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Ambrì tra soddisfazione e rammarico: ‘Bicchiere mezzo pieno’

Con il Davos arriva un punto frutto di una prova solida difensiva, ma anche di qualche chance mancata in attacco. Heim: ‘Forse in casa forziamo troppo’.

Un clima ormai da postseason
(Ti-Press/Golay)

Ambrì – Dalla sfida con il Davos per l’Ambrì c’è un punto, che serve almeno per non perdere terreno dal Kloten (ma da Losanna e Lugano sì) e per mettere un ulteriore lunghezza fra sé e il Langnau. Ma al tirare delle somme il gusto che rimane in bocca a Pestoni e compagni è amaro. Soprattutto per non aver sfruttato quattro minuti di superiorità numerica nel finale di gara. Va pur detto che a partire dal periodo centrale in avanti la squadra che si è fatta preferire è stata quella ospite, che ha dunque assolutamente meritato il successo. Nei primi venti minuti invece i più attivi erano stati i padroni di casa, che non potevano però dirsi soddisfatti del vantaggio di 2-1 acquisito grazie alle reti di Kneubuehler, dopo due minuti e mezzo, e Formenton, intramezzate dal rocambolesco pareggio di Dahlbeck. Heed è poi stato bravo a rimediare a metà terzo tempo alle reti di Nussbaumer e Rasmussen che avevano capovolto il risultato. L’impressione è infatti che senza uno spunto individuale, l’Ambrì sarebbe rimasto a mani vuote. Poi però al supplementare a trovare la via della rete è stato Rasmussen, anche il precedente contropiede di Virtanen era stato fermato forse fallosamente (come ha poi sostenuto anche Luca Cereda). Se la difesa si è dimostrata solida, altrettanto lo è stata quella avversaria e forse i leventinesi si sono complicati troppo la vita, a immagine di un Pestoni davvero troppo pasticcione.

Insomma contro questo Davos, non era scontato nemmeno fare un punto (anche perché Juvonen è stato più volte fondamentale), ma a questo punto della stagione, la sesta sconfitta casalinga pesa come un macigno, pur se compensata da altrettante vittorie consecutive in trasferta. «Magari in casa forziamo troppo, da parte del pubblico non c’è pressione, perché è un aiuto ma noi vogliamo troppo, ogni tanto "poco è meglio" – prova a spiegare André Heim –. La cosa più importante è che abbiamo la situazione nelle nostre mani (se i biancoblù dovessero conquistare tutti e dodici i punti rimanenti sarebbero infatti sicuramente nei preplayoff a quota 75 punti, con Losanna e Kloten al massimo a 74 e Lugano a 72, ndr), a Losanna non dobbiamo nasconderci, ma essere solidi in difesa e attivi in attacco».

Alla Vaudoise Arena il clima sarà dunque simile a quello vissuto nello scorso postseason, ma già ieri alla Gottardo Arena ci si avvicinava: «È stata una bellissima partita, si è capito subito che contava parecchio, è stata molto combattuta, ma nell’ultimo powerplay non abbiamo segnato e poi abbiamo perso all’overtime, ma il bicchiere è mezzo pieno. Il nostro obiettivo era di dare un buon lavoro difensivo e attaccare con intelligenza per non concedere contropiedi».

Sulla stessa lunghezza d’onda è Tim Heed: «È stata una partita equilibratissima, con un margine tra vittoria e sconfitta ridottissimo. Abbiamo avuto la nostra occasione per vincere nei quattro minuti di superiorità numerica alla fine, ma non abbiamo creato abbastanza, questo è stato il momento chiave della partita. Dovevamo fare di più per prendere i tre punti. Il mio gol? Ho visto che il Davos stava operando un cambio e che c’era spazio, quindi ho tirato tra le gambe di difensore (con grande precisione, ndr). Contro il Losanna sarà una partita importantissima, dovremo combattere, sappiamo che loro ultimamente sono migliorati parecchio, ma dovremo sfruttare le nostre occasioni e i vantaggi che avremo».

L’ANNOTAZIONE

Segnali chiari fin da subito

Dopo appena dieci secondi di periodo centrale Senn è chiamato alla parata su un tiro dallo slot alto di Formenton. Il numero 91 blocca il disco e provoca un ingaggio. Immonen e Metropolit decidono così di cambiare immediatamente il blocco di uomini sul ghiaccio (normalmente il cambio medio dura sulla quarantina di secondi), facendo capire così di non essere soddisfatti dell’entrata in materia, quando già nel primo periodo i gialloblù avevano evidenziato qualche amnesia in fase difensiva. E il segnale viene recepito da Ambühl e compagni, che cinque minuti dopo infatti pareggiano con Nussbaumer, al termine di una lunga fase di possesso. Poi per tutto il periodo centrale sono i grigionesi a farsi preferire. Da lì in avanti, almeno a ranghi completi, sono infatti gli stambecchi la squadra migliore sul ghiaccio, meritandosi dunque la vittoria.