L’Ambrì rende nuovamente la vita dura allo Zurigo, che però trova il modo di spuntarla. ‘La fortuna? Non è stata dalla nostra, ma bisogna anche cercarla’
Zurigo – Agata Christie scriveva che due indizi sono una coincidenza, mentre tre indizi fanno una prova. Per verificare tale affermazione bisognerà aspettare il terzo confronto stagionale fra i leoni zurighesi e i leventinesi. Quale sarebbe la prova di cui stiamo parlando? Il fatto che l’Ambrì riesca a disputare delle partite di grande intensità proprio quando è chiamato a battagliare contro lo Zsc. Lo ha fatto sabato sera nella nuovissima Swiss Life Arena, e per ritrovare un’altra prestazione in cui i biancoblù hanno portato in pista la medesima intensità occorre riavvolgere il nastro fino al 15 ottobre scorso. Gli avversari di serata erano proprio gli stessi Lions e in quell’occasione l’Ambrì era riuscito a guadagnare almeno un punto, uscendo sconfitto 3-2 ai rigori.
Questo risultato, invece, il 4-2 finale in favore dei padroni di casa, appare una volta di più un poco bugiardo: infatti i ticinesi hanno disputato un’ottima partita almeno per i primi quaranta minuti, pur se in fin dei conti è mancato ancora quel qualcosa per battere una corazzata zurighese che non ha praticamente mai dominato sul piano del gioco, ma che ha dimostrato di riuscire a trovare la via della rete anche apparentemente dal nulla o quasi (si veda il primo e il quarto punto). Anche Benjamin Conz è convinto della prestazione fornita dalla squadra. «Abbiamo disputato una buona partita. Il tutto si è giocato sui piccoli dettagli: loro hanno segnato due gol in superiorità numerica mentre una nostra rete è stata annullata – spiega il portiere biancoblù –. Ci siamo comunque battuti fino alla fine. Usciamo con zero punti dal weekend, ma nel complesso sia venerdì che sabato abbiamo portato in pista un buon hockey. Una situazione del genere è frustrante, ma è importante concentrarci sugli aspetti positivi».
Già, i dettagli. Va però sottolineato che non tutti gli episodi sono stati in favore dei leventinesi, basti pensare ai due ferri colpiti da Bürgler (davvero clamoroso il secondo, che aveva tutto il peso del meritatissimo pareggio) o alle due chiamate arbitrali per l’annullamento di un gol ai biancoblù nel primo tempo e la conferma del quarto punto dei Leoni nel terzo che si possono considerare quantomeno dubbie. Conz a Zurigo è ritornato titolare dopo che nel precedente fine settimana, e per la prima volta in stagione, gli era stato preferito Juvonen in entrambi gli incontri. «Mi ha fatto sicuramente molto bene poter tornare a disputare una partita – aggiunge il trentunenne originario di Saint-Ursanne, nel Giura –. È importantissimo farsi trovare preparati quando si ha l’occasione di essere il portiere titolare. Io ho dato tutto quello che avevo, ho cercato di disputare il match migliore che potessi ma purtroppo non è bastato. In questi casi c’è solo una cosa da fare: lunedì torneremo al lavoro e ci prepareremo al meglio per la prossima».
Anche Luca Cereda è amareggiato dalla sconfitta ma cosciente della grande mole di gioco messa in pista dai suoi. «I ragazzi avrebbero meritato di più. Torniamo a casa a mani vuote ma con la consapevolezza che se giocheremo ogni sera in questo modo ci saranno più vittorie che sconfitte».
Se gli zurighesi hanno potuto contare su quel talento che ha fruttato reti quasi dal nulla, resta da capire cosa è mancato all’Ambrì. «Stasera (sabato per chi legge, ndr) è stata una partita in cui la fortuna non è stata tutta dalla nostra parte. Per esempio il primo gol lo definirei un ‘tiro della domenica’, c’era davvero pochissimo spazio eppure il disco è entrato. Ma la fortuna bisogna cercarsela, ed è quello che abbiamo intenzione di fare dopo una domenica vissuta a casa con le nostre famiglie».
Tuttavia, nel terzo tempo i biancoblù sono calati d’intensità rispetto a quanto visto nei quaranta minuti precedenti. L’interrogativo che sorge riguarda la minore freschezza rispetto a uno Zurigo che venerdì sera ha potuto riposare. «Non ho percepito particolare stanchezza da parte nostra – continua il tecnico quarantunenne –, mentre il quarto gol incassato ci ha tagliato le ali dell’entusiasmo, è stato un colpo al morale. Ci abbiamo messo qualche minuto a riprendere il filo del discorso».
Dopo l’allargamento del numero di stranieri schierabili l’Ambrì ha scelto di puntare su un portiere straniero, ma ciò obbliga necessariamente lo staff a fare delle scelte fra chi mandare in pista ogni sera. «Per me – conclude il tecnico di Sementina –, quello che conta maggiormente è l’energia. Abbiamo giocato due partite consecutivamente e ne avremo ancora altre due settimana
prossima, per cui ci concentriamo soprattutto sul ripartire il lavoro su tutti i nostri giocatori».