La Danimarca manda al tappeto la Nazionale di Fischer, nel giorno più brutto e difficile. Elvetici ultimi: prima degli ottavi la pressione è fortissima
Lo spettro di Pyeongchang torna ad aleggiare su Patrick Fischer e la Nazionale. In un sabato in cui gli elvetici sul ghiaccio dello Wukesong Sports Centers mostrano il loro lato peggiore, o quantomeno quello più fragile. In una partita in cui il primo brivido arriva già al 5‘40’’: tuttavia, il bastone di Mikkel Aagaard su appoggio della distanza è davvero altissimo, e non servono neppure le immediate quanto vibranti proteste di Reto Berra per convincere gli arbitri ad annullare.
Quello, però, è comunque un primo campanello d’allarme per gli uomini di Fischer. Che hanno sì il possesso del disco, e che non temono certo il confronto al cospetto di una Danimarca fisicamente opprimente, tanto che gli uomini di Heinz Ehlers non mancano di finire un check, ma non riescono ad aprirsi convincenti linee di tiro sul fronte offensivo. Tanto che la prima seria conclusione sulla porta avversaria arriva a nove minuti dalla pausa, quando il rientrante Denis Malgin (tornato in formazione dopo l’isolamento per il Covid, al contrario del ticinese Dario Simion, che è sempre in isolamento) serve un disco al compagno di linea, e di club, Denis Hollenstein, che impegna Dahm con una botta al volo. A quel punto, però, la Danimarca ha già concluso per ben sei volte nello specchio della porta difesa da Berra.
Finché, a quattro minuti dalla prima sirena, per la prima volta gli scandinavi dimenticano per strada un rossocrociato: quello svizzero è il grigionese Enzo Corvi, liberissimo di sbloccare il risultato al 15’59’’ davanti all’incolpevole Sebastian Dahm, su tocco smarcante del difensore dello Zurigo Yannick Weber.
Alla ripresa del gioco nel periodo centrale, per gli uomini di ‘Fischi’ le cose cominciano subito a farsi difficili. Dopo che il bastone di Malgin finisce tra i piedi di Frans Nielsen, e gli arbitri spediscono fuori il solettese per sgambeltto: alla Danimarca bastano sei secondi per trasformare l‘occasione nel gol del pareggio, con l‘attaccante dell’Ambrì Peter Regin che firma il pareggio al 20’46’’. Ma il peggio deve ancora arrivare, e arriva puntuale un minuto dopo. Per colpa di un altro autogol – ed è addirittura il terzo in altrettante partite a questa Olimpiade per i rossocrociati (!) –, su un disco senza velleità destinato a finire fuori, che incoccia sul pattino di Lucas Frick e da lì finisce in rete. E non è finita lì: al 33’12’’, l’altro “ticinese” dei danesi, il bianconero Mikkel Boedker, trova il modo di bucare Berra contribuendo a complicare maledettamente la situazione, segnando anche un terzo gol agli uomini di Fischer. I quali sul fronte offensivo, oltretutto, non riescono a creare pressione con continuità. E quando infine ci riesce, nel finale di tempo, colpisce un clamoroso palo con Weber, a portiere battuto.
Così, in avvio di ultimo periodo gli elvetici sanno di dover segnare almeno tre reti per evitare di chiudere all‘ultimo posto di gruppo. Tre reti senza incassarne. Invece, non passano che 1’55’’ nell’ultimo terzo e Nicolai Meyer viene dimenticato da Loeffel davanti a Berra, e l’attaccante dei Vienna Capitals mette alle spalle del portiere friborghese il disco del 4-1. Loeffel che, al 44’53’’, con un gran tiro al volo in powerplay trova il punto del 4-2. Dal quel momento in poi praticamente si gioca a una porta sola, e nel finale, con la porta rossocrociata sguarnita, arriva anche il 4-3, quando mancano due minuti e mezzo alla fine. Peccato solo che a quel punto sia un po’ tardi. E che a un minuti dal termine, sempre con Berra in panchina, i danesi trovino il definitivo 5-3 con Storm.
Svizzera - Danimarca (1-0 0-3 2-2) 3-5
Reti: 15’59’’ Corvi (Weber, Thürkauf) 1-0. 20’46’’ Regin (Storm, Nicklas Jensen/esp. Malgin) 1-1. 21’07’’ Storm (Nicholas Jensen/autorete di Frick) 1-2. 33’12’’ Boedker (Russell, Oliver Lauridsen) 1-3. 41’55’’ Meyer (Nicholas Jensen, Jakobsen) 1-4. 44’53’’ Loeffel (Untersander, Corvi/esp. Storm) 2-4. 57’37’’ Herzog (Corvi, Untersander/a 6 contro 5) 3-4. 59’01’’ Storm (Russell/a porta vuota) 3-5.
Svizzera: Berra; Diaz, Müller; Frick, Untersander; Weber, Loeffel; Alatalo; Hollenstein, Malgin, Andrighetto; Hofmann, Haas, Moser; Thürkauf, Corvi, Ambühl; Herzog, Bertschy, Vermin; Mottet.
Danimarca: Dahm; Oliver Lauridsen, Jensen Aabo; Lassen, Markus Lauridsen; Larsen, Nicholas Jensen; Kristensen; Nicklas Jensen, Nielsen, Boedker; Storm, Russell, Regin; Madsen, Bau, Meyer; Poulsen, Jesper Jensen, Aagaard; Jakobsen.
Arbitri: Gofman (Rus), Vikman (Fin); Malmqvist (Sve), Shalagin (Rus).
Note: 620 spettatori. Penalità: 7 x 2‘ contro la Svizzera; 3 x 2’ contro la Danimarca. Tiri: 31-30 (7-9, 10-11, 14-10). Svizzera senza Fora, Aeschlimann (in soprannumero) e Simion (in quarantena). Al 58’15’’ timeout chiesto dalla Svizzera, che gioca senza portiere dal 56’07’’ al 57’37’’ e dal 58’10’’ al 59’01’’.