Tokyo 2020

Tutti pazzi per Noè Ponti

Il ticinese, accolto da familiari, amici e allenatore, è stato ricevuto a Bellinzona da un comitato d'accoglienza festante

Foto servizio Ti-Press/Gianettoni
2 agosto 2021
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Un bagno di folla. Prima all'aeroporto di Kloten, dove è atterrato nel pomeriggio. Poi, una volta esaudite le richieste di fotografie, interviste e applausi per prendere la direzione di casa, alla stazione di Bellinzona, dove è stato accolto da amici, conterranei che si sono dati alla pazza gioia, autorità comunali e cantonali, come il protocollo richiede e come è anche giusto che sia, sponsor e sostenitori giunti per un abbraccio di riconoscenza, fotografi, anche lì, e ci mancherebbe.

Le prime immagini che Noè ha visto a Zurigo, una volta rimesso piede sull'amato suolo elvetico, sono le bandiere del comune di Gambarogno e del Cantone Ticino, in bella vista davanti ai familiari giunti a Kloten per riabbracciarlo dopo tanti giorni. Giorni che il 20enne locarnese ha trascorso in una dimensione a cinque cerchi che l’ha proiettato nell’Olimpo del nuoto, in virtù di quella straordinaria medaglia di bronzo che ha sfoggiato davanti ai tifosi presenti all’aeroporto per salutare i più recenti medagliati svizzeri, lo stesso Ponti, Jérémy Desplanches, Belinda Bencic e Vitkorija Golubic, Nina Christen e Nikita Ducarroz, accolti alla stregua di eroi nazionali. Un bagno di folla meritato, per atleti che hanno scritto pagine memorabili di sport svizzero.

Preceduto dal suono un po’ sinistro della vuvuzela suonata dallo zio “Mamo”, Noè ha concesso ai microfoni Rsi le prime emozioni su suolo svizzero. «Non mi aspettavo così tanta gente - ha detto piacevolmente sorpreso -. In volo ci siamo divertiti, devo dire che ci hanno coccolato». Quasi undici ore di volo: l’occasione buona per ripercorrere l’impresa compiuta a Tokyo. «A quanto pare l’ho vinta veramente, questa medaglia - scherza Noè, sempre pronto alla battuta -. Forse non ho ancora realizzato appieno quello che ho realizzato, ma ci sto arrivando».

In Giappone ha sentito forte e chiaro il sostegno di tutti coloro che ne hanno seguito le prodezze. «Ho sentito il supporto di tutta la Svizzera italiana, ho ricevuto migliaia di messaggi e di complimenti. Devo proprio dire che i ticinesi si sono fatto sentire». Quale ricordo resta, a caldo, di questa Olimpiade? «L’ho vissuta in modo normale, se non fosse che non c’era pubblico e c’era l’obbligo di indossare la mascherina».

E ora? «Me ne torno a casa, poi vado in vacanza. Tra due settimane e mezzo sarò nuovamente qui, a Zurigo, per il volo che mi porterà negli Stati Uniti. Ma ora non ci penso, penso solo alle vacanze».