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In vacanza con i rimpianti. ‘Colpa della frustrazione’

Sulla pista degli Aviatori, i bianconeri subiscono sei gol e tutti gli episodi di un venerdì nero. ‘Abbiamo dimostrato di non essere ancora maturi’.

La smorfia di Stoffel prima delle feste
(Keystone)
24 dicembre 2022
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Alla stimoArena, un po’ in ritardo, la serata parte subito con un problema, segnalato da un Markus Granlund che va dietro la gabbia di Koskinen e indica a tutti un difetto nella chiusura di una delle aperture lungo la balaustra (non però quella che permette l’accesso al ghiaccio della Zamboni) ciò che obbliga gli arbitri a munirsi di scotch per provare a ridurre alla bell’e meglio lo scarto tra le porte, mentre all’esterno i tecnici si armano di cacciavite e martello. Ma se i problemi del Kloten finiscono lì, quelli del Lugano non sono nemmeno all’inizio: infatti, Luca Gianinazzi e i suoi ragazzi ancora non hanno idea di ciò che li attende, in una serata che in fondo non parte tanto male ma che dopo sei minuti inizia già a scricchiolare, quando Daniel Carr cerca di vendicare una carica nei confronti di Arcobello e prende a pugni Marc Marchon: tuttavia, il siparietto pugilistico finirà per costare caro non al solo Carr, ovviamente rispedito sotto la doccia assieme al suo sparring partner, bensì ai suoi compagni, che infatti restano sul ghiaccio con uno straniero in meno. Ma non solo: avendola iniziata lui, la bagarre, il canadese si becca ulteriori due minuti di penalità, che Loosli sfrutta per aprire le marcature nonostante qualche istante prima, in shorthand, Josephs ed Herburger riescano a creare una delle azioni bianconere più pericolose dell’intera serata.

A ben vedere, quel trend Lugano e Kloten se lo portano appresso per due tempi su tre: i ticinesi quando ci provano sbagliano, mentre invece quando lo fanno gli zurighesi, alla fine segnano perché ci credono. Approfittando gentilmente, oltretutto, della generosità di un avversario contagiato dal clima natalizio che dispensa regali a tutta pista: dal disco perso banalmente nel terzo dal giovane Villa, che indugia in mezzo allo slot al 18’38’’ davanti a uno scatenato Ang, alla copertura approssimativa del primo palo di Koskinen, al 19’08’’, su tiro di Ruotsalainen: dall’1-0 al 3-0 in soli trenta secondi. A quel punto, però, rimangono ancora 40 minuti da giocare, così Gianinazzi prova a dare la scossa rimettendo in pista un Niklas Schlegel apparso a suo agio giovedì contro lo Zugo, ma il risultato non è quello sperato. Anzi: se possibile, nel secondo tempo gli Aviatori crescono ancora, e poco dopo metà partita arrivano persino sul 5-0. Emblematico, per capirsi, ciò che capita poco prima del giro di boa della partita, quando Alatalo si fa spedir fuori per ostruzione: quella penalità differita in attesa che qualcuno del Lugano tocchi il disco è interminabile sul serio, probabilmente qualcosa meno di due minuti, con gli Aviatori che – naturalmente anche sfruttando la vicinanza della loro di panchina – insistono nel far girare il disco, mentre i cinque bianconeri in pista non possono cambiare e paiono dei pugili suonati, senza fiato e senza più gambe per la fatica.

Ma in un venerdì nero, quantomeno va segnalata la reazione ticinese in un terzo tempo, in cui finalmente gli ospiti segnano e lo fanno per ben tre volte, arrivando fin sul 5-3 a trentasei secondi dalla fine. Tuttavia, v’è da credere che ciò non farà altro se non accrescere la delusione per ciò che era successo prima. «Ci siamo innervositi per alcuni episodi, dimostrando di non essere ancora abbastanza maturi mentalmente per andare oltre davanti a dei momenti negativi – dice, schietto, l’attaccante Giovanni Morini ai microfoni di Rsi –. Eravamo frustrati, abbiamo perso coesione nel gioco e loro, che sono bravi a ripartire, hanno sfruttato i nostri errori». C.S.