QATAR 2022

Yann Sommer un problema? C’è sempre Gregor Kobel

La prestazione del numero uno contro il Ghana non ha dissipato i timori per la sua caviglia. Il numero 2 spalleggia il collega: ‘Siamo tutti con lui’

18 novembre 2022
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La Svizzera si è svegliata venerdì mattina con un caso Sommer sul groppone? Possibile che l’eroe di Euro 2020, colui che con il rigore parato a Mbappé aveva regalato alla Svizzera i quarti di finale, sia improvvisamente diventato l’anello debole della catena rossocrociata? Infortunatosi alla caviglia con il Borussia Mönchengladbach lo scorso 18 ottobre in Coppa di Germania, Yann Sommer è stato protagonista di un ritorno in campo decisamente laborioso nell’amichevole di giovedì contro il Ghana. Molti osservatori hanno additato il numero uno elvetico quale principale responsabile per le due reti subite, scordandosi però della sfortunata deviazione di Cömert in occasione dell’1-0 e degli errori clamorosi dello stesso Cömert e di Aebischer sul raddoppio. Certamente, Sommer non ha disputato una prestazione memorabile ed è apparso insicuro, in particolare nelle uscite (esercizio che è sempre stato il suo punto debole), ma va ovviamente tenuto in debito conto il fatto che si trattava della prima partita dopo un infortunio che ha messo a rischio la sua presenza in Qatar. Sembra piuttosto comprensibile che Sommer non abbia voluto forzare la caviglia infortunata, in particolare nelle prese alte, quando ricadendo a contatto con compagni di squadra e avversari, sarebbe potuto andare incontro a una nuova distorsione.

La sua presenza tra i pali nella partita d’esordio contro il Camerun non è tuttavia in forse… «Era importante che disputasse 90’. La caviglia ha retto e questo è l’essenziale», ha sottolineato il c.t. elvetico Murat Yakin. «Non ho alcun dubbio – ha aggiunto il capitano Granit Xhaka –: Yann è pronto».

L’estremo difensore basilese ha a disposizione ancora cinque giorni per affinare la preparazione. Solo lui sa se le incertezze palesate contro il Ghana siano frutto unicamente di precauzione, oppure se le condizioni della caviglia rappresentino ancora un reale problema. Per ritrovare le certezze (forse) perdute, potrà avvalersi dell’appoggio del suo delfino, Gregor Kobel… «Il mio ruolo è di spingerlo durante gli allenamenti, in modo da permettergli di esprimere il massimo del suo potenziale. È giusto proseguire nel solco di quello che è sempre stato lo spirito del nostro gruppo di portieri: siamo tutti con Yann», ha affermato lo zurighese.

A un passo dai 25 anni – li compirà il 6 dicembre, in concomitanza con quello che potrebbe essere l’impegno della Svizzera negli ottavi di finale contro la vincente del gruppo H – Kobel non ha alcuna intenzione di spingere verso il pensionamento il suo collega che festeggerà 34 anni il 17 dicembre (data della finale per il terzo posto). È però conscio del fatto che il passaggio di consegne potrebbe avvenire a breve, nella migliore delle ipotesi dopo i Mondiali, nella peggiore al termine di Euro 2024. E sa, soprattutto, che la sfida a distanza con Jonas Omlin si è conclusa a suo favore quando Yakin lo ha scelto quale numero 2 della selezione, a scapito del portiere del Montpellier, peraltro brillante lo scorso 12 giugno a Ginevra nella vittoria 1-0 contro il Portogallo.

La decisione di Yakin e di Patrick Foletti non fa una grinza. Dal 2020, Kobel si è illustrato come uno dei migliori portieri della Bundesliga. Con la maglia del Borussia Dortmund ha la possibilità di partecipare alla Champions League, mentre Omlin a fine stagione potrà dirsi contento se il suo Montpellier sarà riuscito a evitare la retrocessione in Ligue 2. «Il mio obiettivo è di diventare il numero 1» e di lasciare un segno temporale come quello di Diego Benaglio (2008-2014) e, ovviamente, Yann Sommer, titolare indiscusso da otto anni a questa parte. Nonostante la sua ultima apparizione in rossocrociato non sia stata memorabile (non aveva fatto faville il 5 giugno a Lisbona nel 4-0 a favore del Portogallo), la sua traiettoria è testimone di una grande forza di volontà. A 16 anni ha lasciato il Grasshopper per firmare con l’Hoffenheim, dove non è però riuscito a sfondare… «Ma la società è stata capace di compiere le scelte giuste, con prestiti ad Augsburg e Stoccarda, per lanciare la mia carriera». Un decollo folgorante: nel 2020 l’Hoffenheim lo ha ceduto per 7,2 milioni di euro allo Stoccarda e un anno più tardi ha ricavato 15 milioni dal passaggio di Kobel al Borussia Dortmund.

Una scelta azzeccata

Un’intensità inferiore del 30% rispetto a una partita "normale": è questo il deficit fisico presentato dai giocatori svizzeri nell’amichevole di giovedì ad Abu Dhabi. Un dato fornito all’indomani della partita da Markus Tschopp "performance analyst" dell’Associazione svizzera di calcio (Asf)... «Un deficit atteso, il caldo era veramente estremo. Ciò dimostra la bontà della scelta di venire in Qatar molto presto, in modo da avere a disposizione dieci giorni di preparazione prima della partita d’esordio».

Temperature fuori norma e orari altrettanto inusuali. La sfida con il Camerun inizierà alle 13 (le 11 ora svizzera), ciò che comporterà alcuni adattamenti alle abitudini dei giocatori… «Ad esempio, il piatto di pasta è previsto alle 9 del mattino (le 7 da noi, ndr)», afferma Murat Yakin.

Ma a detta di Markus Tschopp, la partita con il Camerun potrebbe non essere quella più difficile da gestire… «Scenderemo in campo alle 19 (17, ndr) contro il Brasile e alle 22 (20, ndr) contro la Serbia. Secondo le assicurazioni della Fifa, contro il Camerun si giocherà con l’aria condizionata, per una temperatura che non dovrebbe superare i 25 gradi. È dunque possibile che con Brasile e Serbia le condizioni climatiche siano peggiori, con una temperatura più elevata».

L’approccio dell’Asf, che ha portato la delegazione in Qatar con largo anticipo, non è stato seguito da tutte le Nazionali. Il Brasile, ad esempio, ha deciso di allenarsi tutta la settimana a Torino, prima di prendere il volo sabato alla volta di Doha, ad appena quattro giorni dall’esordio contro la Serbia… «La federazione brasiliana ha senza dubbio avuto le sue buone ragioni, ma trovo comunque che la scelta sia decisamente sorprendente», conclude Markus Tschopp.

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