Dopo sette vittorie, al Mondiale in Finlandia la Nazionale di Fischer incassa la sua prima sconfitta. Ma è decisiva: in semifinale vanno gli Stati Uniti
La prima sconfitta al Mondiale è quella fatale. In un giovedì segnato da una brutta entrata in materia, e da errori difensivi e alla mancanza di killer instinct che sono alla base dell’eliminazione. Per una delle sconfitte più pesanti dell’era Fischer. Il quale per il quarto di finale contro gli Stati Uniti decide senza sorprese di rimettere tra i pali Genoni, mentre in difesa rientra Glauser al posto di Marti: il tecnico iscrive 13 attaccanti e 7 difensori.
Inizio di contesa molto veloce, poche le interruzioni e le occasioni da rete. All’undicesimo primo powerplay della serata, penalizzato Meier, gli statunitensi sfruttano la chance e si portano in vantaggio con Meyers (ma in realtà si tratta di un’autorete di Thürkauf). Al 14’ Corvi sbilanciato da un avversario cozza contro la transenna e s’infortuna, gli arbitri sorvolano. Il giocatore perde parecchio sangue, la sua partita finisce qui (per lui commozione cerebrale). La Svizzera ha tirato sin qui un misero tiro verso la gabbia di Swayman, ben 11 invece i tiri degli americani. Al 17’ prima vera chance elvetica, Moser spara a lato, sul ribaltamento di fronte pasticcio di Egli e Genoni, entrambi leggono male la situazione di gioco e si fanno sorprendere, Gaudette ne approfitta e raddoppia. Per i rossocrociati, praticamente mai pericolosi, è una pessima prima frazione.
Il tempo centrale, con Kurashev che prende il posto di Corvi nel terzo blocco, si apre con un palo di Meier dopo appena 20’’. Al 23’ prima superiorità numerica per Hischier e compagni, la manovra è però troppo lenta e prevedibile per poter sorprendere la difesa avversaria. Al rientro dalla penalità Boldy s’invola solo verso Genoni, il portiere ci mette una pezza. La Svizzera cerca di aumentare il ritmo e di alzare il baricentro, ma gli statunitensi sono ostici, usano bene il fisico e non permettono ai nostri di penetrare a dovere nelle zone nevralgiche della superficie ghiacciata. Le rare volte in cui si presenta qualche falla, la Svizzera non le sfrutta, a immagine di Herzog. Gli americani agiscono prevalentemente di rimessa, Genoni è bravo a fermare un tentativo di Bellows al giro di boa della gara. La Svizzera non demorde, ma pecca di precisione, Kukan, ben servito da Simion, non inquadra lo specchio della porta. Uno spunto del velocissimo Malgin riesce a tagliare fuori la difesa statunitense, ma Swayman è sul pezzo e blocca la conclusione del numero 62. Ora l’America fa più fatica a contenere le folate offensive, è il turno di Ambühl, ancora una volta l’estremo difensore vince il duello. Al 37’ centro di Hischier, la deviazione di Meier finisce di un soffio a lato. La scena si ripete qualche istante più tardi, stavolta è Malgin a deviare, il disco viene respinto dall’ottimo Swayman con il gambale. Finale di periodo con gli elvetici in powerplay, come in precedenza la manovra è troppo macchinosa e così anche al 40’ il risultato è di 2 a 0 per gli USA.
Terzo periodo, l’ora della verità, l’ultima chiamata per i rossocrociati, Meier e Riat si rendono subito minacciosi senza però pungere. Fischer sposta Kurashev von Meier e Hischier, come a inizio torneo, Thürkauf fa invece il centro tra Herzog e Ambühl. In contropiede gli americani sfiorano per due volte la terza rete, dapprima con Boldy e poi con Bellows, tra i più attivi. Meier non si dà per vinto, la sua incursione è ottima, ma il guantone di Swayman dice di no. Fischer le prova tutte, ora è Ambühl a giocare al fianco di Hischier e Meier. Lo sforzo offensivo è in calo, i pericoli per Swayman diminuiscono. La Svizzera prova a effettuare il forcing finale e offre spazi, un contropiede viene finalizzato da Meyers per il 3 a 0. Fischer tenta la carta della disperazione e toglie il portiere già al 54’19’’, ma l’assalto è sterile e non porta alcun frutto.
Il Mondiale elvetico termina dunque mestamente con una eliminazione nei quarti: alle semifinali in quel di Tampere ci andranno infatti Finlandia, Repubblica Ceca, Canada e, naturalmente, Stati Uniti. Un boccone amaro, durissimo da digerire per i rossocrociati.
Svizzera - Stati Uniti (0-2 0-0 0-1) 0-3
Reti: 11’59’’Meyers (Bellows, Hughes/esp. Meier) 0-1. 16’42’’Gaudette (Peeke) 0-2. 54’02’’ Meyers (Kuhlman, Farrell) 0-3.
Svizzera: Genoni; Kukan, Siegenthaler; Fora, Moser; Geisser, Glauser; Egli: Riat, Hischier, Meier: Simion, Suter, Malgin; Ambühl, Corvi, Herzog; Thürkauf, Kurashev, Bertschy; Miranda.
Stati Uniti: Swayman; Jones, Megna; Peeke, Schmidt; Hughes; Galchenyuk, Boldy, Hartman; Tynan, Gaudette, Bellows; Kuhlman, Farrell, Meyers ; Hayden, Watson, Lafferty; Bordeleau, Lettieri.
Arbitri: Öhlund, Ansons; Kroyer, Van Oosten.
Note: Helsinki Ice Hall, 3’727 spettatori. Penalità: Svizzera 1 x 2’. Stati Uniti 2 x 2’. Tiri in porta: 33-22 (4-12, 17-6, 12-4). Svizzera dal 13’23’’ senza Corvi (commozione cerebrale). Pali: 20’20’’ Meier, 58’40’’ Megna. Svizzera dal 54’19’’ al 56’25’’ e dal 56’31’’ al senza portiere. Al 58’18’’ timeout Svizzera. Premiati quali migliori in pista Denis Malgin e Jeremy Swayman.