formula 1

Sauber-Alfa Romeo, un amore mai nato davvero

Dopo l’annuncio di Audi della sua entrata in Formula 1, la casa di Torino ha deciso di lasciare il team di Hinwil alla fine della prossima stagione

Dopo un promettente inizio di 2022, anche i risultati sono andati in calando
2 settembre 2022
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La storia delle corse è spesso fatta d’intrecci che nemmeno si vedono e sono narrati. Il recente glaciale annuncio, in perfetto stile transalpino, di Stellantis è che Alfa Romeo non sarà più sponsor del team di Hinwil dalla fine della stagione 2023. Nessuno se ne duole poi molto in realtà, perché questa è la storia di un amore mai sbocciato davvero.

Tutto nasce dal contatto tra Sergio Marchionne e Finn Rausing, uno dei proprietari del colosso svedese TetraPack e finanziatore ai tempi delle corse del concittadino Eriksson. Poi i guai economici di Peter Sauber e certe chicane di Monisha Kaltenborn lo portano a divenirne proprietario. Il contatto tra i due avviene per una storia di milioni di dollari di propulsori Ferrari non pagati, tanto da far correre la Sauber con i motori 2016 nella stagione 2017.

I due si piacciono, Marchionne ha in testa il rilancio di Alfa Romeo, con Giulia e Stelvio. Vicino a lui c’è Alfredo Altavilla, una vita intera nel gruppo e vero appassionato di auto e di corse. Il contrario dell’azionista di riferimento che proprio nel 2018 fa sapere a Marchionne quanto l’Automotive non sia più strategico come un tempo. Marchionne aveva idea di andare in pensione alla fine del 2018 da Fca e fine 2021 da Ferrari, l’ipotesi di essere socio di un team svizzero, a pochi chilometri da Schindellegi pareva una buona prospettiva.

Come spesso accade negli affari i due trovano una soluzione e Alfa Romeo torna in F1, anche se solo per marketing, perché il propulsore in realtà è Ferrari, per buona pace di Enzo che proprio da Alfa Romeo era stato licenziato. La collaborazione parte, con qualche ingerenza e protervia di troppo delle persone di Torino che, pur essendo solo uno degli sponsor, entrano nella vita di Hinwil da presunti padroni, con un atteggiamento che Maserati pare stia ripetendo nel team di Formula E nel quale è appena entrata. Uno stile che l’elvetico aplomb da subito non apprezza, ma sopporta per il denaro in gioco.

Avvengono in rapida scansione tre eventi. Marchionne ama molto Fred Vasseur, ne apprezza la rude schiettezza, tra i due nasce un rapporto fitto, tutto sancito in messaggi Whatsapp a qualsiasi ora del giorno e della notte, in perfetto stile Marchionne. Addirittura nel momento in cui Arrivabene va stretto in Ferrari, anche se protetto da Andrea Agnelli che poi se lo prenderà in carico alla Juventus, il deus ex machina di Fca vuole il transalpino in Ferrari. Glielo chiede nel salottino Ferrari al Salone di Ginevra 2018. I due si accordano anche sul passaggio di Raikkonen alla Sauber e Leclerc alla Ferrari. Ma lavorano anche all’idea di un Sauber Group dagli orizzonti strategici più ampi, per la gioia totale dell’azionista svedese che ha qualche decina di milioni nell’azienda a fondo perso e così spera invece di rivederne almeno una parte.

Marchionne muore, Arrivabene per tutta risposta blocca il passaggio dei piloti, ma per fortuna Vasseur ha tenuto tutti i messaggi e John Elkann con Mike Manley nel box di Monza 2018 sanciscono che invece gli accordi esistono e lo scambio avviene. I contrasti tra Torino e Hinwil, o meglio le incomprensioni di stile di approccio, proseguono e nel contempo Vasseur cerca di mediare con i suoi uomini. Poi la notizia che Altavilla abbia rinunciato o non sia stato voluto come Ceo di Fca a favore di Manley (Altavilla oggi è presidente di Ita, la compagnia di bandiera italiana non voleva restare solo per vendere ai francesi, ma per proseguire il disegno di rilancio di Marchionne e non quello di dismissione di Elkann) fa comprendere che l’azienda sarà de facto venduta ai francesi. Nasce Stellantis e non ci vuole un genio a comprendere che quando in un Cda la maggioranza è transalpina, uno paga del denaro e l’altro li riceve, la governance è chiara. Elkann è il presidente, ma vero capo diviene Carlos Tavares, amministratore delegato che nomina Jean Philippe Imparato Ceo di Alfa Romeo.

Una profusione di buoni intenti, Tavares dal passato di pilota, è in realtà un manager durissimo sui costi e la storia aziendale gliene dà ampia ragione visti i successi. Alfa Romeo diventa ibrida e poi elettrica, produce con un anno di ritardo la Tonale che fa perdere l’anima al marchio del biscione. Tavares dichiara che una vera Alfa si potrà vedere solo se i nuovi Suv venderanno e creeranno cassa. Le relazioni si complicano e poi arriva Audi, il sogno di Piëch, che ha fatto offerte di acquisto per Alfa Romeo una vita intera si potrebbe infine avverare. Dal momento nel quale Stellantis viene a sapere dei contatti con il marchio dei quattro anelli, dopo una partenza formidabile nel mondiale 2022, certo in modo casuale la Sauber non va più. Poi arriva l’annuncio del futuro ingresso tedesco in F1 e a seguire il ritiro dal team elvetico del Biscione a fine stagione 2023.

Noi pensiamo che al di là del momento complesso, per Hinwil possa aprirsi un tempo migliore e più sereno, almeno con obiettivi chiari e partner strutturati. Il tempo dirà, ma il percorso con Alfa Romeo è verso la conclusione. Non si sono mai amati davvero.

Piastri alla McLaren

Intanto il pilota 21enne Oscar Piastri sarà al volante di una McLaren per le prossime due stagioni, visto che il suo contratto è stato giudicato valido dall’Ufficio di riconoscimento dei contratti. Ciò non è invece stato il caso per l’accordo dell’australiano con l’Alpine, nella cui accademia si è formato e che lo aveva inizialmente annunciato come sostituto di Fernando Alonso, che a sua volta passerà all’Aston Martin.

Piastri (che attualmente è nel team francese come pilota di riserva), è considerato come una delle grandi promesse della Formula 1, avendo vinto tra il 2019 e il 2021 la Formula Renault Eurocup, la Formula 3 e la Formula 2.