Il Ginevra vince con merito gara 1, ma il Lugano, pur lottando, lo aiuta. Carr: ‘Dobbiamo essere più intelligenti di così e aiutare di più Koskinen’
Ginevra – Se il Lugano vuole avere una possibilità di accedere alle semifinali non potrà concedere assolutamente nulla al Ginevra, in caso contrario la strada sarà veramente in salita. È questo ciò che ha detto gara 1 dei quarti di finale a Ginevra, ma purtroppo per i bianconeri dimostrando efficacemente cosa succede in caso opposto. Sono in effetti bastate tre distrazioni per rovinare una partita di sacrificio e di lotta. Al 18’ infatti Koskinen sbaglia il rilancio e spiana la strada ad Hartikainen, al 41’ la difesa si dimentica Filppula alle sue spalle (ed è il 3-2) e 28 secondi dopo invece Miranda è libero nello slot per mettere alle spalle di Koskinen il 4-2, che è già una mezza sentenza. «Mikko ci ha salvato in tante occasioni, non è assolutamente responsabile per la sconfitta, ma come squadra non l’abbiamo difeso abbastanza, non possiamo permettere che un giocatore da 1’000 partite in Nhl (il riferimento è a Filppula, ndr) ci sfugga alle spalle. Adesso però ciò non conta già più, l’importante è ricompattarci per essere pronti a fare il nostro gioco domani. Loro hanno sicuramente i loro meriti, per aver deciso la partita in quel primo minuto di terzo tempo, hanno buoni giocatori, ma noi abbiamo concesso loro troppo spazio».
Per il resto il Lugano soffre è vero un po’ (a immagine dei quattro ferri complessivi colpiti dai granata), ma riesce a resistere bene. Peccato non avere tenuto più a lungo il vantaggio iniziale in powerplay di Andersson, visto che due minuti dopo arriva il pareggio di Karrer nella medesima situazione. Ma nel periodo centrale Carr è bravo a superare Descloux da seduto, riportando la situazione in parità. E anche dopo il 5-2 di Hartikainen (in powerplay), i bianconeri non mollano e si rifanno sotto con Thürkauf, autore di un assolo di classe e tenacia, capitalizzato da dietro la linea di porta. L’assalto finale in sei contro quattro produce però solo il gol a porta vuota (a due secondi dalla fine, quando i giochi erano ormai fatti) di Karrer. «Nessuno nello spogliatoio ha intenzione di mollare ed è un aspetto positivo. Adesso l’unica cosa che possiamo fare è ricaricare le batterie in vista di gara 2».
È però forse un bene che il risultato finale sia così ampio, magari un 3-2 risicato avrebbe dato ai bianconeri l’illusione di essere più vicini all’avversario, quando invece la differenza tra la prima e la decima della classe si è vista tutta. Nei corridoi delle Vernets infatti dopo la partita c’è più frustrazione che scoramento. «Ma nei playoff non conta di quanto perdi – sostiene invece Daniel Carr –, la reazione è la stessa, sia a perdere 6-3 così, sia 3-2 al terzo overtime. Il vero problema è che abbiamo concesso loro troppe situazioni di superiorità numerica (cinque, a dire la verità i ticinesi ne hanno avuto sette, ma al di là del gol di Andersson, non è che ne abbiano ricavato granché, ndr). Come giocatori dobbiamo essere più intelligenti, perché anche il tipo di penalità è un fattore importante, prendere una penalità per difendere il proprio slot ci sta, ma troppe volte abbiamo commesso falli con il bastone in zona d’attacco».
L’impressione è però che il Ginevra abbia il controllo della serie, se la compagine di Cadieux continuerà a giocare come fatto nella prima sfida, per i bianconeri sarà veramente tosta trovare la maniera di batterli quattro volte. I granata denotano infatti una grande capacità di gestire il disco con i loro uomini di maggior classe, rendendosi regolarmente pericolosi «Ma ancora una volta il fattore decisivo è prendere meno penalità. Infatti così concediamo loro meno occasioni anche a ranghi completi, perché abbiamo più energia per pressarli. Dobbiamo partire da lì per avere maggiore successo».
Se c’è un aspetto invece in cui sono stati i bianconeri a farsi preferire è la concretizzazione delle proprie occasioni. Descloux è infatti stato chiamato a un solo grande intervento, su Zanetti poco dopo il 4-2. Per il resto i pericoli corsi dal portiere ginevrino sono stati pochi: un contropiede di Carr e un tiro di Guerra fuori al 15’, poi un doppio tentativo di Josephs al 27’ e un due contro uno sprecato da Zanetti al 29’. Quello tra il 12’ e la prima sirena è stato peraltro il momento in cui, esaurito il prevedibile sforzo iniziale dei padroni di casa, sospinti dall’euforia dell’ottima regular season disputata, è uscito invece il maggior ritmo dei ticinesi provenienti dai preplayoff. È vero che ne è scaturito uno svantaggio, ma anche in quella circostanza Walker e compagni non si sono lasciati abbattere, rimediandovi nel periodo centrale, vinto nonostante la predominanza ginevrina. «Il mio gol, sul quale il disco rimbalza sul mio bastone ed entra in porta, e quello di Calvin da dietro la porta, sono la dimostrazione che se mettiamo i dischi sulla porta qualcosa di buono accade».
Positivo è stato anche l’impatto del numero 7, assente dall’allenamento della vigilia per malattia, ma tra i più pericolosi dei suoi e non a caso premiato come migliore in pista: «Mi sono sentito molto meglio di quanto m’aspettassi, adesso sarà importante, per me ma non solo, avere più riposo possibile per essere pronti al prossimo appuntamento».
Gara 2 per il Lugano ha comunque già il gusto dello spartiacque, una vittoria rilancerebbe infatti le quotazioni dei bianconeri, rialzando l’entusiasmo della squadra e insinuando qualche dubbio in più, mentre una sconfitta li metterebbe in una situazione decisamente complicata, poiché richiederebbe almeno due successi sul ghiaccio delle Vernets. Uno servirà sicuramente, ma questa è storia di sabato, intanto è il Ginevra che dovrà dimostrare di essere in grado di gestire il lungo viaggio verso il Ticino. Intanto però la partita è stata combattuta, esattamente come ci si aspetta da un incontro di playoff, anche se forse il metro arbitrale è ancora rimasto quello della regular season, un tantino troppo fiscale.
Sul fronte ginevrino c’è soddisfazione: «Abbiamo guadagnato il primo punto dopo aver giocato la partita nel modo in cui volevamo – dice il difensore Arnaud Jacquemet –. Credo che abbiamo giocato bene malgrado un poco di sfortuna per via dei pali e delle traverse. È stata comunque una sfida combattuta fino al 40’ e poi siamo riusciti a uscire nel terzo tempo grazie a due gol, che ci hanno dato più energia e che hanno addormentato il Lugano e poi abbiamo mantenuto il vantaggio».
Le Aquile sono state brave a controllare il ritmo, e il Lugano non ha potuto sfruttare il ritmo acquisito nei preplayoff : «Trovo che fossimo noi un po’ più freschi. C’era gente che ha giocato tantissimo, penso soprattutto agli stranieri: direi che ci ha fatto bene staccare dal campionato, anche perché l’ultima settimana di regular season è stata intensa, con trasferte lunghe. È vero che non abbiamo giocato partite vere per una decina di giorni ma abbiamo dimostrato di essere presenti sin dall’inizio, e dopo il secondo tempo era importantissimo a segnare presto».