Si chiude alle 23.30 passate, nel crudele epilogo del secondo overtime, la stagione dei bianconeri: 'Fa davvero male finire così'. Rapperswil in semifinale
Un'altra sconfitta, la quarta di fila. Ed è quella di troppo per i bianconeri. In un interminabile mercoledì sera che, certamente non tra la sorpresa generale, alla Cornèr Arena si apre all'insegna degli stravolgimenti. Infatti, per convinzione o semplicemente per forza, Serge Pelletier decide di buttare all'aria mezzo lineup rispetto a gara 4, togliendo dal gioco lo spento (o sfinito?) Boedker, piazzando all'ala in prima un Troy Josephs subito convincente dal momento del suo arrivo da Visp (4 punti in 6 partite) alla sinistra di Arcobello e Fazzini, con Morini promosso in seconda in mezzo a Bertaggia a Bürgler, mentre Walker sale in terza con Lajunen e Suri e Lammer scende in quarta con Sannitz e Zangger, con Herburger soltanto tredicesimo attaccante. Una novità, però, c'è anche in attacco, siccome Antonietti torna nel lineup, in qualità di settimo difensore, togliendo così il posto a Nodari.
E, anche in questo caso senza sorprese, i bianconeri entrano sul ghiaccio con ben altro piglio. Dimostrando tutta un'altra energia, soprattutto sul piano fisico. Tuttavia, le prime conclusioni pericolose sono sul conto degli ospiti, che nei primi minuti chiamano in causa a due riprese Niklas Schlegel. Troppa foga, però, può anche far rima con penalità. E i bianconeri ne incassano due nei primi dodici minuti: prima Bertaggia per sgambetto, poi Antonietti per bastone alto. E nella seconda il Rapperswil si fa pericolosissimo, con Schlegel che si deve superare in un paio di occasioni, soprattutto sul tentativo di Schweri da due passi. Poi il Lugano prova a installarsi nel terzo offensivo, ma il risultato senz'altro non è quello sperato. Un paio di occasioni arrivano sì, ma la più ghiotta di tutte in verità è frutto di un pericolosissimo contropiede, con il gran servizio di Loeffel per Walker, fermato all'ultimo dal solito Nyffeler.
Nel periodo centrale il Lugano comincia subito col piede sull'acceleratore. E da un'azione insistita nasce il primo powerplay, dopo un aggancio fischiato a Moses. Tuttavia, non passano 54'' e anche il Lugano si trova sul ghiaccio in 4, dopo un aggancio di Fazzini a Lehmann. La partita va avanti ritmata, con il Lugano che cerca d'intensificare gli assalti ma appena si presenta in attacco fatica a trovare delle linee di tiro pulite, con il Rapperswil che raramente si fa trovare impreparato, e quando superano metà pista i sangallesi sanno cosa fare per rendersi minacciosi. L'opportunità migliore per i ticinesi capita al 30'43'', quando Suri e Wolf partono in situazione di 2 contro 1, e il tocco del difensore bianconero viene intuito col guantone da Nyffeler, il quale si salva d'istinto. Sul fronte opposto, invece, al 34'20'' è l'americano Andrew Rowe a far venire i brividi ai ticinesi, che si fanno trovare fuori posizione ma riescono comunque a salvarsi. Il finale, poi, è un capovolgimento di fronte dopo l'altro, ma il risultato non si sblocca.
Si sbloccherà invece al 41'41'', ma in favore degli ospiti. Dopo essere già arrivati a un niente dal vantaggio, con Schlegel che deve superarsi per bloccare un tentativo di Clark, quelli del Rapperswil sorprendono la retroguardia ticinese sfruttando proprio un errore del suo portiere, che la combina grossa dietro alla gabbia, consegnando a Moses il più comodo degli assist per Wick: è lo 0-1 al 41'41''. Potrebbe essere il gol di troppo, invece no: un appoggio nel traffico di Loeffel, la cui visuale è coperta da Arcobello, si trasforma nel punto del pareggio al 44'35''. Tuttavia, quel pareggio resiste appena tre minuti. Fino all'ingaggio perso da Arcobello sulla sinistra di Schlegel, con il disco che carambola sul bastone di Moses, il cui tiro di prima intenzione non lascia scampo a Schlegel: è l'1-2 al 47'33''. Una botta durissima per la squadra di Pelletier. Che, poi, al 51'37'', subisce anche il 3-1 di Moses, che conclude l'ennesimo contropiede toccando in porta il disco col pattino, in maniera del tutto regolare però.
