Dal 3-0 al 3-3 in quattro minuti, i bianconeri tornano da Porrentruy con un solo punto in tasca. Un’altra spallata a un Lugano fragile
Non basta il polso letale di Luca Fazzini. Non bastano neppure il cinismo di Joly o la determinazione di Schultz, che tra l’altro al quarantatreesimo s’inventa anche un assist sontuoso per il québecois, con un lancio da una trentina di metri. Impegno o no, anche stavolta il risultato è negativo, al di là del punticino che il Lugano riporta a casa da Porrentruy, premio di consolazione in un venerdì sera in cui il risultato non poteva che essere la vittoria, visto come s’erano messe le cose negli ultimi giorni. Pur se, a ben guardarla, anche adesso la graduatoria rimane cortissima, siccome il Lugano, penultimo, ha tre punti in meno del Rapperswil, nono, ma gli restano due partite da recuperare.
Classifica a parte, il match nel Canton Giura ha confermato tutte le debolezze, soprattutto mentali, di una squadra che ha tutta l’aria di essere nervosa fino al momento in cui Fazzini s’inventa il gol del 2-0 con un incredibile ‘polsino’, anche perché i bianconeri sapevano bene cosa ci fosse in gioco, salvo poi sparire improvvisamente dal ghiaccio dopo il 3-1 di Nättinen che cambia radicalmente faccia alla partita. Al punto che negli ultimi quattro minuti del periodo centrale l’energia dell’Ajoie è straripante, e oltre a segnare addirittura tre volte – di cui due in powerplay, esercizio in cui la differenza tra i padroni di casa e la squadra di Gianinazzi pare lampante –, lo scatenato Turkulainen e compagni colpiscono anche un clamoroso palo, con Devos, al 37’41”. Fosse entrato anche quel tiro, sarebbe probabilmente finito anche peggio per i bianconeri, il venerdì alla Raiffeisen Arena.
Se la gestione di quell’improvvisa – e per certi versi impensabile – rimonta era il miglior test per capire quanto importanti siano le difficoltà di questo Lugano, non si può certo dire che l’esame abbia offerto risultati confortanti. Anche perché i ticinesi in avvio di terzo tempo vengono lanciati nel migliore dei modi dall’exploit di Joly, il cecchino di Gatineau che al 42’13”, dopo essere stato pescato da uno Schultz che nell’occasione dimostra d’avere anche un’ottima visione di gioco, srotola il tappeto rosso verso quelli che sembrano tre sospirati punti. Invece no. Anche un po’ per caso, diciamolo, l’Ajoie trova il modo di rientrare, a tre minuti e mezzo dal termine, grazie a un tiro dalla distanza di Nussbaumer che sorprende Schlegel. Al di là dell’improvviso pareggio, il Lugano nel terzo tempo non dà mai l’impressione di avere pienamente sotto controllo il match, questo nonostante Gianinazzi decida anche di rinunciare alla quarta linea, riunendo in pista i suoi uomini migliori. Tutto inutile, anche perché, galvanizzati da quel 4-4 arrivato in extremis, gli uomini di Ireland nei pochi scampoli di overtime giocato danno l’impressione di volerlo di più quel secondo punto, e dopo l’occasionissima in avvio del solito Joly, che però nell’occasione esagera, sulla ripartenza Carr è costretto a compiere un miracolo, mettendoci il piede sul tentativo di Fey davanti alla porta spalancata. Prima che l’insospettabile Nussbaumer chiudesse con una doppietta la serata più esaltante della sua vita. «Dopo la brutta partita contro il Langnau ne abbiamo parlato, abbiamo discusso di molte cose e siamo d’accordo su ciò che dobbiamo fare – dice Calvin Thürkauf ai microfoni di Rsi –. A Porrentruy eravamo partiti bene, poi sul 3-0 le cose hanno cominciato a giocarci contro. Gli errori? Fanno parte dell’hockey, non c’è nessuno che abbia mai giocato una partita perfetta. La vera questione è quali chance offri al tuo avversario, e quelle chance l’Ajoie le ha sfruttate».