Raphael Herburger lancia il terzo confronto stagionale con i biancoblù: ‘Dobbiamo essere pronti ad affrontare ogni ostacolo’
29 febbraio-23 dicembre: sono passati quasi nove mesi dal primo derby della storia giocato alla Cornèr Arena senza la partecipazione di pubblico. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti (e altri due derby di campionato per... pochi intimi). Nove mesi dopo però le cose non sono cambiate, visto che ci si appresta a vivere un’altra sfida cantonale nuovamente a porte chiuse. Il virus c'era allora e c'è ancora oggi, anche in forma più importante. In più, stavolta il derby va in scena a due giorni da Natale, cosa che renderà ancora più surreale l'atmosfera che si respirerà domani sera alla Cornèr Arena. Ciò che comunque non ha mutato la pandemia, fortunatamente, è il fatto di poterlo comunque giocare, questo derby, nella speranza che si possa vivere, malgrado tutto, una bella serata sportiva.
Reduce dalla sconfitta di Zugo, il Lugano potrebbe ritrovare domani sera Loeffel e Sannitz, presenti nell’allenamento questa mattina. Sempre assenti, per contro, Suri e Antonietti, non ancora ripresisi dal Covid-19. Seduta 'light' invece per Morini. Serge Pelletier, dopo l'allenamento, torna sulla partita della Bossard Arena: «Abbiamo giocato a corrente alternata - racconta il tecnico bianconero -. Ho visto cose buone e altre meno efficaci. Peccato per non essere riusciti a giocare con la massima intensità per tutta la durata dell'incontro. Direi che c’è un assetto da ritrovare: la squadra deve digerire questi momenti per ripartire su nuovi equilibri nelle prossime partite. Non va comunque dimenticata la partenza per gli Stati Uniti di Kurashev... Di positivo, nelle ultime due uscite, c'è stato l'esordio di ben tre giovani del nostro settore giovanile: Ugazzi, Fadani e Näser. È sempre bello dare spazio a nuove leve, e, tra l'altro, si sono molto ben comportati».
Archiviata la sconfitta di Zugo, adesso c'è il derby a cui pensare... «Ed è un peccato che ancora una volta lo dovremo giocare in assenza del pubblico. Soprattutto perché il derby rappresenta la festa dell'hockey ticinese, e i tifosi sono attori indispensabili nello sport. Ad ogni buon conto cercheremo di fare un bel regalo di Natale ai nostri tifosi».
«Domani andremo in pista per cercare l'immediato riscatto dopo la sconfitta di Zugo», ribadisce Raphael Herburger, che nel Lugano 'post-Kurashev' è stato promosso da Pelletier dalla terza alla seconda linea, al fianco delle ali Alessio Bertaggia e Mikkel Boedker. «Alla Bossard Arena abbiamo concesso troppa libertà ai nostri avversari. Sapevamo che ci fronte ci saremmo trovati una squadra molto veloce e perciò avremmo dovuto praticare un fore-checking molto più alto... - prosegue il 31enne attaccante austriaco con licenza svizzera nella sua analisi -. Non cerchiamo scuse tirando in ballo la quarantena: da parte nostra, abbiamo commesso troppi errori. Tutti si sono confrontati con disagi derivanti la pandemia: abbiamo forse avuto una pausa forzata più lunga, ma in estate ci siamo allenati molto bene e dobbiamo essere pronti per affrontare ogni tipo di ostacolo. Sono contento che arrivi subito una partita con tanta carica agonistica: l'Ambrì è sempre un avversario difficile da affrontare. Sarà un bel derby natalizio. Non ci saranno tifosi sulle tribune, ma saranno tutti davanti al televisore, e non possiamo deluderli».
Come valuti questa tua prima parte di campionato con la maglia del Lugano? «Il bilancio delle primissime partite era soddisfacente: sebbene non abbia segnato molto, avevamo centrato diverse belle vittorie. Adesso, invece, se devo essere sincero, non sono molto contento delle mie prestazioni. Non so dire con esattezza cosa mi manchi, ma sicuramente devo ritrovare un po' di fiducia nei miei mezzi. Nessuno ti regala niente, ragion per cui devi costantemente lavorare su te stesso, anche nelle piccole cose. Per le prossime partite cercherò di tirare con più frequenza; sperando di ritrovare la forma ideale. Ma non mollo: farò di tutto per aiutare la squadra nel miglior modo possibile: qui mi trovo davvero bene, e non mi manca niente».