Un anno dopo il brutto infortunio alla gamba destra il 29enne è tornato sul ghiaccio per allenarsi con i compagni
In fondo al tunnel, Giovanni Morini inizia a intravedere un po’ di luce. Quel tunnel l’ha imboccato il 23 gennaio 2024. Quasi un anno fa, quando nella partita contro il Ginevra l’attaccane bianconero aveva riportato un serio infortunio alla gamba destra dopo un violento e sfortunato impatto con la balaustra. Un bruttissimo incidente di gioco a seguito del quale aveva dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico con conseguente lunghissimo stop. L’inizio di un calvario durato appunto, giorno più giorno meno, un anno. Trascorso senza poter giocare partite e nemmeno potersi allenare sul ghiaccio. In questi giorni però è arrivato il via libera dello staff medico, e finalmente Morini ha potuto tornare a calzare i pattini e allenarsi regolarmene con i compagni, indossando la maglia rossa degli ‘intoccabili’. «È una bellissima sensazione – premette il diretto interessato dopo le sue prime pattinate con la squadra –. Ho avuto molta paura, anche perché in questi mesi non tutto è andato bene. Ci sono stati dei momenti difficili, soprattutto in ottobre: a quel punto sembrava vicino il momento del mio rientro, ma gli ulteriori esami a cui mi ero sottoposto non erano andati bene...». Poi, però, le cose sono cambiate: «Nelle ultime settimane le cose sono andate per il verso giusto: solo notizie positive, e questo sicuramente per me è stato un sollievo. Finalmente mi sono tolto un gran peso dalle spalle: l’eventualità di dovermi sottoporre a un’altra operazione a quel punto era scongiurata. Ora non mi resta che riprendere il ritmo, per cui devo allenarmi a fondo per rimettermi nelle condizioni di poter giocare».
Stare a margine della competizione per praticamente un anno, lontano dal ghiaccio, dai tifosi e nell’impossibilità di aiutare i compagni non è evidente. Una realtà con cui il 29enne ha giocoforza però dovuto convivere... «È stato difficile rientrare e allenarsi. Non nascondo che all’inizio mi sentivo a disagio: non ero più abituato a vedere tutte queste persone, tutti questi input sul ghiaccio. Soffrivo quasi un po’ di mal di testa. D’altro canto queste sono abitudini che si riacquistano in fretta, anche se ovviamente il mio rientro sarà graduale. Non so ancora quando tornerò alle competizioni: abbiamo una data in mente, ma per scaramanzia preferisco tenerla per me, anche perché ogni volta che si ventilava questa possibilità, poi la stessa veniva smentita dalla realtà dei fatti. Per cui vedremo...».
Quello del 23 gennaio scorso non è però il solo infortunio serio subito nella sua carriera da Morini: «In passato avevo rotto il crociato e pure lì avevo dovuto stare fermo a lungo. Ma quella volta il percorso di riabilitazione era stato più lineare, e aveva rispettato le tempistiche. Stavolta, invece, tutto è stato più pesante, con tanti alti e bassi: l’incertezza del recupero dell’osso è stata estenuante».
Morini sicuramente è mancato al Lugano per le sue doti sportive sul ghiaccio, ma anche nello spogliatoio la sua assenza si è fatta sentire. Un periodo nero per lui, ma la famiglia e i compagni sono sempre stati presenti: «Un plauso speciale lo devo fare ai miei familiari, che mi sono stati vicini. A volte anche per loro non è stato facile sopportarmi: in certi momenti sono stato molto ‘pesante’. Mi preme anche sottolineare la vicinanza di molti dei miei compagni: non mi hanno mai lasciato da solo».
Al suo rientro, Morini trova un Lugano che non sta attraversando un periodo molto positivo, con una classifica deficitaria e obiettivi stagionali difficili da raggiungere: come si vive una situazione così da fuori? «Molto male, ancora peggio che viverla sul ghiaccio. Non puoi dare il tuo contributo alla causa della squadra e non puoi far altro che il semplice ‘tifoso’. Gli infortunati non sono sempre presenti nello spogliatoio, per cui non conosco a fondo l’umore della squadra, ma sicuramente non ci sarà tanta euforia per questa situazione. Ora che sono tornato ad allenarmi potrò però rendermi conto in prima persona di come la squadra stia vivendo questo momento». Aspettando un Morini, ce n’è un altro, il fratello gemello Paolo, che da inizio settembre svolge il ruolo di video coach della squadra: «Con lui ho un ottimo rapporto. E, al di là di tutto, come giocatori abbiamo poco a che fare con lui: Paolo ha un altro tipo di lavoro. E non avendo ancora giocato questa stagione, posso dire pochissimo sul suo operato in quella veste».