La Nazionale di Patrick Fischer ritrova colore e festeggia il primo successo ai Giochi olimpici, eliminando la Repubblica Ceca di Cervenka e Kovar
Quattro gol ai cechi nel giorno del primo successo ai Giochi, per una Svizzera che ritrova colore e si garantisce l’accesso ai quarti di finale, domani, contro la Finlandia. Nel martedì in cui si rivede in pista il ticinese Michael Fora, in una squadra comunque costretta a girare a sette difensori dopo l’infortunio del bernese Untersander. Quanto all’altro ticinese, Dario Simion, dopo essere infine uscito dalla quarantena ha rimesso piede in pista durante il warmup, prima di doversi naturalmente accomodare in tribuna.
In avvio, la squadra più attiva e determinata è quella rossocrociata. Che, al 6’16’’, però, deve ringraziare un fischio intempestivo degli arbitri, dopo una deviazione acrobatica di David Krejci, ex stella ceca dei Boston Bruins, con il disco che in un secondo tempo sfugge a Genoni, con Frick che non può evitare il tocco nella porta sguarnita, ma a quel punto il russo Gofman e il finlandese Kaukokari avevano già interrotto il gioco. Al 10’08’’, però, il vantaggio ceco arriva davvero: tiro nel traffico del difensore Lukas Klok, Genoni ritrova davanti a sé Jan Kovar che gli copre la visuale e il puck finisce in porta. Così, e non è certo la prima volta, i rossocrociati sono costretti a rincorrere.
E la rincorsa va a buon fine. Grazie a una penalità inflitta a Kovar per una carica alla balaustra nei confronti di Weber. Il powerplay impiega un minuto e mezzo per sfruttare l’opportunità: puck sulla porta di Corvi, Thürkauf riesce a toccare il disco che finisce sul palo, poi sulla respinta il veterano Ambühl non manca l’occasione per il pareggio, al 14’59’’. Ma non è tutto: passano appena tredici secondi e la Svizzera addirittura raddoppia, grazie all’opportunismo del friborghese Mottet, il cui tocco al volo è fuori portata per Hrubec, chiamato subito in causa da una conclusione in porta di Hollenstein sporcata da un giocatore ceco dopo la ripresa del gioco con l’ingaggio a centropista. Esattamente come gli elvetici contro i danesi, sabato, la Repubblica Ceca adesso sembra un pugile suonato: così il finale di tempo è tutto di marca rossocrociata, con gli uomini di Patrick Fischer che in un paio di occasioni vanno vicini alla terza rete.
Nel secondo tempo la Svizzera in avvio deve fare i conti con un’inferiorità numerica per un cross check fischiato a Fora, penalità che gli elvetici riescono brillantemente a superare, nonostante un paio di pericoli veri, soprattutto sull’occasione di Smejkal. Poi, però, la stessa opportunità capita agli elvetici, dopo uno sgambetto di Jerabek ai danni dell’attivissimo Bertschy. E per la seconda volta la Svizzera l’occasione la sfrutta, con una gran botta al volo di Denis Malgin nel ‘sette’, sul primo palo che non lascia scampo a Hrubec: è il punto del 3-1 al 29’53’’. La reazione dei cechi è rabbiosa: i rossocrociati devono stringere i denti, finché una nuova penalità fischiata a Jerabek, per un altro sgambetto, stavolta in attacco ai danni di Hollenstein, permette agli elvetici almeno di calmare la pressione. Riuscendo poi a portare i due gol di margine sino alla seconda pausa.
Quelle due reti di margine i rossocrociati cercano poi di difenderle negli ultimi venti minuti. In cui, naturalmente, sono i cechi quelli costretti a spremersi. La pressione naturalmente c’è, ma gli elvetici si difendono. E poco prima di metà tempo si creano persino una ghiottissima occasione per segnare il quarto gol (a quel punto decisivo), ma Corvi e Bertschy non riescono ad andare sino in fondo. Quarto gol che alla fine arriva, all’improvviso, a cinque minuti dalla terza sirena, dopo un disco riconquistato in attacco da Andrighetto, seguito dalla botta al volo di capitan Raphael Diaz dalla ‘blu’. Un’ostruzione fischiata a Müller, al 55’41’’, permette ai cechi di tener vive le speranze, con l’attaccante del Rapperswil Roman Cervenka che trova il 4-2 al 55’59’’. Quel gol, però, non basterà, per gli elvetici che difenderanno i due gol di margine fino alla sirena finale, festeggiando così un accesso ai quarti tutt’altro che scontato, alla luce di quanto s’era visto sul ghiaccio anche solo due giorni prima. «Non avevamo scelta, e credo che abbiamo risposto bene sull’arco di tutta la partita – dice, a caldo, Grégory Hofmann ai microfoni di Rsi –. Credo che abbiamo gestito bene il confronto: quando dovevamo giocare semplice l’abbiamo fatto, e abbiamo creato quando dovevamo creare, segnando gol importantissimi nei momenti chiave, tra cui due gol fondamentali in powerplay. La Finlandia? Questa vittoria ci dà molta fiducia per domani, ora pensiamo a recuperare bene. Il nostro obiettivo sappiamo qual è, e domani avremo un’altra partita da giocare che ci può portare dove vogliamo arrivare». Ovvero a lottare per le medaglie.
Repubblica Ceca - Svizzera (1-2 0-1 1-1) 2-4
Reti: 10’08’’ Klok (Knot, Cervenka) 1-0. 14’59’’ Ambühl (Thürkauf, Corvi/esp. Kovar) 1-1. 15’12’’ Mottet (Hollenstein, Diaz) 1-2. 29’53’’ Malgin (Alatalo, Andrighetto/esp. Jerabek) 1-3. 54’57’’ Diaz (Andrighetto, Herzog) 1-4. 55’59’’ Cervenka (Krejci, Kovar/esp. Müller) 2-4.
Repubblica Ceca: Hrubec; Mozik, Sulak; Kundratek, Jerabek; Knot, Klok; Sklenicka; Hyka, Krejci, Sedlak; Sobotka, Kovar, Cervenka; Repik, Spacek, Stransky; Hynek Zohorna, Tomas Zohorna, Smejka; Lenc.
Svizzera: Genoni; Diaz, Müller; Weber, Loeffel; Fora, Frick; Alatalo; Moser, Haas, Hofmann; Andrighetto, Malgin, Herzog; Ambühl, Corvi, Thürkauf; Hollenstein, Bertschy, Mottet; Vermin.
Arbitri: Gofman, Kaukokari; Lundgren, Malmqvist.
Note: 990 spettatori. Penalità: 3 x 2’ contro la Repubblica Ceca; 2 x 2’ contro la Svizzera. Tiri in porta: 33-18 (5-9, 16-5, 12-4). Svizzera senza Simion, Aeschlimann (entrambi in soprannumero) e Untersander (infortunato). Repubblica Ceca senza portiere dal 55’38’’ al 55’41’’, dal 55’55’’ al 55’59’’ e dal 56’49’’ fino al termine.
Il programma dei quarti di finale
Domani (ora svizzera): 5.10 Stati Uniti - Danimarca; 7.00 Russia - Danimarca; 9.40 Finlandia - Svizzera; 14.30 Svezia - Canada.