Dopo le Olimpiadi di Pechino, dense di soddisfazioni per la Svizzera, riparte la Coppa del mondo con due slalom maschili e due discese femminili
Lo sci alpino svizzero è tornato da Pechino con al collo nove medaglie, cinque delle quali del metallo più prezioso. Ma per quanto il principale appuntamento sia ormai alle spalle, la stagione non è ancora conclusa e da assegnare vi sono ancora tutte le Coppe del mondo, tranne quella dello speciale femminile, già andata alla campionessa olimpica della specialità, la slovacca Petra Vlhova. E, proprio come alle Olimpiadi, pure nella corsa alle Coppe di cristallo la Svizzera potrebbe recitare la parte del leone.
A iniziare dalla classifica generale che sta lentamente (e nemmeno troppo) scivolando nelle mani di Marco Odermatt. Il nidvaldese nelle 25 gare sin qui in calendario, ha racimolato 1’200 punti e precede il norvegese Aleksander Kilde (825) e Matthias Mayer (692). Prima del meritato riposo primaverile rimangono tre discese, due superG, tre giganti e quattro slalom. Tra i paletti stretti, però, né il norvegese, né l’austriaco si sono mai cimentati, mentre in gigante Kilde in stagione vi ha rinunciato e Mayer non è andato a punti nella sua unica presenza, in ottobre a Sölden. Calcolatrice alla mano, se Odermatt dovesse uscire dal weekend del 4-6 marzo a Kvitfjell (tre gare di velocità) con un vantaggio superiore a 500 punti sugli inseguitori, diventerebbe il primo svizzero a conquistare la Coppa del mondo generale dopo Carlo Janka nel 2010.
Il giovane fuoriclasse elvetico non punta soltanto alla coppa più prestigiosa, ma ha teoricamente la possibilità di portarsi a casa pure le coppette della discesa, del gigante e del superG. Nella libera, però, non è lui il favorito. Attualmente occupa il quarto posto della classifica, con 44 punti di ritardo sul leader Kilde. Meglio piazzato di lui c’è un altro rossocrociato, il campione olimpico Beat Feuz che dal norvegese accusa soltanto otto lunghezze di ritardo (445 a 437). Il bernese avrà a sua disposizione ancora tre discese, due delle quali a Kvitfjell, dove nel 2011 aveva timbrato la prima delle sue 16 vittorie in Cdm e dove tra libera e superG è salito sul podio nove volte. Invischiato nella lotta per la vittoria, anche Mayer che su Odermatt vanta un punto di vantaggio (402 a 401).
Battaglia tra i soliti tre pure in superG. In calendario rimangono soltanto due prove e Kilde può contare su un vantaggio di 61 punti nei confronti di Odermatt (380-319), mentre Mayer segue a quota 290.
Molto più chiara la situazione nel gigante, dove Odermatt in stagione ha vinto cinque delle sei prove disputate (compresa quella olimpica). Il 12 marzo a Kranjska Gora, in occasione del primo dei due giganti in programma in Slovenia, il nidvaldese potrebbe mettere tutti d’accordo: gli basterà chiudere la prova davanti ai rivali per far sì che il suo attuale vantaggio (200 punti) diventi incolmabile nelle ultime due prove.
Il fine settimana entrante, con due slalom a Garmisch, potrebbe mettere chiarezza in una classifica nella quale i primi otto sono separati appena da 80 punti. Tra di loro, anche Daniel Yule (5º a 79 punti) e Loïc Meillard (8º a 90 punti). Comanda il giovane Lucas Braathen a quota 257, 37 lunghezze in più del connazionale Sebastian Foss-Solevaag.
In campo femminile, la corsa alla conquista della Coppa della generale sembra ristretta a due nomi: quelli di Mikaela Shiffrin (1’026 punti) e Petra Vlhova (1’009). Con ancora tre discese e due superG in programma, Sofia Goggia (769) avrebbe tecnicamente ancora la possibilità di scavalcare la statunitense e la slovacca, e lo stesso si può dire per Federica Brignone (772) che potrà contare anche su tre giganti e due slalom. Difficile, però, pensare che né Shiffrin, né Vlhova riescano a incamerare punti da qui alle finali di Courchevel. Un’equazione nella quale rimane quale possibile variante il fatto che la protetta di Mauro Pini aveva lasciato Pechino dopo lo slalom per curare una tendinite (avrà recuperato?), mentre la statunitense ha preso parte a tutte le competizioni olimpiche senza conquistare nemmeno una medaglia. Tra le ragazze svizzere, la migliore è Corinne Suter (6ª) con 570 punti, 52 in più di Lara Gut-Behrami.
Suter che, però, ambisce alla conquista della coppetta di discesa. La campionessa olimpica si trova a 69 punti (400-331) da Sofia Goggia, vincitrice di quattro delle sei prove stagionali. Delle tre rimanenti, due si correranno nel weekend a Crans-Montana, dove l’italiana aveva vinto entrambe le prove di un anno fa, mentre l’elvetica era salita due volte sul podio nel 2020, alle spalle di Lara Gut-Behrami.
In superG, la Coppa è saldamente in mani italiane. Comanda Federica Brignone (477), davanti a Elena Curtoni (374) e a Sofia Goggia (332). Lara Gut-Behrami e Corinne Suter condividono il quinto posto a quota 226.
Il gigante ha invece in Sara Hector la grande favorita. La svedese guarda tutti dall’alto con 462 punti, 95 in più della francese Tessa Worley e 101 su Mikaela Shiffrin. La migliore delle elvetiche, Michelle Gisin, occupa soltanto la nona piazza con 133 punti. In palio rimangono 300 punti.
L’unica Coppa già assegnata è quella dello slalom, andata a Petra Vlhova sulla base di cinque vittorie e due secondi posti. La slovacca ha racimolato 660 punti, 220 in più di Mikaela Shiffrin e 339 in più di Wendy Holdener.
Resta la Coppa per nazioni, nella quale la Svizzera rincorre l’Austria, staccata di 734 punti. Margine per il recupero ce n’è, soprattutto se gli elvetici riusciranno a mantenere la forma mostrata nel corso delle Olimpiadi.
Tra l’altro, è quantomeno curioso che a Pechino la punta di lancia dello sci svizzero sia stata la squadra femminile (7 medaglie su 9), ma che in Coppa del mondo le ragazze rimangano in corsa soltanto per la coppetta della discesa, mentre gli uomini, andati a rimorchio in Cina, si ritrovino in corsa per la classifica della generale e per quelle delle quattro discipline.