Da una parte si parla sempre più spesso di cambiamenti climatici e riscaldamento globale, dall’altra sembra una contraddizione
Da una parte si parla sempre più spesso di cambiamenti climatici e riscaldamento globale, dall’altra sembra una contraddizione viste le abbondanti nevicate degli ultimi mesi. La realtà è che il meteo è una cosa, mentre il clima è più complesso e si riferisce all’insieme delle condizioni atmosferiche nel lungo periodo. Se non riconosciamo la differenza, non ci sarà chiaro quanto sia urgente agire affinché le emissioni di CO2 vengano abbassate. Gli ultimi tre anni sono stati i più caldi mai registrati, con il 2017 ad occupare il gradino più alto del podio per quel che riguarda la temperatura degli oceani. Di fatto 17 dei 18 anni più caldi mai registrati sono stati in questo secolo. Eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello dei mari e del loro tasso di acidità, specie estinte ed ecosistemi minacciati, sono dovuti proprio ai cambiamenti climatici e l’uomo ne è la causa principale.
Cause: le emissioni di CO2 hanno determinato l’inquinamento e l’aumento delle temperature. Un problema globale che necessita di una soluzione, e in questa direzione è orientato l’accordo di Parigi, che vuole incoraggiare flussi finanziari sostenibili. A causa della sua forte dipendenza da petrolio, uranio e gas naturale, che ammontano all’80% del suo fabbisogno energetico, la Svizzera ha grandi margini di miglioramento. L’elevato consumo energetico fossile del nostro Paese si spiega per il 32% con il trasporto di merci e viaggiatori mentre il 26% con il riscaldamento degli edifici (fonte Ufam). Il nostro Paese si posiziona infatti solo 12esimo nel Climate Change Performance Index (Ccpi), e sarebbe anche peggio se si dovessero prendere in considerazione i beni importati e il relativo consumo d’energia di produzione nel Paese d’origine. In sostanza, la Svizzera si posiziona discretamente, ma in realtà le sue emissioni di CO2 finiscono sulle spalle di quei Paesi che producono beni per il popolo elvetico.
Energia e Sostenibilità: un cambio di rotta è possibile. La promozione dell’energia rinnovabile, l’aumento della sua efficienza e la riduzione degli sprechi sono i primi passi verso un futuro sostenibile. È altrettanto cruciale il sostegno nell’introduzione di risorse rinnovabili per l’energia nelle zone rurali del Sud del mondo sin dall’inizio della loro crescita economica.
Obiettivi: entro il 2030 il WWF auspica: il dimezzamento delle emissioni di CO2 rispetto al 2020, il 50% della domanda globale di energia coperta dalle rinnovabili, l’efficienza raddoppiata rispetto al 2012 e la garanzia d’accesso all’energia in tutto il mondo.
Quanto sono rispettose dell’ambiente le banche e le casse pensioni? E la gestione del tuo risparmio previdenziale? La tua banca investe nel petrolio?
Rating WWF casse pensioni: in Svizzera le casse pensioni aziendali gestiscono più di 800 miliardi di franchi, un patrimonio che supera abbondantemente il prodotto interno lordo (Pil). Con un peso tanto smisurato hanno sia il potere di influenzare l’andamento del mercato e le decisioni delle imprese in cui investono, sia la responsabilità di richiedere degli standard ecologici più ambiziosi nella loro gestione aziendale.
WWF e ShareAction, in un’analisi del 2016 delle venti più grandi casse pensioni, che rappresentano circa un terzo di tutti gli istituti di previdenza svizzeri, hanno sviluppato un rating basato sulla sostenibilità e trasparenza degli investimenti. Seppur tutte le casse pensioni in esame siano più o meno consapevoli del loro compito nell’investimento responsabile, il rating evidenzia che le loro decisioni, i loro processi e le loro strutture gestionali non integrano sufficienti strategie di sostenibilità. In particolar modo, il rating mostra come nelle scelte d’investimento, la maggioranza delle casse pensioni svizzere in esame non integri criteri legati alla sostenibilità. In parole povere: non investono ancora abbastanza in energie rinnovabili o nella tutela dell’ambiente.
Rating WWF Retail Banking: anche le banche ricoprono una funzione cruciale nel circuito economico svizzero: attraverso il loro ruolo di mediazione contribuiscono a guidare lo sviluppo dei settori economici. Purtroppo le banche svizzere risultano poco innovative e lungimiranti. Questo è ciò che risulta da una valutazione effettuata tra il 2016 e il 2017 delle 15 maggiori banche al dettaglio svizzere. Il WWF – in collaborazione con l’agenzia di rating indipendente Inrate – ha concluso che il settore bancario non tiene sufficientemente conto della sostenibilità nella concessione di crediti e nell’effettuare investimenti.
In vari Paesi del mondo si stanno facendo strada istituti di credito che puntano solo sul risparmio trasparente, etico e solidale che sostiene esclusivamente progetti ecologici e sociali. “Il WWF Svizzera si aspetta che una banca crei e promuova continuamente un equilibrio corretto a lungo termine tra gli interessi ecologici da un lato e sociali ed economici dall’altro, di tutte le parti interessate” – Thomas Vellacott, Ceo WWF Svizzera. Il rating completo lo si trova sul nostro sito web: wwf.ch.