La F1 sbarca in Inghilterra, con il caso Perez che tiene banco e una Ferrari in piena crisi di risultati
Il momento è giunto. Qui, nel 1951 e nel 1954, la Ferrari vinse la gara con Gonzalez. Una magia, quella di settant'anni addietro, che si scontra con la durezza del momento in casa della Rossa. Intanto tiene banco il caso di Sergio Perez, che in un primo tempo, dopo un test 'inconcludente, era stato messo cautelativamente in quarantena, in attesa del responso del secondo tampone. Arrivato in serata, confermando la positività al coronavirus del pilota messicano della Racing Point, che dunque domenica non sarà al via della corsa. Il suo posto sarà preso da una delle riserve: o il belga Stoffel Vandoorne o il messicano Esteban Gutierrez. Ma si fa pure il nome del tedesco Nico Hülkenberg.
In riunioni molto riservate, tutti i team stanno evidenziando importanti problemi economici che nella pratica sono per gran parte riconducibili a riduzione dei compensi televisivi. In più, tutti gli sponsor chiedono una revisione al ribasso degli importi pattuiti e anche di rimettere in discussione gli impegni futuri. Ciò che più spaventa tutti è però in particolare il tema degli spettatori, che rappresentano un introito evidente per gli organizzatori, derivano vantaggio agli sponsor e alla formula tutta. Un ginepraio davvero complesso e irto nel contempo, che potrebbe mettere a repentaglio alcuni team in ottica 2021 e dunque bloccare il campionato perché o ci sono 14 monoposto al via, oppure il Mondiale non si può disputare.
La gara di Silverstone sarà iconica, bellissima l’iniziativa di aver scelto alcune immagini storiche delle monoposto che fanno bella figura di sé sul sito internet. Sarà un festeggiamento in sordina, ma sappiamo come si cercherà comunque di dare lustro e risalto al tutto, specie grazie ai canali televisivi.
Hamilton nelle conferenze stampa ha più volte ribadito di voler vincere domenica - non dovrebbe essere difficile a dire il vero - e anche di voler continuare almeno 2 o 3 stagioni ancora. Questa frase alquanto sibillina mal si sposa con il ritiro - certo solo la data non è conosciuta - di Mercedes-Benz. Forse un modo di far abboccare qualche interessato al suo profilo, peraltro oneroso e certamente volutamente orientato a voler vincere il mondiale.
E veniamo ora alla Rossa. La crisi è sancita e i media di tutto il pianeta spingono per decisioni forti, non nascondendo accuse a Elkann e Camilleri di scarsa competenza e abilità per risolvere una crisi che è totale. È stato finalmente chiaro che qualcuno abbia fatto la spia da dentro la Ferrari nel rilevare le questioni del propulsore che ora manca di 70 cavalli (ditelo alla Sauber) su una monoposto che sembra ora ancora più palese che abbia un’aerodinamica studiata per la vecchia prestazione e non la nuova. Il gap è così strutturale da avere indotto Leclerc ad ammettere che si deve parlare del 2022, vedendo di racimolare qualcosa di decente nel 2021 e nulla più. Imbarazzante per essere cortesi.
Binotto non è stato completamente messo in discussione anche perché c’è una certa carenza di candidature per andare in Ferrari, e la ragione è semplice: il grande tecnico ha bisogno di riferimenti, che ora non ci sono. L’ombra Marchionne è sempre dietro l’angolo, ovunque, ancor più in Fca: in settimana le parole di Montezemolo avevano fatto sperare qualche tifoso e media, ma nella realtà la rottura con la famiglia Elkann è sancita e non più riparabile, oltre a esserci un vincolo versus la Borsa che in questa sede sarebbe complesso spiegare per intero.
Sarà una gara da vedere certo, con un esito quasi scontato: un problema per i bookmakers inglesi che hanno quote noiose nei risultati principali. Una pista veloce, splendida, intrisa di storia: questa resta ancora la vera magia della Formula Uno.
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