Tre gli scenari su cui sta lavorando il Consiglio federale, ma il migliore è il quarto. Michele Campana: 'Poi a quel punto ce la giocheremmo con i Cantoni'
Ci sono tre scenari al vaglio del Consiglio federale per cercare di arginare la paventata seconda ondata del Covid nei mesi a venire. Tre scenari, anticipa il quotidiano zurighese Tages Anzeiger, di cui Cantoni e società sportive sono stati informati la scorsa settimana, e che andranno a incidere sul numero di spettatori che potranno assistere alle manifestazioni pubbliche (di conseguenza, pure agli eventi sportivi) nel corso dell’autunno e dell’inverno. Tuttavia, dando praticamente per scontato che non si arriverà al ’liberi tutti’, da qui al mese di marzo - l’orizzonte sarebbe quello - gli scenari percorribili sono soltanto due: proseguire col limite massimo di mille spettatori a partita, come accadeva finora nel calcio, ad esempio, oppure scaricare alle varie autorità cantonali la responsabilità di valutare caso per caso. «Se il ’liberi tutti’ è impossibile, lo è pure un tetto di mille spettatori, perché vorrebbe dire costringere al fallimento gran parte dei club professionistici in Svizzera» spiega Michele Campana, direttore generale dell’Fc Lugano.
Tuttavia, si sta pur sempre ancora parlando di scenari: a livello politico, infatti, la decisione è attesa non prima del 12 agosto. «Sì, ma le voci intanto girano, e noi sappiamo in che direzione si stanno muovendo. Del resto, c’è solo una strada verso cui si può andare, perché non è interesse di nessuno far fallire il mondo dello sport professionistico in Svizzera, credo. Di conseguenza, non appena il Consiglio federale ratificherà la decisione ci siederemo a un tavolo con l’Hockey club Lugano e con l’Ambrì Piotta. Infatti siamo noi tre i più toccati da queste misure».
E? «E ritengo che alla fine passerà la soglia di mille persone più autorizzazione eccezionale a livello cantonale per eventi di interesse nazionale o internazionale. Toccherà allo stesso Consiglio federale specificare quali, come i campionati di calcio e di hockey. A quel punto ce la giocheremo con i Cantoni, cercando di trovare una quadra».
Ma in tal modo potrebbe succedere che a Berna entrino duemila persone e in Ticino, magari, appena mille trecento. «Immagino che tale numero potrà variare con il tempo, anche a dipendenza del numero di contagi. Sperando che la seconda ondata attesa verso l’inverno, se arriverà, non sarà troppo pesante».
Dieci giorni fa il direttore della Lega hockey Denis Vaucher aveva lanciato la ’Formula 60%’ per l’occupazione delle piste nella nuova stagione - che dovrebbe scattare il 18 settembre, ma data la situazione il condizionale è più che mai d’obbligo -, mentre nella sua nota stampa di oggi la Swiss Football League ha rilanciato con una quota del 50 per cento di tifosi negli stadi, tutti seduti e muniti di mascherina. È questo il compromesso ideale? «Da questo punto di vista, noi come Fc Lugano abbiamo sicuramente il vantaggio di avere pochi abbonati: a noi, bene o male, una soluzione che vada verso un’occupazione del 50 per cento anche solo dei posti a sedere ci permetterebbe di tutelare l’interesse degli sponsor e di chi ha comprato la tessera. Sì, direi che riusciremmo a conviverci. Tenendo anche conto del fatto che il calcio, diversamente dall’hockey, si pratica all’aperto».
In ogni caso, ormai da settimane l'Fc Lugano gioca davanti a mille persone, quindi una certa esperienza di cosa significhi ce l’avete. «Premetto che, visto il contesto, possiamo dirci felicissimi di aver potuto accogliere mille tifosi allo stadio, perché almeno c’era un po’ di ambiente e non il mortorio che si vede in Italia. Togliendo sponsor e partner, a livello di abbonamenti arriviamo a quota 1'500, quindi siamo quasi quasi riusciti a soddisfare tutti. In altre parole, chi voleva esserci ne ha quasi sempre avuto la possibilità, felicissimo di averlo potuto fare. E anche per questo ha confermato l’abbonamento: siamo a quota 70% di rinnovi e ne siamo contentissimi. Però è chiaro che, dopo ciò che abbiamo vissuto, se avessimo la certezza di poter occupare 1'800 dei 3'600 posti a sedere disponibili a Cornaredo accontenteremmo abbonati e sponsor e li renderemmo felici. Natualmente non potremmo far entrare nessun altro, ma direi che nel contesto in cui ci troviamo mi potrei anche accontentare».
E se invece così non fosse e l'attuale limite di mille spettatori venisse confermato sino alla primavera del 2021? «Sarebbe una catastrofe. Vorrebbe dire mettere in pericolo non so quanti posti di lavoro, e costringere a depositare i bilanci metà delle società. Immaginiamoci un Basilea, che ha ventimila abbonati e all'incirca il 40% dei suoi ricavi arrivano dalle entrate allo stadio: dovessero poter far entrare solo mille persone, per loro sarebbe un danno inestimabile. Ma lo stesso discorso lo si potrebbe fare per un Berna, pensando all'hockey».
Ci sarà un fronte comune, par di capire. «Direi che calcio e hockey sono sincronizzati sull'argomento - conclude Campana -. Noi, del resto, con Lugano e Ambrì Piotta siamo in contatto, ed è ovvio che quando saranno chiarite determinate cose, la prima cosa che faremo sarà sedersi attorno a un tavolo con le autorità, per trovare una soluzione che possa andare bene a tutti».