Hockey

'Il titolo? Non per forza'

Le ‘nuove’ Ladies investono sul domani. Coach Massimo Fedrizzi: ‘Stiamo gettando le basi per il futuro’.

1 febbraio 2020
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Alla transenna delle Ladies del Lugano ci è arrivato lo scorso agosto. Ma la sua avventura in Svizzera, Massimo Fedrizzi, l’attuale head coach delle bianconere, era iniziata la scorsa stagione, quando aveva guidato le Girls dell’Ambrì Piotta alla promozione in Lega nazionale C, al termine di una brillante cavalcata chiusa addirittura con un percorso ‘netto’ e con il salto di categoria ratificato con un perentorio 15-0 rifilato alle ragazze del St. Imier.
Poi, Massimo Fedrizzi, che dalla stagione 2014/15 è anche selezionatore della Nazionale femminile U18 italiana e da quest’anno pure di quella maggiore, ha varcato il Ceneri in direzione sud. «Bene o male sono nell’orbita dell’hockey femminile da quasi 13 anni, e dunque un po’ di esperienza in materia l’ho maturata – racconta Massimo Fedrizzi –. A Bolzano, che è la mia città, ho fatto la gavetta. Appena arrivato in Svizzera mi sono accorto che qui l’hockey femminile, rispetto all’Italia, è tutta un’altra realtà, con molte più squadre (oltre cinquanta quelle che militano dalla Lna alla Lnd), e campionati più strutturati. C’è più competizione, e di conseguenza si alza pure il livello generale». Venire in Svizzera è anche stata una bella sfida sul piano personale... «Certo, ma pure appassionante. Ho iniziato dal basso, ed è andata benone. Da qui è nata una collaborazione con le Ladies, che mi ha aperto la porta per questa nuova avventura, addirittura nel massimo campionato. E qui ho trovato l’hockey che piace a me: veloce, tecnico e con un livello generalmente alto».

Una perdita di peso

Dal profilo dei risultati la prima parte della stagione è andata come meglio non poteva: primo posto al termine della prima fase con 28 punti (frutto di 9 successi pieni, uno oltre i tempi regolamentari e nessuna sconfitta), ossia 9 in più dello Zurigo, secondo. Ora, a 3 partite dal termine del masterround, le Ladies sono seconde con 25 punti, 5 in meno delle leonesse zurighesi, contro cui sabato hanno perso di misura (0-1) la semifinale di Coppa Svizzera. Risultati che ti soddisfano? «Considerato che abbiamo una panchina assai corta e giovane rispetto a squadre come Zurigo e Reinach, posso essere soddisfatto di come stanno andando le cose. Ho trovato un gruppo pronto e motivato, e i risultati si sono visti. Poi siamo stati penalizzati dalla partenza per la Svezia (direzione Lulea, ndr) di Phoebe Stänz, giunta come un fulmine a ciel sereno a inizio 2020. Da ex giocatore, capisco e approvo la sua scelta, ma è logico che perdere la topscorer della passata stagione e di quella attuale lascia un bel buco nel roster... Ad ogni modo dobbiamo reagire, ed è ciò che stiamo provando a fare. Fatichiamo un po’, ma i risultati stanno comunque arrivando».

‘Stiamo cercando di reagire’

Deluso per non aver vinto il final four di Coppa Svizzera? «No, perché abbiamo comunque disputato un’ottima semifinale, contro quella che era la squadra favorita per il successo finale (e che infatti ha poi centrato il successo). Al termine della semifinale pure il selezionatore della Nazionale femminile rossocrociata, Colin Müller, si è complimentato con noi, e non ha avuto dubbi nell’affermare che a suo avviso quella è stata la vera finale, considerato il ritmo su cui si è sviluppata su entrambi i fronti. Le mie ragazze si sono poi comportate bene pure nella finale per il bronzo, iniziando alla grande e reagendo dopo che le avversarie avevano ribaltato il parziale grazie a un paio di nostri errori. Insomma, il bilancio che ne traggo da questa due-giorni di Langenthal è sicuramente positivo: da quanto visto posso affermare che la squadra c’è; è pronta per il gran finale di stagione».
Come vivi il fatto di aver preso in mano le redini di una squadra che è campione in carica? Percepisci più pressione o maggiori aspettative sulle tue spalle? «Sinceramente no. Questa è una formazione che comunque è in via di sviluppo, che sta lavorando anche con le giovani da inserire gradualmente nella rosa della prima squadra. Giochiamo per qualificarci ai playoff, cercando di farlo nella miglior posizione possibile, ma l’obiettivo primario del club non è comunque il titolo: prima di tutto dobbiamo pensare a far maturare le giovani gettando così le basi per una squadra ancora più competitiva negli anni a venire».

'Non abbiamo perso la Coppa, abbiamo vinto il bronzo'

Un passo indietro rispetto a un anno fa. Guardando alle cifre nude e crude, l’avventura delle Ladies in Coppa Svizzera quest’anno si è chiusa uno scalino sotto: dodici mesi fa le bianconere erano state battute in finale dallo Zsc Lions. A Langenthal, invece, l’uscita di scena è avvenuta già al penultimo atto, peraltro contro il medesimo avversario. Ma l’analisi del presidente Sidney Piaget va oltre: «Delusi per non aver vinto la Coppa? No, affatto. Beninteso, vincerlo ci avrebbe fatto molto piacere, e siamo partiti con questo obiettivo, com’è giusto che sia. D’altro canto eravamo consapevoli che sulla carta non eravamo certo i più forti. E che già in semifinale, con lo Zurigo, ci attendeva un compito quasi proibitivo. Le ragazze ci hanno comunque provato, fornendo un’ottima prestazione: possiamo essere fieri del fatto di aver perso di misura, incassando per giunta un solo gol. La squadra ha dato tutto quello che poteva, e non abbiamo proprio niente da rimproverare a nessuno. E lo stesso carattere la squadra l’ha poi mostrato nella finale per il bronzo (contro il Bomo Thun, ndr): quelle poche forze che avevamo le abbiamo messe in campo, usandole bene. Alla luce delle nostre prestazioni, a Langenthal, più che non aver vinto la Coppa, abbiamo conquistato il bronzo».
Dalla Coppa si torna al campionato. Dove le Ladies si portano in dote il titolo vinto la passata stagione: ambite al bis? «Se in Coppa, in una partita secca, potevamo cullare l’idea di fare lo sgambetto allo Zurigo, pensare di averne la meglio in una serie di playoff è impensabile. Lo Zurigo in rosa ha praticamente solo giocatrici della Nazionale maggiore e della U18, oltre alle due straniere...».
Nelle ultime 5 stagioni in finale si sono sempre ritrovati Zurigo e Lugano; quest’anno, invece, l’ultimo atto potrebbe avere altri protagonisti: «Il mio augurio è che a contendere alle zurighesi il titolo siano le Ladies, ma non è scontato che vada effettivamente così: il torneo è molto più livellato rispetto al passato; il ruolo di sfidante dello Zurigo nell’ultimo atto spetterà alla squadra protagonista del miglior sprint finale».

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