Dopo la sconfitta ai rigori contro la Repubblica Ceca, per la Svizzera sarà fondamentale battere la Danimarca. Il coach: ‘Dovremo puntare sulla velocità’
Contro la Repubblica Ceca la Svizzera ha offerto un’altra prestazione disciplinata e solida, che è però valsa un solo punto, quello assegnato per la sconfitta ai rigori. Colpa in particolare dell’unico gol segnato in 125 minuti giocati, quello ottenuto da Haas al 9’ dell’incontro odierno che ha pareggiato il precoce vantaggio ceco di Smejkal. Poi più nulla fino ai rigori, dove l’unico a segnare è stato, al primo tentativo, l’ex Boston Krejci.
Fischer decide di lasciare ancora a riposo Denis Malgin, appena uscito dall’isolamento, lasciando dunque invariate le linee offensive. In difesa invece Fora viene spostato con Alatalo e Frick con Untersander, mentre in porta è il turno di Leonardo Genoni.
Anche la Repubblica Ceca, ricca di elementi militanti nel nostro campionato (Jan Kovar, Cervenka, Stransky e Frolik), è anche alla ricerca della prima vittoria del torneo, dopo la sconfitta all’esordio contro la Danimarca. Si spiega così la partenza a tambur battente dei cechi, premiati dal vantaggio di Smejkal al termine del primo power-play dei cechi, già al 5’ che è però un altro autogol elvetico, questa volta di Weber col pattino. In superiorità numerica arriva però anche il pareggio svizzero di Haas, che mette in fondo al sacco un disco sfuggito a Hrubec. Da lì in avanti la partita si fa equilibrata, fisica e combattuta. Poche le occasioni sempre ben sventate dai portieri: Krejci, Stransky da un lato e Ambühl dall’altro nel secondo periodo. Nel terzo la partita si vivacizza soltanto nel finale con il clamoroso errore di Hyka a porta vuota, mentre Moser si fa ipnotizzare da Hrubec in contropiede. Dopo un supplementare durante il quale Kundratek quasi sfrutta un errore di Andrighetto, Hrubec ferma Corvi e Ambühl cicca un tiro da posizione invitante, senza che però l’incontro venga deciso, si arriva ai rigori, ai quali il veterano Krejci non trema e supera Genoni al primo tentativo. Tanto basta per far cadere l’ago della bilancia dal lato ceco, poiché tutti e cinque i tentativi rossocrociati sono francamente mal eseguiti e non richiedono uno sforzo particolare a Hrubec per neutralizzarli in toto.
«Dobbiamo essere più precisi in fase offensiva, giocando con maggiore fiducia, difendendo il disco negli angoli, cambiare rapidamente lato e pressare maggiormente con i difensori. Così possiamo essere pericolosi, ma lo facciamo troppo poco e ci stiamo ancora adattando alla superficie più piccola», analizza l’allenatore Patrick Fischer. Sotto accusa anche il power-play: «Al di là del gol del pareggio il nostro power-play non è stato per nulla fenomenale. La nostra linea non riusciva a tenere il disco in attacco», è l’autocritica di Haas.
Chi allora potrebbe dare una mano è Denis Malgin come riconosce coach Fischer: «È molto importante per il nostro attacco, spero solo che in isolamento non abbia perso la forma fisica».
Un aspetto positivo è che, a patto di ottenere i tre punti nell’ultimo incontro e che la Russia tenga fede al suo ruolo da favorita contro la Repubblica Ceca, il secondo posto di gruppo (e quindi la possibilità di affrontare una delle quarte di gruppo) è ancora raggiungibile. In ogni caso Fischer non è troppo dispiaciuto per la mancata qualificazione diretta ai quarti: «Disputare gli ottavi di finale non è uno svantaggio, perché prima abbiamo due giorni di riposo e avere una partita in più nelle gambe potrebbe aiutare», a patto di vincerla, beninteso.
Un altro aspetto positivo è l’ottimo stato di forma dei due portieri con Genoni che ha replicato all’ottima prestazione di Berra, con 35 parate, tutte in massima sicurezza e venendo pure lui superato soltanto da un compagno di squadra.
Domani contro la Danimarca serviranno pertanto i tre punti per evitare negli ottavi, la qualificazione diretta ai quarti è ormai sfumata, un avversario troppo ostico. Alla luce delle difficoltà mostrate contro Russia e Repubblica Ceca non sarà però per nulla facile scardinare il sistema ultradifensivista della compagine di Heinz Ehlers. Malgin potrebbe essere una carta per vivacizzare il motore offensivo dei rossocrociati, che però avranno anche bisogno di un contributo realizzativo superiore da parte di elementi come Andrighetto o Hofmann. Anche le sole 25 conclusioni scagliate verso la porta boema non parlano certo a favore delle possibilità elvetiche di imporsi agevolmente contro gli scandinavi. Del resto l’ultimo scontro diretto, agli ultimi Mondiali, si era concluso con un misero 1-0 a favore della Svizzera. «Sono forti fisicamente e grossi, per cui le piste piccole vengono loro in aiuto - mette in guardia Fischer -. Li dovremo sorprendere sfruttando la nostra velocità».
Repubblica Ceca - Svizzera (1-1, 0-0, 0-0,0-0, 1-0) d.r. 2-1
Reti: 4’33” Smejkal (Klok, H. Zohorna) 1-0, 8’34” Haas (Andrighetto/esp. Sedlak) 1-1. Rigori: Ambühl -, Krejci 1-0; Andrighetto -, Sedlak -; Corvi -, Kovar -; Bertschy -, Repik -; Haas -.
Repubblica Ceca: Hrubec; Mozik, Sulak; Jerabek, Kundratek; Knot, Klok; Sklenicka; Hyka, Krejci, Sedlak; Cervenka, Kovar, Stransky; Sobotka, Lenc, Repik; Hynek Zohorna, Frolik, Tomas Zohorna; Smejkal.
Svizzera: Genoni; Diaz, Müller; Frick, Untersander; Weber, Loeffel; Alatalo, Fora; Ambühl, Corvi, Hofmann; Hollenstein, Haas, Andrighetto; Herzog, Bertschy, Vermin; Thürkauf, Moser, Mottet.
Arbitri: Ansons, Bruggemann; Lazarev, McCranick.
Note: 834 spettatori. Penalità: 5 x 2’ contro la Repubblica Ceca; 2 x 2’ contro la Svizzera. Repubblica Ceca senza Musil, Will, Spacek (in soprannumero); Svizzera senza Aeschlimann, Malgin (in soprannumero) e Simion (in isolamento).