Dopo un’edizione infelice nel Canton Berna, il torneo approda in Ticino: 'Il richiamo della città sul Ceresio è decisamente un altro'
La prima edizione del Ladies Open Wta, andata in scena a Bienne nel 2017, aveva deluso le attese. Dal punto di vista delle emozioni (decisamente contenute), dal profilo tecnico – non c’erano nomi particolarmente di richiamo, e lo spettacolo ne ha risentito – e dell’affluenza. Il pubblico, abituato a rispondere all’appello se l’offerta è accattivante, si è fatto desiderare, al centro federale di Bienne, anche perché distratto dalle vacanze di Pasqua e poco propenso a chiudersi in un palazzetto mentre fuori splendeva un sole che invitata a fare altro.
Tutti fattori che hanno inciso in maniera negativa sull’esito del torneo che quest’anno si sposta nella ben più suggestiva cornice del Tennis club Lido di Lugano, scelta dagli organizzatori per rilanciare una manifestazione che conta tanto sull’effetto Ticino per puntare forte sulla propria immagine di torneo internazionale di assoluto spessore. «A Bienne non è andata benissimo – ricorda Géraldine Dondit, ex ‘pro’ della racchetta, oggi direttrice del torneo – anche se l’impegno da parte degli organizzatori non mancò. Lugano, però, non me ne vogliano a Bienne, ha decisamente un altro richiamo. Soprattutto agli occhi degli svizzero-tedeschi, ma anche per gli sponsor. La bellezza del luogo, la possibilità di offrire ai clienti qualcosa di suggestivo, a margine dell’evento, in una cornice fantastica come quella della città sul Ceresio, sono impagabili. Quando, in Svizzera, pensi a un luogo bello in cui organizzare qualcosa, il primo pensiero va al Ticino».
Il Tc Lido e il suo staff hanno già ospitato in passato, e con grande successo, il Challenger Atp. Il Ladies Open si appoggia quindi a una struttura già rodata, pronta a rimettersi in moto. «Forte dell’esperienza maturata con il Challenger maschile, il Tc Lido mette a disposizione dell’organizzazione persone che già erano attive in passato, la cui esperienza torna utile anche al torneo di aprile: a partire da Eugenio Brianti, presidente del comitato organizzatore, oggi come allora. Abbiamo dato al club la possibilità di scegliere se mettere a nostra disposizione alcuni dei suoi membri, o se invece affidare a noi l’intera organizzazione. Siamo lieti che nello staff siano entrati collaboratori che già sanno come muoversi in un ambito come un torneo professionistico di un certo livello». Notevole il dispiego di forze, sia in ambito sportivo, sia in quello logistico. «Impegniamo 45 giudici di linea, 45 volontari, 50 raccattapalle. Saranno presenti molti collaboratori del circuito Wta: arbitri, fisioterapisti, massaggiatori. Nel comitato organizzatore ci sono sei persone. Quanto allo logistica, la struttura da allestire è enorme. L’abbiano approntata grazie all’aiuto del club e della Città. Servono un ufficio per gli arbitri, per i responsabili della Wta, una sala stampa attrezzata, una “lounge” per le giocatrici, una sala per volontari, raccattapalle e giudici di linea, tre spogliatoi, un locale fitness. E utilizzeremo anche altri spazi dell’attuale struttura del Tc Lido. Dove troveranno posto anche un villaggio pubblico di più di 300 metri quadrati, con diverse tende per gli sponsor e l’intrattenimento della gente. L’entrata al “public village” sarà gratuita».
Il successo del torneo sarà decretato dalla qualità dello spettacolo e delle partite, ma anche dalla risposta del pubblico... «I tornei Challenger e Itf che sono stati organizzati in passato in Ticino, penso a quello di Lugano, ma anche Chiasso, Caslano e Taverne, hanno sempre beneficiato di una buona affluenza. Conto quindi sull’interesse per il tennis di un cantone che ha sempre dimostrato di averlo. In quest’ottica va inserita anche la politica dei prezzi, volutamente bassi, per favorire una buona affluenza. Partite di livello con gli spalti vuoti non sono interessanti né per le giocatrici né per gli sponsor, che l’appoggio lo danno volentieri se gli spettatori accorrono in massa. L’ottima partecipazione e la presenza di tutte le svizzere più forti ad eccezione dell’infortunata Bencic sono un biglietto da visita interessante». Il torneo punta sulla presenza delle migliori giocatrici svizzere più che su qualche nome illustre.
«È proprio così, per il semplice motivo che il pubblico conosce le nostre tenniste meglio di quanto conosca alcune delle migliori interpreti al mondo, il cui richiamo non è poi così forte. Le più brave in assoluto, penso a Halep, a Serena Williams, a Muguruza, sono già di per sé inavvicinabili, e possono prendere parte solo a due tornei “International” all’anno. Ingaggiarle, inoltre, costerebbe troppo. Kristina Mladenovic a fine 2017 era nelle prime dieci al mondo, e tale classifica è indicativa per fare della francese la top-10 del nostro torneo, anche se adesso è Wta 19. Se dovessimo accoglierne un’altra, dovremmo raddoppiare il montepremi. Non credo proprio che sia il caso. Potremmo accettare un’altra top-10 senza aumentare il “prize-money” solo se nelle dieci questa fosse entrata nella stagione in corso, come per esempio era accaduto a Julia Georges a inizio stagione». Una big, però, nel frattempo è stata ingaggiata, e che big: Svetlana Kuznetsova (Wta 27), già numero 2 al mondo, nel 2007. All’attivo della 32enne russa ben 17 titoli Wta, tra i quali spiccano due Slam, gli Us Open del 2004 e il Roland Garros del 2009. Un salto di qualità importante, a livello di parterre.