L'Ambrì archivia un weekend in bianco con qualche dubbio in più nella testa e la necessità di semplificare il gioco. Terraneo: ‘È mancata cattiveria’
Zurigo – Prima o poi doveva capitare. È questo il primo pensiero che passa per la testa riguardando il fine settimana biancoblù. Dopo sette affermazioni consecutive sono arrivate due battute d’arresto, venerdì contro il Ginevra Servette e sabato a Zurigo contro i Lions. Due sconfitte che ci possono anche stare, visti il periodo precedente e la caratura degli avversari (sabato sera lo Zsc ha, una volta di più, dimostrato come mai viene dai più indicato come prossimo vincitore del titolo), ma sarebbe fin troppo facile archiviare il tutto in questa maniera. L’Ambrì, anche comprensibilmente, ha giocato per certi versi un po’ troppo di fioretto rispetto a quanto mostrato in precedenza e in entrambi i casi è stato punito.
Alla Swiss Life Arena, almeno nel primo tempo, è sembrato che il tiro fosse stato corretto rispetto all’uscita casalinga contro il Ginevra, poi però è arrivato un secondo tempo da incubo, condito da quattro reti subite nel giro di sei minuti. Nell’occasione il gol era comunque nell’aria da qualche minuto e Luca Cereda, accortosi della situazione, ha giocato la carta del timeout. Con il senno di poi si può dire che quella mossa ha confermato ai padroni di casa quanto di buono stessero facendo davanti alla gabbia di Janne Juvonen. «È vero che gli avversari erano spesso ai margini, ma già durante il primo tempo abbiamo regalato troppi dischi, malgrado non stessimo giocando male. Con il timeout abbiamo cercato di correggere alcuni aspetti, ma alla fine non è servito a molto».
Pur tenendo in considerazione la qualità di avversari come Servette e Zurigo (un’azione su tutte: il powerplay che ha portato al punto del 3-1 di Rudolfs Balcers sabato sera è lì da vedere e rivedere per la qualità offerta), i leventinesi hanno forse peccato di sicurezza e convinzione nell’esecuzione. La rete del pareggio zurighese nasce infatti da una leggerezza in zona neutra di Diego Kostner, che non riesce a controllare correttamente il disco, mentre il raddoppio è figlio di un mancato intervento di Tobias Fohrler, spianando sostanzialmente la strada a Willy Riedi. «Non si può rendere la vita così facile a una squadra come questa perché in un attimo si viene puniti – continua il tecnico quarantaduenne –. L’insegnamento che dobbiamo trarre da questa partita e da quella di venerdì è che se ci si trova sull’onda la si può cavalcare, mentre quando questa non c’è bisogna aspettarla. Per questo motivo dobbiamo tornare alle basi e avere l’umiltà di giocare in maniera più semplice».
In pillole, quella che in casa leventinese è venuta a mancare è stata la maturità che aveva contraddistinto gli incontri precedenti, anche in frangenti in cui questi erano divenuti più complicati. «Penso che nel weekend abbiamo fatto un passo indietro in questo senso. Si tratta di riconoscerlo e accettarlo, in modo da poterne fare almeno ancora uno in avanti, magari anche qualcuno in più. È questo il fattore in cui abbiamo peccato alla grande». Va detto che comunque i ticinesi hanno perlomeno abbozzato un tentativo di rimonta, anche se alla fine non ha portato a nulla: un fattore da cui ripartire per i prossimi incontri? «Direi che dobbiamo tornare ancora più indietro, ancora più alle basi. Ora come ora non è una reazione del genere che mi fa passare una bella domenica. E quando dico di tornare alle basi intendo, anche, concentrarci sulla fase difensiva: nelle partite dopo la pausa abbiamo subito poco e quando subisci poche reti automaticamente le possibilità di successo aumentano. Perdendo tanti dischi in giro per la pista vuol dire che poi si passa più tempo in zona difensiva, che ci si stanca maggiormente e che ci sono più probabilità di commettere errori: è qui che dobbiamo migliorare» conclude l’allenatore di Sementina.
Il giovane Simone Terraneo cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: «Fino a poco prima del loro pareggio stavamo giocando molto bene. Poi quell’uno due in breve tempo ci ha tagliato le gambe e loro si sono esaltati, prendendo il ‘momentum’ del match. In quel momento ci hanno dominati».
A differenza di quanto capitato alla Gottardo Arena a metà ottobre, la rimonta nel finale non è arrivata, anche se per qualche minuto sembrava che l’Ambrì potesse davvero insinuare qualche dubbio supplementare nella mente dei padroni di casa. «Il gol di Formenton prima della seconda pausa è stato un toccasana che ci ha permesso di rientrare motivati e di segnarne ancora uno», anche se alla fine, aggiungiamo noi, non è bastato.
Perdere non piace a nessuno, ma si tratta di due sconfitte in parte preventivabili? «Sinceramente non bisogna guardare troppo chi sia l’avversario di serata perché abbiamo dimostrato di essere in grado di vincere contro tutti. A mio modo di vedere, sia a Zurigo che contro il Servette eravamo in grado di vincere, ma sono mancate un po’ di rabbia e cattiveria nei duelli, con e senza disco. Non c’è motivo di abbassare la testa: starà a noi correggere quanto sbagliato a partire da quest’oggi in modo da farci trovare pronti per la prossima partita», conclude il difensore ticinese.