Soddisfatto il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi: 'Nello sport sarà un campionato un po' alla nord americana'
«I paletti messi da Berna sono più larghi di quanto ci si aspettava». È generalmente soddisfatto il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi dopo aver appreso delle condizioni imposte da Berna per poter autorizzare le manifestazioni con più di mille persone.
Soddisfazione anche perché «le decisioni del Consiglio federale di oggi sono andate oltre quanto posto in consultazione (si parlava di un'occupazione massima del 50% dei posti a sedere all'interno e dei 2/3 all’esterno, mentre ora si è a 2/3 per tutte le manifestazioni, con addirittura possibilità di deroga in casi eccezionali, ndr.). Attendiamo da Berna ulteriori indicazioni per garantire un’applicazione più uniforme delle misure, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione epidemiologica», aggiunge Gobbi, raggiunto a Lugano dove si trovava in occasione della giornata del presidente ticinese.
Quello di oggi «è il compromesso per riuscire a far partire i campionati». Campionati, soprattutto quelli di hockey, che quest'anno «saranno un po' alla nordamericana: tutti seduti e, verosimilmente, con qualcuno che passerà a distribuire bibite e cibo tra i seggiolini, anche se questa misura va ancora discussa con i club. I tifosi dovranno fare uno sforzo per adattarsi».
Il governo cantonale non ha per ora deciso nulla riguardo lo svolgimento dei carnevali. Mentre è pacifico che quelli grandi rinunceranno (lo avevamo anticipato due settimane fa), mancano ancora indicazioni su quelli più piccoli. Lo stesso Gobbi, a metà agosto, aveva precisato che le regole che varranno per i grandi appuntamenti dovranno valere per quelli piccoli. Sulla questione sono in agenda incontri durante i prossimi giorni. Una decisione è quindi imminente
Punto fondamentale per poter autorizzare eventi con più di mille persone è la capacità di ogni singolo cantone di assicurare un "contact tracing" efficace in caso di focolaio. Per riuscirci, il Ticino richiamerà in servizio la protezione civile. In parallelo verrano formate ulteriori persone.
Se un tifoso si scopre positivo, quanti poi vanno in quarantena?, chiediamo. «Dipenderà dalle valutazioni dell’Ufficio del medico cantonale», replica Gobbi.