Slovacchia e Svezia costrette alla resa in semifinale contro le selezioni di Jalonen e Zhamnov. Domani cercheranno di consolarsi con il bronzo
Domenica all’alba – alle nostre latitudini – saranno Finlandia e Russia a contendersi l’oro olimpico sul ghiaccio del National indoor Stadium di Pechino, imponente palazzetto da ventimila posti che tuttavia, anche in quell’occasione, come capita ormai sistematicamente dall’inizio del torneo di hockey (Covid oblige), avrà le sue tribune malinconicamente vuote. In un torneo già malinconico di suo, vista l’assenza del Gotha dell’hockey mondiale.
Ciò non toglie, comunque, che Finlandia e Russia (avversari affrontati entrambi ai Giochi pechinesi dalla Nazionale di Fischer), meritano ampiamente di giocarsi il titolo olimpico. E non è un caso che, se si toglie la folcloristica selezione cinese allenata da Ivano Zanatta, composta esclusivamente da giocatori che difendono i colori del Kunlun Red Star in Khl, sono proprio le nazionali di Jukka Jalonen e Alexei Zhamnov quelle con il maggior numero di giocatori impegnati nella Kontinental hockey league russa.
Dopo aver eliminato la Svizzera ai quarti, stavolta la Finlandia ha messo sotto la giovane e muscolosa selezione slovacca per due reti a zero: dopo aver trovato il vantaggio di Manninen ancora nel primo periodo, al 15‘58’’, la Finlandia ha tuttavia dovuto attendere gli istanti conclusivi per mettere al sicuro la qualificazione, con il (plateale) raddoppio a porta vuota della stella del Langnau Harri Pesonen, a trentanove secondi dalla terza sirena.
Anche l’altra semifinale è rimasta in bilico sino alla fine: al gol russo di Shlepyshev subito in avvio di periodo centrale (al 20‘15’’) ha risposto l’attaccante dello Zugo Anton Lander, dando prova di grande opportunismo, al 46’22’’. Dopo il pareggio scandinavo i russi hanno provato a spingere per forzare la decisione, ma entro il sessantesimo il risultato non è più cambiato. Stesso discorso vale per i dieci minuti supplementari a tre contro tre, dove gli svedesi (su tutte quella del ‘grigionese’ Mathias Bromé) hanno avuto un paio di ottime occasioni, senza però riuscire a concretizzare. Così, alla fine a decidere tutto sono stati i rigori, dove per i russi a trasformare sono stati Gusev e Yakovlev, per gli svedesi invece Wallmark e Nordström, prima della trasformazione definitiva di Arseni Gritsyuk, ventenne attaccante in forza all’Avangard di Omsk.
Semifinali olimpiche
Finlandia - Slovacchia (1-0 0-0 1-0) 2-0
Russia - Svezia (0-0 1-0 0-1 0-0; 1-0) d.r. 2-1
Finale per il terzo posto, sabato
14.10 Svezia - Slovacchia
Finale, domenica
5.10 Finlandia - Russia