Digerita la batosta con la Svezia, Hofmann guarda avanti: ‘Una lezione da ricordare’
«Quando incassi una sconfitta come quella di ieri, le possibilità che hai sono due: o ti rifugi nella ricerca di qualche alibi e punti il dito contro qualcuno o qualcosa, oppure, ed è quello che fanno le squadre ‘grandi’, cerchi di capire come sia potuto accadere e analizzi il tutto al fine di apportare quei correttivi, anche sul piano mentale, per evitare che simili incidenti di percorso possano ripetersi. Ed è quel che cercheremo di fare noi, al fine di riprendere il filo del discorso bruscamente interrotto contro la Svezia. Dopo una sconfitta simile, una delle poche certezze è che puoi solo fare meglio. È quello che vogliamo dimostrare domani contro la Slovacchia, mostrando un ben altro atteggiamento, sin dall'inizio». La notte ha portato consiglio a Grégory Hofmann, che dopo averci dormito su, cerca di analizzare con mente più lucida il perentorio kappaò rimediato contro la selezione di Johan Garpenlöv.
È in una giornata che dal profilo meteorologico non invoglia certo una passeggiata – peraltro negata in virtù delle rigorose disposizioni sanitarie in materia di prevenzione contro il Covid a cui tutti i giocatori presenti al Mondiale devono rispettare – alla scoperta di Riga che avviene il risveglio dopo il martedì nero di Hofmann e compagni. Con mente più fredda, martedì c'è stata troppa Svezia o troppa poca Svizzera? «Così, di prim'acchito direi troppa poca Svizzera, contro una comunque signora Svezia, presentatasi all'appuntamento col coltello tra i denti dopo aver perso un po' a sorpresa le prime due partite. Per loro quella era una sorta di ultima spiaggia per raddrizzare il loro torneo. Sull'arco di tutti i sessanta minuti abbiamo sicuramente lavorato meno di loro che, giustamente, hanno meritato il successo, sebbene quello 0-7 finale trovo sia troppo severo nei nostri confronti. È pesante, duro da digerire, ma lo dobbiamo fare: il nostro torneo non è finito ieri; davanti a noi ci sono ancora diverse partite da affrontare, e questo passo falso non compromette affatto il nostro cammino qui a Riga. Diciamo allora che questa partita ci è servita come una lezione per il prosieguo del torneo; sta a noi non dimenticarcela. Uno, il più importante degli insegnamenti, è che se giochiamo sul nostro livello, possiamo dare fastidio a chiunque. A patto però di portarlo in pista, questo atteggiamento. Cosa che appunto non è stata il caso martedì. Pensare che ci possano essere serate più tranquille di altre sarebbe un gravo errore, e la dimostrazione pratica l'abbiamo avuta contro la Svezia». C'era forse un po' più di ‘fame’ di vittoria da parte dei vostri avversari? «Questa potrebbe anche essere una chiave di lettura. È comunque difficile spiegare cosa sia successo esattamente in pista. Sicuramente la Svezia si è presentata all'appuntamento più pronta di noi. Nei duelli, nel possesso del disco e in tutte le situazioni... Insomma, i nostri avversari hanno fatto sempre meglio di noi. Una squadra come la nostra a cui piace il gioco veloce e puntare sul possesso del disco, deve sicuramente fare di più nei duelli e nel forechecking, non lasciando spazi agli avversari se vuole avere una chance di vincere».
Dopo il successo d'entrata con la Repubblica Ceca, e quello del giorno dopo contro la Danimarca, per voi è dunque arrivato il primo stop. In quello che in fin dei conti rappresentava il primo vero test di maturità... «Al di là di tutto, queste prime tre partite ai Mondiali sono state tutte impegnative per un motivo o per l'altro. Iniziare da un avversario comunque tosto come la Cechia non è mai facile perché non hai grandi metri di paragone, soprattutto in una stagione come questa. È vero che il buon rendimento nel gioco a 5 contro 4 ci ha un po' spianato la strada. Anche con la Danimarca non è stata una partita facile, anzi. E il fatto che il giorno prima abbia sconfitto la Svezia è lì a dimostrarlo. I primi risultati lo stanno ribadendo: questo è un torneo in cui tutti possono battere davvero tutti, e dunque la guardia va tenuta sempre ben alta. Adesso dobbiamo lasciarci alle spalle questo passo falso e andare avanti per la nostra strada e, soprattutto, cercare di aumentare il livello del nostro gioco, di andare a segnare qualche gol sporco in più, anziché attendere che ci si presenti l'occasione propizia, magari con l'uomo in più. Conosco il gruppo, e nessuno è disposto ad accettare un verdetto così perentorio come quello di martedì, ed è anche da qui che dovremo trovare la giusta motivazione per affrontare la Slovacchia». Una Slovacchia che si presenta all'appuntamento di domani in scia a tre successi in altrettante partite... «Finora hanno sicuramente fatto un ottimo torneo. E per questo è un avversario che va rispettato, come del resto rispetto lo meritano tutte le squadre presenti qui a Riga. Ma, come dicevo, non dobbiamo guardare tanto al tenore della squadra che ci sta di fronte, quanto concentrarci sul nostro gioco e sforzandoci di portare in pista tutto il nostro potenziale, tenico e mentale».