Hockey

Alla Valascia 2'400 posti, alla Cornèr Arena 3'300

Sollievo, ma non piena soddisfazione per Ambrì e Lugano dopo le decisioni del Consiglio federale sulle misure anti-Covid. Nicola Mona: 'Lontani dal 100%'

Senz'altro molto meglio (Ti-Press)
2 settembre 2020
|

C'è solo il sollievo. La soddisfazione, infatti, è ben altra cosa. Pur se alla fine, rispetto alle indiscrezioni quantomeno inesatte del Tages Anzeiger di qualche giorno fa – che anticipava un tasso di occupazione degli stadi di hockey soltanto nella misura del cinquanta per cento, a differenza del 66% del calcio – i 2/3 di occupazione anche per gli stadi di hockey deciso oggi dal Consiglio federale è pur sempre un bel passo avanti. Tuttavia, si badi bene, quel 66% va calcolato su numero totale dei posti seduti, non sulla capienza totale della pista. Ed è per quel motivo che alla Valascia, come alla Cornèr Arena e probabilmente in tutte le altre piste del Paese, si dissemineranno di seggiolini gli spalti, così da aumentare il più possibile il numero di posti a sedere.

Ambrì: 'Seggiolini montati in tre giorni'

«Diciamo che i calcoli di dettaglio non sono ancora conclusi - spiega il direttore generale dell’Ambrì, Nicola Mona -. Anche perché la Valascia è un’infrastruttura che ha le sue particolarità, non è una piazza su cui basta appoggiare delle sedie: ci sono le pendenze da valutare, oppure creare delle strutture per rialzare i seggiolini, altrimenti chi sta seduto non vede nulla. Il punto è che la Valascia non è concepita per avere delle tribune ovunque, e quel tipo d'interventi forzatamente ti fa perdere delle file. Il grosso dell’opera è quello: i lavori per la posa dei seggiolini veri e propri dureranno un paio di giorni, e li faremo a fine mese».

A quel punto in pista quanti posti ci saranno? «Diciamo che, se ce la mandano buona, avremo a disposizione 2'400 posti effettivi. Se calcoliamo che la capienza della Valascia sarebbe di 6'500 posti, ben si capisce quale sarà l’impatto. Ed è vero che ora siamo sopra all’ipotesi del 50%, ma comunque siamo ancora lontani dal 100%».

L’Ambrì di regola ha tremila e più abbonati: ciò significa che stavolta non riuscirete a soddisfarli tutti... «È chiaro che chi nel frattempo ha già pagato la sua quota per l’abbonamento cercheremo evidentemente di farlo entrare, ma è altresì vero tanta gente ha fatto l’abbonamento spalti, mentre gli spalti ora non ci sono più… Sono tutte cose, queste, su cui ci stiamo chinando proprio adesso, anche perché non ci era possibile fare considerazioni prima di sapere esattamente quale fosse il numero di posti disponibili. In verità ci sono diverse questioni da risolvere: ora che conosciamo i contenuti dell'ordinanza del Consiglio federale, con il Cantone definiremo il numero massimo della capienza della pista e a quel punto potremo fare delle proposte concrete ai nostri abbonati». Questioni come quella della ristorazione «Ciò che noi prevediamo di fare è gestire flussi: quindi per accedere alle buvette ci si metterà in fila, e dopo essere entrati da una parte si uscirà dall’altra».

Lugano: 'Divideremo i costi di trasformazione con la Città'

«Non siamo al cento per cento dell’occupazione inizialmente auspicata, ma con il 66% almeno abbiamo tolto quella discriminazione che sembrava esserci nei confronti di altri grandi eventi o di altre discipline sportive», dice invece da Lugano il Ceo Marco Werder. «Siamo tuttavia felici di sapere che con il nostro concetto di protezione potremo far sì che i nostri tifosi possano andare allo stadio per seguire una partita in tutta sicurezza».

Molti tifosi, ma non proprio tutti… «Diciamo che al momento attuale siamo ancora in zona verde, quindi riusciamo ancora a garantire le partite ai nostri abbonati. Anche perché, è naturale, l’effetto Covid s’è fatto sentire: abbiamo quindi ancora un po’ di capacità, di cui vedremo cosa fare nelle prossime settimane. Certo, però, fa male sapere di avere uno stadio da 7'200 posti, e dopo la trasformazione provvisoria (provvisoria, ripeto) delle curve che aumenterà i posti seduti a 5'000 potremmo accogliere in pista sole 3'300 persone. Detto questo, partendo da un numero di mille persone e vedendo la situazione qual è, direi che bisogna fare un passetto alla volta».

Ce ne saranno altri? «Be’, io mi auguro che se la situazione dovesse migliorare, oppure se dovesse arrivare sul mercato un vaccino, tale condizione venga rivalutata immediatamente. Nell’attesa cominciamo ad organizzarci bene con questi cinquemila posti a sedere che dobbiamo ancora trasformare, in una situazione ben lungi dall’essere risolta e che ci causerà dei costi e minori entrate».

A proposito di costi: l’aumento temporaneo del numero di seggiolini chi lo pagherà? «È un costo che verrà diviso tra noi e la Città di Lugano».

Leggi anche: