Il leader della generale di Coppa del mondo parla della pandemia, di un inizio di stagione folgorante e degli appuntamenti di Adelboden e Wengen
Quattro vittorie e tre secondi posti, con il primo podio in discesa libera a Bormio, nove volte nella top-10 in undici gare disputate: numeri che certificano il primo posto nella classifica generale di Coppa del mondo. Per Marco Odermatt, un inverno sin qui da incorniciare. L’atleta nidvaldese ha confidato all’agenzia stampa Keystone-ATS quelle che sono le prospettive per il futuro, toccando ovviamente i temi della pandemia e delle prossime tappe elvetiche di Coppa, ad Adelboden e a Wengen.
Con un bottino di 745 punti nella prima metà della stagione, il futuro non potrebbe essere più roseo per il fenomeno elvetico. Un rendimento che potrebbe sorprendere anche il diretto interessato… «È stato un inizio di stagione zeppo di soddisfazioni, molte di più di quante me ne sarei aspettate. Soltanto due gare sono state al di sotto delle aspettative: il SuperG in Val Gardena (24º, ndr) e la discesa di Beaver Creek (15º)».
Alla luce dei risultati ottenuti, la classifica di Coppa del mondo va tenuta costantemente sotto osservazione… «Mi tengo informato, ma ovviamente non la guardo subito prima di una gara. Quando un avversario nella lotta per la conquista di una delle coppe di cristallo taglia il traguardo, si fanno subito i conti per capire quanti punti ha conquistato o perso. Tutte le coppe sono importanti, ma nel nostro sport niente conta come la classifica generale».
Duecentosettantasei punti di vantaggio sul norvegese Kilde rappresentano un cuscinetto piuttosto confortevole… «È vero, ma nel contempo la scorsa stagione ho sperimentato sulla mia pelle quanto sia facile guadagnare o perdere terreno. Duecento o 300 punti di vantaggio possono sembrare molti, ma se il tuo avversario azzecca le quattro prove di gennaio e tu no, ti ritrovi facilmente a dover inseguire».
A fine dicembre, dopo il secondo posto nella discesa (primo podio di specialità in carriera), è arrivato l’ottavo rango nel SuperG, un risultato andato un po’ di traverso… «Un ottavo posto rappresenta pur sempre un top-10, non è certo come chiudere 25°. So che il podio non sarebbe stato molto lontano se solo non avessi commesso due o tre errori. Ma nello sci va così: quando ti presenti 25 volte al cancelletto di partenza, non puoi sempre rendere al 100% e assumerti ogni volta il massimo dei rischi».
La stagione in corso è segnata, sia in campo maschile, sia in campo femminile, da numerosi forfait dovuti a positività al Covid-19. Una situazione non sempre facile da gestire… «Questo virus rappresenta un gran casino. Speriamo non si debba arrivare al punto di vedere qualche atleta perdere una coppa di cristallo a causa di una o più corse saltate per la pandemia: sarebbe una delusione molto difficile da metabolizzare. Dobbiamo solo sperare che la fortuna sia dalla nostra parte e che la lotta possa proseguire sui binari della correttezza sportiva».
Isolarsi da tutto e da tutti sarebbe molto difficile, dal punto di vista pratico, ma anche a livello mentale… «Per me non sarebbe una soluzione praticabile, non sarei più me stesso. Bisogna cercare di vivere il più possibile in maniera normale. Solo così si può riuscire a mantenere la necessaria serenità sugli sci. Detto ciò, va da sé che, anche laddove sarebbe possibile, si cerca di non uscire alla sera, di non frequentare i bar. La prudenza non è mai troppa. Purtroppo, con questo virus la sicurezza totale non esiste: non credo che Mikaela Shiffrin o Lara Gut-Behrami siano andate a far festa, eppure sono state contagiate comunque».
Per Marco Odermatt il prossimo appuntamento si chiama Adelboden… «Quando ero giovane, il gigante l’ho guardato soprattutto in televisione, ma qualche volta sono andato sul posto per godermi quello che è un vero evento. Già a quei tempi la prova bernese rappresentava un sogno. Quando nel 2017 ho potuto gareggiare per la prima volta su quella pista mitica, ho vissuto un momento molto speciale. Al via ero più nervoso rispetto ad altre gare, ma con il passare degli anni ho imparato a contenere le emozioni, grazie anche al terzo posto della scorsa stagione. È stato bello rivedere uno svizzero sul podio di Adelboden dopo dieci anni di assenza. Senza dimenticare che nel secondo gigante Loïc Meillard aveva pure lui ottenuto il terzo posto. Due risultati che ci sproneranno nella gara in programma sabato».
Marco Odermatt comanda la classifica di specialità, ma dovrà fare i conti con il francese Alexis Pinturault che ad Adelboden dal 2017 a vinto a tre riprese (due su due nel 2021)… «In entrambe le prove dello scorso anno, Pinturault si era mostrato una spanna sopra tutti gli altri. Tuttavia, nelle ultime settimane ha conosciuto qualche piccolo problema e al momento non sta sciando sullo stesso livello di dodici mesi fa. Questo apre a me e ai miei compagni di squadra uno spiraglio per poterlo attaccare».
Dopo Adelboden, il Circo bianco si trasferirà a Wengen, dove Odermatt imparerà a conoscere una nuova pista… «Vero, non ho mai gareggiato al Lauberhorn, nemmeno per un appuntamento Fis o di Coppa Europa. Ho visto la gara tante volte dal divano di casa, ma in tivù una pista appare sempre molto diversa rispetto alla realtà. So cosa aspettarmi lungo i 4 km del percorso, ma in questi giorni mi appoggerò molto sui consigli degli allenatori e di Beat Feuz».
Con il quale, il nidvaldese è solito affrontare le ricognizioni… «Con Beat ci completiamo molto bene e ho notato che lui è contento di analizzare il tracciato in mia compagnia. Ci divertiamo entrambi. Parliamo molto e guardiamo assieme i settori più importanti, per me è gratificante sapere che le mie riflessioni possono servire anche a un campione come lui. Tra l’altro, a livello personale la tappa di Wengen quest’anno assume un’importanza ancora maggiore: sono molto contento, infatti, che il SuperG rinviato a Bormio possa essere recuperato nell’Oberland bernese».