Formula 1

Formula 1, nessuna emozione in Ungheria. Trionfa Hamilton

Lewis Hamilton vince per l'ottava volta in carriera sull'Hungaroring, e si porta al comando della generale

19 luglio 2020
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Lewis Hamilton è un grande campione, e anche nel 2020, salvo imprevisti, che sono pari alle ipotesi che il mondiale si corra su marte, è destinato a vincere titolo anche quest'anno. E marziani, quelli della Mercedes-Benz, lo sono per davvero, imbroccando ancora una volta intuizioni come il Das che nulla ha a che fare con la plastilina, ma permette al volante di muoversi modificando il 'camber' anteriore della monoposto. Legale nel 2020, illegale nel 2021. Ad agosto sapremo anche se il sistema di prese d'aria dei freni della Rosina Racing Point siano legali o meno: ce lo dirà la Fia, nella quale Tombazis ha con candore ammesso di non avere controllato mai sino a oggi il dettaglio tecnico. Lewis batterà ogni record di Schumacher con un numero immenso di Gp disputati per anno e con un vantaggio tecnico mai visto nella storia della massima formula dal 1950. Ieri Vettel, quinto in gara, al 58esimo giro è stato doppiato: può bastare per rendere l'idea?

A giusta ragione l'attento lettore che ieri abbia visto il soporifero Gp di Ungheria potrebbe dirsi che sia poi colpa degli altri team se la Freccia d'Argento continui a dominare a questo livello, ma in fondo c'è anche una differenza di budget e uomini che davvero modificano l'assetto dei risultati, lecitamente.

Solo Verstappen ce la mette davvero tutta per restare in scia alle prime due, e il suo secondo posto di ieri è un'ulteriore conferma della maturazione e della classe del giovane olandese, che merita una nuova considerazione e immagine rispetto ai tumulti del passato. La squadra sente la mancanza di un secondo alfiere e non trova in Albon quanto si sarebbe attesa. Vettel ha ammesso che la futura Aston Martin sia in contatto con lui, ma preferirebbe l'amata Red Bull, quella casa dove ha vinto i 4 mondiali della sua carriera e si sente capito e protetto, tranne che da Marko. Un'annotazione: Vettel non è un pilota qualunque come lo si vuole narrare oggi. Noi siamo tra i suoi detrattori quando necessario, ma è un ragazzo di talento, colto, intelligente e di buon cuore. Bello quando ha ammesso che lui e la Ferrari abbiano fallito la scalata al mondiale, che gli sarebbe piaciuto farlo anche per proteggere la grandiosità di Schumacher che presto sarà battuto da un Hamilton che prenderà ogni palmarès in condizioni inusuali, non combattute e troppo semplici. Peccato.

 Il circuito di Hungaroring, terzo dopo solo Monaco e Monza per numero di Gp di F1 ospitati, è rimasto chiuso tra pioggia e sole. In gara ci sono state poche gocce, mentre al momento dello schieramento uno scroscio di pioggia ha sorpreso Verstappen che a tempo di record e sulla linea dello start si è fatto riparare un braccetto della sospensione anteriore sinistra. Ennesima prova di bravura dei meccanici che possono finalmente rientrare a casa per rivedere le famiglie per la settimana di pausa prima del nuovo filotto di gare.

Geniale l'intuizione Haas a inizio corsa di togliere le coperture Wet transitando subito dai box, in modo da riuscire a finire a punti con Magnussen, trovatosi molto in alto nelle fasi iniziali. In casa Sauber di questi colpi coraggiosi non se ne sono visti, anzi Raikkonen si è preso una penalità di 5" per errato allineamento sulla griglia dello start e in gara il nulla assoluto. Si potrà anche accusare il propulsore Ferrari di lentezza e buco di potenza, ma allo stato attuale a Hinwil sono migliori solo delle Williams, che spesso sul giro secco battono l'Alfa Romeo.

Detto tutto il bene di Mercedes-Benz e Red Bull, della Rossa fa tenerezza dover gioire per un sesto posto di Vettel che la dice lunga sulla situazione. Lunedì scorso alla Trattoria Montana, Camilleri era scuro in volto, Elkann non parla e Binotto con l'onestà intellettuale che davvero non gli manca - motivo per cui chi scrive lo stima molto - ha detto che il progetto Ferrari sia semplicemente errato e difficilmente recuperabile. Quindi nessuna illusione, solo le tante curve di Budapest hanno in parte coperto le magagne. A Silverstone, su tracciato di velocità, quasi certamente saranno nuovamente dolori