Dopo una domenica di passione, i bianconeri di Gianinazzi tornano da Berna con due bei punti. Morini: ‘In duelli come questo bisogna anche saper soffrire’
Un finale con la lingua di fuori, su un fronte come sull’altro. Al termine di una domenica bestiale a livello di emozioni, oltre che da quello del dispendio di energie. Con il Lugano che, tuttavia, le energie spese avrà modo di ritrovarle ben presto, dopo aver vinto (sia pur ai rigori) quella che a tutti gli effetti poteva venir considerata la classica sfida della paura, dopo i due punti gettati alle ortiche la sera prima, in casa, oltretutto, contro un’altra avversaria nella corsa al posto nei preplayoff, cioè il Langnau.
Ma i tre punti in palio a Berna valgono oro anche per gli Orsi, così sul ghiaccio della capitale nessuno regala nulla. E in avvio di contesa sono proprio i padroni di casa a mostrare le cose migliori, con la fase più calda di tutte che per i bianconeri si concentra in tre minuti, quelli tra il decimo e il tredicesimo, quando Schlegel deve buttar gambe e braccia dappertutto per riuscire a intercettare dischi che piovono da ogni dove. Passato il momentaccio, dopo aver comunque difeso lo ‘slot’ in modo encomiabile, riuscendo a sporcare dischi e disturbando le linee di tiro, i ticinesi mettono a loro volta il naso alla finestra con Thürkauf, dopo una ghiotta occasione mancata da Klok in inferiorità numerica. Finché, subito in avvio di periodo centrale, arriva puntuale il gol d’apertura: fuori c’è Zgraggen per una trattenuta, il Lugano si installa subito nel terzo e monopolizza i puck, e a furia di insistere, appena qualche secondo dopo che il difensore numero 44 degli Orsi ha rimesso piede in pista, un’accelerazione di Fazzini per Thürkauf seguita da un bellissimo taglio sul secondo palo, offre all’infaticabile Morini il pur non comodissimo disco dell’1-0, firmato dal numero 23 con un tocco al volo.
In generale, al di là del vantaggio il Lugano desta un’impressione migliore riguardo alla gestione dei dischi. Anche se poi, quelle due penalità praticamente consecutive – evitabilissima la prima (di Zanetti), figlia della gran pressione del Berna la seconda – costringono i ticinesi a dove soffrire per quasi cinque minuti filati, tra il ventiseiesimo e il trentunesimo. Alla fine, però, i bianconeri reggono, dimostrando grande energia anche nei contrasti. Anzi, ciò che salta all’occhio è la relativa tranquillità nella gestione delle situazioni difficili, pur se lo stesso Zanetti al 35’10’’ si illustra poi con una nuova penalità davvero inutile, dai cui sviluppi nasce il pareggio bernese: al terzo tentativo, l’incolpevole Schlegel è costretto a dichiararsi battuto.
Ma la partita rimane apertissima. Anche se i bianconeri dal ventinovesimo si ritrovano in pista senza Mark Arcobello, che ha la peggio dopo uno scontro con Colin Gerber alla balaustra di fondo: lo statunitense riguadagna la panchina lamentandosi apparentemente per un problema al ginocchio, e dopo essere rimasto in panchina per qualche minuto si dirige anticipatamente negli spogliatoi. L’uscita di scena del suo capitano costringe Gianinazzi a continuare il match sostanzialmente a tre blocchi, ciò che naturalmente non aiuta a livello d’energia, in un periodo conclusivo in cui entrambe le squadre nella migliore delle ipotesi hanno le batterie quasi scariche, e con l’avvicinarsi del sessantesimo danno l’impressione di accontentarsi di racimolare almeno un punto. L’overtime e i rigori sembrano essere per tutti una sofferenza, anche se il Lugano può davvero recriminare per quella clamorosa traversa di Carr al secondo minuto. A riparare al torto, per così dire, sarà però Markus Granlund, il solo a riuscire a trasformare uno dei nove rigori battuti, piazzando il puck tra i gambali di Wüthrich. Per due punti a dir poco fondamentali, in una classifica che ora vede il Lugano virtualmente nono, a parità di punti con un Kloten che, però, ha disputato una partita in più. «Siamo davvero soddisfatti di essere riusciti a portare a casa due punti da una pista complicata come Berna – dice Giovanni Morini ai microfoni di Rsi –. I nostri avversari hanno messo tantissima intensità, in uno scontro diretto simile a uno dai playoff. Nel primo hanno spinto davvero tanto, e noi dobbiamo ringraziare ‘Schlegi’ che ci ha tenuti nel match. In partite come queste bisogna anche saper soffrire. Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta». C.S.