L’olandese vince un Gran premio divertente davanti a Charles Leclerc che lo ha insidiato fino a pochi giri dal termine
Possiamo dire di tutto su questo Mondiale, ma certamente ci divertiamo ogni gara con Verstappen e Leclerc che onorano, Gp dopo Gp, il mandato di rendere le corse all’ultimo giro meritevoli di essere viste. A Miami si è consumata una gara che sino al termine ha visto le posizioni dei primi dieci in discussione e lotta. L’olandese incamera 26 punti contro i 18 del monegasco che resta in cima alla classifica mondiale e li ottiene con un moderato dominio. La Ferrari c’è, in questo momento di un’inezia indietro alla Red Bull, ma va scritto, in accoppiata con Max. È questo binomio che fa la differenza, e lo conferma il risultato Sainz-Perez che ha visto ieri prevalere lo spagnolo.
Un’osservazione tecnica va fatta sulla sbavatura della Ferrari di Leclerc a pochi giri dal termine: il monegasco riusciva a stare nella finestra Drs sperando così magari di portare un attacco finale a sorpresa. La Rossa negli stretti era un poco meno performante della Red Bull, ha commesso un errore salto per avere stretto troppo la chicane e da quel momento il gap è aumentato e non è più stato colmato. L’apparenza dice si tratti di un errore, in realtà Charles è il tipo che ieri ha dovuto andare oltre il limite per cercare di recuperare sul campione del mondo e quando si va al limite, l’errore è dietro l’angolo.
A proposito di errori, Perez si è divorato il podio tirando una staccata con gomme medie nuove contro le dure vecchie di Sainz. Lo spagnolo con intelligenza ha tenuto una posizione centrale prima della piega della curva a destra, il messicano è arrivato lungo, Carlos si è tenuto il terzo posto, rispedendo Checo oltre il limite del Drs. Quindi, in materia di costruttori ottimo bottino per Maranello.
Russell era partito con le dure, ha giocato la carta della sorte: il contatto Norris-Gasly ha portato a non molti giri dal termine la Safety Car in pista, lui ha cambiato pneumatici passando alle medie eha battuto inesroabilmente il lamentoso compagno di squadra che di nome fa Lewis Hamilton, il cui morale anche verso il team pare assai compromesso.
Fino a poco dal termine, Bottas era solido quinto, autore di una gara semplicemente encomiabile e capace di tenersi fuori da disastri e collisioni. Nel finale ha commesso una sbavatura e in curva ha piegato sinistra, appoggiandosi dolcemente al muro e facendosi così passare dai due alfieri della Mercedes-Benz. Vedere oggi la Sauber quinta nel Mondiale costruttori e il finlandese ottavo è certamente un buon auspicio e motivo di gioia per tutta Hinwil. Il lavoro paga, lo sta ottenendo Maranello, lo riceve anche il team elvetico che tanto orgoglio porta nella Confederazione. Paese che, vessato da ambientalisti di ogni tipo, ha saputo esprimere campioni e team vincenti pur essendo tenuto in castigo nell’organizzazione delle corse.
Il circuito di Miami, tanto spettacolare quanto non esattamente un tempio colto della velocità, ha molto ben retto all’impatto del pubblico e della F1, a parte alcune problematiche di tenuta della copertura dell’asfalto che siamo sicuri non si ripeteranno nella prossima stagione.
Il costruttore dice con chiarezza che l’erosione della Red Bull nei confronti della Ferrari è in corso e dopo Imola si conferma come la monoposto di Newey abbia qualcosa in più, non significativo, ma sostanziale. Adrian Newey lo chiamiamo spesso genio e così è, ha la capacità inusuale di fare migliorare di qualcosa la sua macchina in ogni gara, di non fermarsi mai, di non accontentarsi. Maranello è chiamata a dare questo tipo di risposta: dopo il blitz delle prime gare, se vuole tornare in vetta deve lavorare e migliorare l’ottimo progetto. Per i Tifosi una certezza, la Rossa è tornata e se la gioca, anche grazie a un gran pilota.
Barcellona sarà la cartina tornasole, come sempre è stato e sarà. Lewis Hamilton lo sa, meglio di tutti.