I bianconeri si arrendono al Berna subendo due reti in settanta secondi, senza riuscire a segnare. Zanetti: ‘Ma per stasera a Langnau sono fiducioso’...
Lugano – È bastato un minuto al Lugano per compromettere irrimediabilmente la partita contro il Berna, non giocata granché bene dai bianconeri che però hanno creato sufficiente materiale offensivo per ottenere senza troppi problemi la posta piena. Tuttavia nell’hockey conta solo chi fa più reti e in questo ambito il più bravo è il Berna. Al 29’ infatti Untersander colpisce con uno slap dalla blu e settanta secondi dopo Lindberg sorprende Koskinen da sotto misura. E così, nel tempo appena di un giro in microonde, la frittata luganese è bell’e cotta. Ci pensa infatti poi DiDomenico a porta vuota a chiudere definitivamente i conti.
I bianconeri possono però, come detto, mangiarsi le mani per il molto tempo inutile trascorso dalle parti di Manzato. Nella prima mezz’ora infatti si gioca praticamente a una porta sola, ma le vere occasioni sono solo due e sono degli spunti individuali di Arcobello (dopo pochi minuti, in inferiorità numerica) e Thürkauf (al 27’). Poi dopo un intermezzo bernese – e la doppia occasione per Lindberg e quella di Scherwey per triplicare il vantaggio – nel terzo tempo il Lugano (che già nel finale di periodo centrale aveva visto Zanetti non riuscire a concludere a porta quasi vuota) ricomincia a spingere. Tanto che a fine partita si conteranno ben 42 tiri in porta, uno sulla traversa (di Josephs, al 57’, nuovamente con l’uomo in meno), ben 32 bloccati dai difensori ospiti e 11 fuori dallo specchio. Ma Manzato, non sempre sicuro ma ben protetto dai difensori, riesce a difendere con successo lo shutout.
Si è insomma sentita eccome la mancanza del top scorer Granlund (infortunatosi con il Losanna), che Gianinazzi ha deciso di sostituire con Bennett in prima linea, salvo poi mescolare le linee a inizio terzo periodo, ovvero quel giocatore capace di inventare la giocata in grado di beffare il portiere avversario. Gli uomini di Söderholm non sono invece parsi subire le assenze dei vari Kahun, Bärtschi o Loeffel, visto che con soli diciotto tiri in porta (più anche in questo caso una traversa, di Ennis con un colpo da baseball, sette fuori e tredici bloccati) sono arrivate tre reti.
«È stata una partita molto dura e combattuta, nella quale noi sicuramente non abbiamo giocato male, ma semplicemente, malgrado abbiamo tirato tante volte in porta, non siamo mai riusciti a battere Manzato – riassume il giovane Marco Zanetti –. Loro sono stati bravi e cinici e in 70 secondi ci hanno trafitti, segnando due reti fondamentali. Nel terzo tempo dovevamo essere più ordinati, invece abbiamo portato molta foga, ma siamo stati poco incisivi. Il Berna poi ha bloccato molti tiri, il portiere è stato sicuramente bravo, ma anche un tantino fortunato».
Peccato, dopo la vittoria con il Losanna di lunedì, non essere riusciti a dare seguito alla striscia positiva, contro un altro avversario sicuramente alla portata, nonostante il quarto posto in classifica… «Personalmente non penso alle nostre prestazioni altalenanti, con le quali non riusciamo a trovare una continuità nei risultati. Mi concentro sempre sulla partita che devo affrontare, cercando di dare il massimo».
Intanto stasera il varesino e compagni saranno di scena a Langnau, pista mai facile (il 6-1 subito in ottobre insegna), contro, oltretutto, degli avversari rimasti a riposo ieri: «Con i Tigers ci aspetta una partita difficile, su una pista non facile da violare, ma sono ottimista, troveremo subito la giusta concentrazione e la fiducia per conquistare un risultato positivo».
A Ramon Untersander le vacanze nella "Sonnenstube" non devono mai essere piaciute. Lo si evince da questa settimana, nella quale il difensore numero 65 del Berna ha prima realizzato una tripletta contro l’Ambrì Piotta e pure ieri a Lugano si è concesso il lusso di aprire le marcature, per quello che è anche stato il game-winning-goal, con un preciso slap dalla linea blu. Il che significa che Untersander in una settimana ha raddoppiato il suo bottino di reti, portato da quattro a otto e il suo bottino totale a ventisette punti (tre in meno del suo primato firmato l’anno scorso e nella stagione 2016-2017). Ma il grosso problema per il Lugano, al di là delle statistiche, è che quel gol ha cambiato volto alla partita, con il Berna che fino a lì in attacco non s’era praticamente visto, ma che settanta secondi dopo ha raddoppiato con Lindberg e nella seconda parte del secondo tempo si è creato almeno altre tre occasioni da rete, due con lo stesso svedese, una con Scherwey.