ma qui è richiesto uno sforzo da parte di tutti, affinché non finiscano in natura. Quando vediamo galleggiare in mare o nei nostri laghi delle mascherine o le vediamo nei boschi o sulle nostre strade, la prima cosa che pensiamo è “dovrebbero essere gettate nella spazzatura e non per terra”. Tutti hanno un ruolo da svolgere: le aziende, l’industria della gestione dei rifiuti, i governi e i consumatori. Le aziende hanno il controllo sul modo in cui confezionano i prodotti, sulla provenienza delle materie prime per la plastica e sul modo in cui i prodotti vengono confezionati per la consegna. Ma molte aziende, Comuni, persino governi non sono dotati di una tabella di marcia per fermare il flusso. Per questo motivo il WWF ha creato un gruppo di lavoro, chiamato ReSource, che aiuta le aziende nel fermare l’uso eccessivo o errato di plastica.