Il Rappi, ci mancherebbe, a quel punto crede di aver archiviato la questione. Invece no. A dimostrazione che nell'hockey non c'è mai nulla di scontato. Sembra una mossa disperata quella di Pelletier, che decide di giocare gli ultimi tre minuti senza portiere: quasi subito, infatti, arriva il 2-3 di Lajunen, che tocca tra i gambali di Nyffeler un disco prontamente messo sulla porta da Josephs. Anche così, però, l'impresa sembra di quelle impossibile. Ma l'impossibile non esiste, e caso mai servisse lo dimostra Luca Fazzini a dodici secondi dalla fine, dopo una conclusione a lato ancora di Josephs, con la ripresa di Arcobello da dietro la porta per il topscorer ticinese, che fa secco un Nyffeler la cui visuale è coperta sia da Lajunen, sia da Herburger.
Così, per la seconda volta in questa serie la decisione è rinviata ai supplementari a oltranza. Che per il Lugano, stavolta, sono da dentro o fuori. E i ticinesi, forti della loro rinascita, si mettono subito al lavoro per cercare il gol che vale il diritto di giocare gara 6, venerdì. Mentre il Rapperswil, oltre ad aver accusato psicologicamente il colpo all'inizio sembra avere un po' meno energia. Tuttavia, con l'andare dei minuti anche gli ospiti cominciano a credere nelle loro possibilità. Finché, a 2'56'' dalla fine del primo overtime, i bianconeri hanno una grossa occasione, con i due minuti inflitti a Jelovac per un'ostruzione su Walker. Il Rapperswil riesce però a superare indenne la situazione. E a 22'' dalla quarta sirena le parti si invertono, con i bianconeri che restano sul ghiaccio in quattro per un colpo di bastone fischiato a Suri: anche il Lugano se la cava senza conseguenze. E i minuti passano, con le energie che ovviamente sono sempre un po' di meno, e con la pericolosa costante minaccia della cosiddetta morte improvvisa. Con il Lugano che, in più, a 9'29'' dalla quinta sirena si ritrova nuovamente in inferiorità numerica, per un fallo quantomeno evitabile di Bürgler in attacco. Il Rapperswil ci crede, ci prova ma Schlegel e compagni resistono. Fino al crudelissimo disco che libera sotto porta Gian-Marco Wetter, ex attaccante passato dai Ticino Rockets che manda il Lugano in vacanza dopo addirittura 96 minuti e 55 secondi di gioco...
Loeffel: ‘Ora, a caldo, non so dire cos'è cambiato’
«Fa davvero male finire così – sono le prime parole, a caldo, di Romain Loeffel –. Stasera abbiamo giocato fino alla fine, si è visto, riuscendo a segnare due gol negli ultimi due minuti. Però non è stato abbastanza... Faccio i complimenti al Rapperswil, che ha giocato secondo le sue forze, bloccando un sacco di tiri: è incredibile cos'hanno fatto, e noi non siamo riusciti a trovare una soluzione».
A chi gli chiede secondo lui cos'è cambiato tra il Lugano di fine regular season e quello del quarto contro il Rapperswil, il difensore neocastellano risponde così. «No, così, qualche minuto dopo la fine di una partita del genere non posso fare un'analisi. Non, non sono in grado di dirlo».
Al Lugano non è bastato riprendere il famoso 'momentum', con quel pareggio in extremis di Fazzini. «Anche noi lo speravamo. Abbiamo continuato a mettere dischi sulla porta, però alla fine il disco non è entrato. Loro intanto hanno continuato con il loro gioco, 'chip in' e 'chip out', e alla fine hanno segnato. E fa male, ripeto. Anche se non è stasera che perdiamo questa serie...».