Un buon avvio, poi un incubo da cui il renano pare uscire con le proprie forze, prima del forfait di Mannarino, kappaò per un guaio fisico. Ora sfiderà Gasquet
A differenza di Belinda Bencic, per non citare che lei, Roger Federer è tra i pochi privilegiati che possono mettere piede in campo in un martedì segnato dalla pioggia, agli Internazionali d'Inghilterra. Con il basilese che inizia al coperto, sotto il tetto del centrale, la sua ventiduesima apparizione nel singolare a Wimbledon (un record, manco a dirlo), opposto al francese Adrian Mannarino contro cui, in vita sua, ha perso in una sola occasione su ben sette confronti diretti. Tuttavia, stavolta per Roger nazionale, senz'altro poco rinfrancato dalle sue ultime apparizioni, il pomeriggio parte subito in salita: ben tre palle break d'entrata concesse all'avversario, situazione a dir poco drammatica in cui, però, il numero 8 al mondo riesce a salvarsi nel più convincente dei modi. E convincente è anche il seguito della prima frazione per l'elvetico, che sul 5-4 con Mannarino al servizio si crea le prime due palle set, concretizzando la seconda (che è pure la sesta palla break in totale) per il più classico dei 6-4.
Anche nel secondo set l'equilibrio regna sovrano, con Federer che sembra tanto a suo agio quand'ha il servizio dalla sua, mentre sulla battuta del francese si mostra ben più discreto. Alla fine la decisione arriva al tie break, dopo tre quarti d'ora di scambi, dove il renano spara subito un dritto in rete e poi sbaglia praticamente tutti i colpi, mentre il suo rivale, aiutato anche dal nastro, arriva fin sul 5-1 e poi sul 7-3: tutto da rifare, insomma, dopo 1 ora e 31 minuti di gioco.
E il terzo set inizia com'era finito il secondo, con l'elvetico che continua a balbettare il suo tennis, e dopo 10 minuti Mannarino ha già in tasca il primo break. Federer però reagisce, si carica da solo, stringe il pugno e riesce a riportare in quota il suo tennis, sfruttando la seconda opportunità per l'immediato controbreak, tornando sul 2-1. Il 2-2 che arriva subito dopo, però, è ingannevole: sul 3-2, infatti, il francese gli strappa di nuovo il servizio, addirittura con un gioco in bianco, lanciandosi verso la conquista di un secondo set filato, dopo 2 ore e 6 minuti di gioco.
Col pubblico tutto votato alla sua causa, Federer si aggrappa alle energie che gli restano ma pure al suo talento. Così, in avvio di quarta frazione la testa di serie numero 6 comincia a spingere: finalmente c'è il break, e poi via, spedito fin sul 4-1, con il renano che si crea altre due chance, ma non le riesce a sfruttare. Poi, ecco il colpo di scena, al settimo gioco: preso in contropiede, Mannarino scivola e il ginocchio ha la peggio. A quel punto, sul 4-2 (15-15) entra in scena il medico, e dopo qualche manipolazione, tra il giubilo del pubblico, il francese riprende posto in campo. Il tennis sarà anche sacrificio, ma non è uno sport in cui si può star fermi: così sul 6-2 si chiude il set, e fanno due a testa in 2 ore e 42 minuti di gioco. Mannarino, tuttavia, capisce che continuare così non ha senso, e dopo un solo colpo nel quinto set getta la spugna. Tra gli applausi. Meritati, sul serio. E Federer non dirà certo il contrario. Anzi: «È terribile che un semplice punto possa cambiare l'esito di una partita, una stagione e persino una carriera: spero che non sia troppo grave per lui. Meritava di vincere, era lui il migliore in campo», sono le prime parole di Roger. Che al secondo turno attende un altro francese, il trentacinquenne Richard Gasquet.